Page 20 - L’Amicizia Spirituale
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spiriti,  e  lo  Spirito  di  Dio  che  rende  pura  ogni  cosa  infonde  con  la  sua
                  presenza il gusto delle realtà celesti. Non troverei sconveniente chiamare
                  questo  bacio  il  bacio  di  Cristo,  perché  in  realtà  è  lui  che  lo  dà,  non
                  direttamente  con  la  sua  bocca,  ma  con  quella  dell’amico,  ed  è  lui  che
                  ispira in quelli che si amano quell’infinito affetto che li fa sentire uniti al
                  punto da sembrar loro che in corpi diversi abiti una sola anima,  fino a
                  dire con il Profeta: “Come è bello e gioioso stare insieme come fratelli”.


                                                 Il bacio intellettuale


                  Allora l’animo abituato a questo bacio, sapendo che tutta questa dolcezza
                  viene da Cristo, si trova a riflettere e a dire: “Se venisse lui, in persona!”, e
                  così desidera il bacio intellettuale, e con tutto la forza del desiderio dice:
                  “Baciami con i baci della tua bocca”, e allora, calmati gli affetti terreni, e
                  assopiti gli affanni e i desideri di questo mondo, troverò la mia gioia solo
                  nel bacio di Cristo, e mi riposerò nel suo abbraccio, e dirò al colmo della
                  felicità: “La sua sinistra mi sostiene il capo, e la sua destra mi abbraccia”.
                  Luca: Mi pare che un’amicizia così non sia comune, né assomiglia a quella
                  che noi di solito immaginiamo e vediamo. Non so cosa ne pensi Marco;
                  per  conto  mio  ho  sempre  ritenuto  che  l’amicizia  non  sia  altro  che
                  un’identità di vedute tra due persone, così che uno non voglia quello che
                  non vuole l’altro, ma ci sia una tale sintonia nella buona e nella cattiva
                  sorte che quello che uno possiede, vita, ricchezza, onore o qualsiasi altra
                  cosa, sia condiviso con l’altro perché ne usi secondo il suo desiderio.
                  Marco: Ricordo di aver imparato cose molto diverse dal primo dialogo: è
                  stata  proprio  la  definizione  dell’amicizia  che  là  è  stata  data  che  ha
                  suscitato  in  me  il  grande  desiderio  di  riesaminare  tutto  con  maggiore
                  profondità, per vedere quali frutti produca. Visto che su questo sappiamo
                  già  abbastanza,  dobbiamo  proporci  di  determinare  quali  siano  i  limiti
                  dell’amicizia e fin dove possa arrivare, anche perché ci sono pareri diversi
                  in proposito. Ci sono alcuni che ritengono di dover aiutare l’amico anche
                  contro la lealtà, contro l’onestà e contro il bene comune o privato. Altri
                  ritengono  che,  fatta  eccezione  per  la  lealtà,  tutto  il  resto  sia  permesso.
                  Altri ancora pensano che, per l’amico, uno debba disprezzare il denaro,
                  rifiutare gli onori, subire l’inimicizia dei potenti, accettare anche l’esilio se
                  è il caso, perfino perdere la faccia in azioni turpi e disoneste, purché non
                  ne venga un danno alla collettività o non si rovini un altro contro il lecito.
                  C’è anche chi pone in questo la meta dell’amicizia: provare per l’amico gli
                  stessi sentimenti che uno prova per se stesso. Altri credono di soddisfare
                  alle esigenze dell’amicizia ricambiando ogni volta il favore o il servizio





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