Page 9 - Teologia Mistica
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meno chiara, e così via quella riflessa nel terzo, nel quarto ecc., finché il riflesso
svanisce e cessa.
[CONSIDERAZIONE VII]
La settima considerazione tratta la questione dei giudizi e spiega
come si erri a proposito delle opinioni dei maestri che sembrano contrastanti,
mentre sono sommamente concordi, per chi sa comprenderle.
È possibile che un uomo meno esperto nei sentimenti devoti sia di fatto più erudito
nel discettare su di essi.
Dimostriamolo con esempio. In medicina molte acquisizioni sono fondate e dedotte
solo dall’esperienza, ma non è detto che taluni, i quali non abbiano fatto tali
esperimenti, non ragionino meglio di chi li ha fatti; anzi, nei ciechi dalla nascita può
trovarsi una grande conoscenza razionale di molte materie che gli altri conoscono in
primo luogo soltanto con la vista. Così san Gerolamo, traduttore del beato Didimo il
cieco, riferisce che questi fu eruditissimo nelle discipline che si colgono con la vista,
come le scienze matematiche, mentre molti dotati della facoltà di vedere le ignorano
quasi del tutto.
Perché allora negare che qualcosa di simile possa succedere nel caso nostro, cioè che
un uomo poco o punto devoto possa studiare gli scritti di altri devoti, confrontarli tra di
loro, trarne conclusioni o deduzioni, contestare o difendere l’uno o l’altro punto? Un
esercizio del genere lo si fa ogni giorno nella scuola di teologia sugli articoli di fede, da
parte di coloro che non li hanno sperimentati.
Questa considerazione, unita alle altre, mette d’accordo certe affermazioni,
apparentemente contrastanti, dei santi: infatti alcuni dicono che soltanto i buoni e i
devoti ricevono vera conoscenza di Dio, altri viceversa sostengono che molti filosofi
pagani ed anche molti pessimi teologi sanno tante cose su Dio — poiché gli stessi
«demoni credono e tremano» [Gc 2,19]. I primi intendono parlare della scienza
[teologica] acquisita per esperienza, cioè della teologia mistica, gli altri della scienza
[teologica] acquisita tramite ragionamenti, sia essa simbolica, propria o anche mistica.
[CONSIDERAZIONE VIII]
L’ottava considerazione parla dei frutti di questo libro,
di come ci si possa sbagliare [in teologia mistica],
di chi la tramandi o l’abbia tramandata
e di come si debba esaminarla e da chi.
Bisogna che gli studenti, anche se privi di devozione, compulsino con diligenza le pie
scritture della teologia mistica, a condizione che prestino fede a quanto in esse è detto.
Diciamo questo innanzitutto perché, alla fin fine, dalla familiare consuetudine con
tali scritti chissà che non nasca in loro — come suole succedere — l’ardente desiderio
di sperimentare quelle realtà che, al momento, essi ammettono solo per fede e si