Page 5 - Teologia Mistica
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oppure, se la mia coscienza è retta, mi giustifichi «con le sue giustificazioni» [Sal
118,80], lui che «esaudisce il desiderio dei poveri» e che «col suo orecchio presta
attenzione alle disposizioni del loro cuore, per rendere giustizia all’orfano e all’umile,
affinché l’uomo non séguiti a magnificar se stesso sulla terra» [Sal 10,17-18].
Dopo aver premesso queste cose, soprattutto per scavare profonde fondamenta di
umiltà sulle quali possa poi reggersi saldamente senza crollare l’intero edificio di
quanto andremo dicendo, e dopo aver cominciato con la preghiera, come esorta il divino
Dionigi, esporrò la materia suddividendola in considerazioni o annotazioni in guisa di
capitoli, in modo che l’uditore possa come riposarsi negli intervalli tra l’una e l’altra,
senza che un discorso ininterrotto e magari confuso lo affatichi.
Non proporrò nessuna nuova dottrina che non sia già contenuta negli altri libri dei
santi, che sono veramente esaustivi. Mi limiterò a spiegare le loro affermazioni
seguendo un mio schema e servendomi di parole mie.
Termina il prologo
Questo trattato sulla teologia mistica contiene quarantaquattro considerazioni,
suddivise in otto parti principali o materie, la prima delle quali, dalla prima
Considerazione fino alla nona esclusa, concerne alcuni preamboli o introduzioni alla
teologia mistica. Le altre considerazioni si trovano nelle altre parti.
[PARTE PRIMA
ALCUNI PREAMBOLI ALLA TEOLOGIA MISTICA]
[CONSIDERAZIONE I]
Inizia la prima parte, la cui prima considerazione espone
come il beato Dionigi intende la teologia mistica
e la distingue [dalle altre teologie], e spiega
il significato dell’espressione con cui s’intitola il libro.
Oltre alla teologia chiamata simbolica e alla teologia propria vi è anche una teologia
mistica.
Infatti il beato Dionigi, istruito da Paolo esperto dei segreti divini, le ha trattate
separatamente l’una dall’altra. In primo luogo egli scrisse di teologia simbolica, la quale
si serve di metafore corporee per parlare di Dio, e dice ad esempio che Dio è leone,
luce, agnello, pietra ecc., per cui Dio si potrebbe chiamare con ogni genere di nomi.
Espose poi la teologia propria, grazie alla quale, partendo dagli effetti riscontrati nelle
creature, soprattutto nelle più perfette esteriormente, ci eleviamo ad affermare qualcosa
di Dio, ad esempio che egli è l’Essere, la Vita e che da lui deriva l’essere e il vivere per
tutti. Infine suggerì un modo di trovare Dio più perfetto degli altri, grazie al quale si
possa vedere Dio attraverso la negazione e le elevazioni mentali, come in una divina
caligine, cioè «nel segreto» [Sal 26,5], dove «fa della tenebra il suo padiglione» [Sal