Page 3 - Teologia Mistica
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JEAN GERSON


                                            Teologia mistica








                              [TRATTATO PRIMO, SPECULATIVO]



                                           INIZIANO LE CONSIDERAZIONI
                                  OSSIA GLI SCRITTI SULLA TEOLOGIA MISTICA
                                       DEL VENERABILE GIOVANNI GERSON
                                              CANCELLIERE PARIGINO



                                                       PROLOGO

                                     Fate penitenza, e credete all’Evangelo. Mc 1,15


                     La  recentissima  promessa  mi  ha  costretto  ad  affrontare  il  tema  che  ora  sento
                  richiedere dalla vostra attesa: mostrare cioè «se si abbia migliore conoscenza di Dio col
                  sentimento  di  penitenza  che  con  una  ricerca  intellettuale».  Qui  devo  sforzarmi  —
                  sperando di essere all’altezza dell’impresa, se Dio mi assisterà nei miei pii tentativi —
                  di  portare  a  comprensione  comune  quelle  cose  che  il  divino  Dionigi,  senza  dubbio
                  istruito da colui che dice: «Tra i perfetti predichiamo la sapienza, la sapienza nascosta
                  del mistero» [1Cor 2,6], insegnò sulla teologia mistica, cioè segreta.
                     Vorrei inoltre cercare di rendere di dominio pubblico e in certo qual modo di rivelare
                  quel  che  i  più  alti  maestri  hanno  scritto  sulla  contemplazione,  la  meditazione,  il
                  rapimento, l’estasi, e sull’elevazione mentale, la divisione tra spirito e anima ecc., sì che
                  altri possano comprenderlo ascoltando quelli che ne hanno fatto esperienza, che sono
                  pochi, o almeno solidamente convincersi che quei santi uomini, che la contemplazione
                  di Dio condusse ad elevazioni al di sopra della mente umana, possedevano una scienza
                  di gran lunga superiore alla nostra.
                     Ora, non è raro che quando uno affronta una materia insolita o difficile, il suo animo
                  sia condotto di  qua e di là,  dietro la varietà degli argomenti.  Me ne sono accorto io
                  stesso più volte, e specificamente nell’affrontare questo tema.
                     Accingendomi dunque a trattare una materia di cui nessuna è più elevata, nessuna più
                  divina,  nessuna  più  difficile,  ma  insieme  di  cui  nessuna  è  più  utile  alla  salvezza  —
                  siccome quella in cui sta il fondamento della nostra felicità — ho avuto timore di fronte
                  alla maestà di questa sapienza, ho cioè temuto, apprestandomi io a scrutarla, che la sua
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