Page 14 - Teologia Mistica
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agli organi interni a lei assegnati.
La facoltà conoscitiva sensibile è la potenza dell’anima che per operare, ovvero per
conoscere le realtà sensibili di per sé o casualmente, si serve di un organo corporeo,
tanto esterno quanto interno.
È subito chiara la differenza tra questa facoltà e le due precedenti. Quel che ha un
compito molteplice, è anche chiamato in molti modi. Infatti quando riceve senza
mediazione le mozioni prodotte dagli oggetti esteriori, la facoltà conoscitiva sensibile si
chiama senso esterno, distinto a sua volta in cinque parti: vista, udito, gusto, olfatto e
tatto. Quando riceve senza mediazione le sensazioni provate da questi cinque sensi e le
giudica, si chiama senso comune. Quando combina o separa le sensazioni recepite e
giudicate dal senso comune, si chiama immaginazione o fantasia o facoltà formativa. E
quando dalle sensazioni esperite trae elementi non sensibili si chiama facoltà estimativa,
che giudica di quel che è utile o nocivo.
Sono poi due le facoltà capaci di conservare le immagini di cose non più presenti:
una è l’immaginazione, che a volte è chiamata anche senso comune; l’altra è la
memoria, a volte chiamata anche facoltà estimativa.
Per quanto ci riguarda bastano queste definizioni: chi desideri una spiegazione più
ampia di tutte queste facoltà e dei loro organi si rivolga alla medicina e alle scienze
naturali.
Quanto ai nomi, questa facoltà conoscitiva sensibile è chiamata a volte anima
sensibile, a volte animalità, a volte sensibilità, a volte cielo terreno o infimo
[dell’anima], a volte immaginazione, a volte ombra della ragione, nella quale ombra poi
si distinguono ulteriormente vari gradi, a seconda della varietà dei suoi compiti. Così il
senso esterno è l’ultima luce della facoltà cognitiva e viene meno o scompare nella
facoltà semplicemente vegetativa o nutritiva; risalendo verso l’alto troviamo il senso
comune, che ha sotto di sé questa luce quasi nella sua ombra e si colloca nell’ombra
dell’immaginazione, come l’immaginazione nell’ombra della facoltà estimativa, e
questa nell’ombra della ragione.
[CONSIDERAZIONE XIII]
La tredicesima considerazione tratta delle facoltà
affettive in genere, enumerando le loro diverse specie.
Ad ogni facoltà cognitiva corrisponde una analoga facoltà affettiva.
Infatti quando una nostra facoltà cognitiva percepisce qualcosa che le si addice
oppure no e lo coglie sotto l’uno o l’altro di questi due aspetti, sperimentiamo che
l’anima in un certo senso gradisce tale percezione se le si addice, mentre la aborrisce se
non le si addice.
Più in generale dirò che non v’è alcun ente che non tenda come si conviene al fine
che gli è dovuto per diritto di legge divina, ma questa tendenza non la si chiama
propriamente affettiva se non negli esseri che sono capaci di conoscere.
Vi sono dunque tre facoltà affettive o del sentimento, corrispondenti a quelle
cognitive: la sinderesi, la volontà e la tendenza dei sensi.