Page 17 - Teologia Mistica
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[PARTE TERZA
                                LUMINOSITÀ DELLE SUDDETTE POTENZE]



                                              [CONSIDERAZIONE XVII]

                                      La terza parte principale, dalla diciassettesima
                                      considerazione fino alla ventunesima [esclusa],
                                   tratta del carattere luminoso delle suddette potenze.
                                  La diciassettesima considerazione mostra con numerosi
                                esempi che le potenze affettive sono dei lumi grazie ai quali
                                l’anima conosce sia le realtà corporee sia quelle spirituali.

                     Queste sei potenze, tre cognitive e tre affettive o del sentimento, sono in certo qual
                  modo dei lumi. Possiamo illustrare la cosa con l’analogia della luce corporea.
                     Il sole materiale è più forte di tutti gli altri corpi per l’efficacia del suo vigore; perciò
                  ha una maggiore somiglianza con le realtà spirituali e meglio può condurre alla loro
                  conoscenza, come afferma il beato Dionigi nell’ultimo capitolo della Gerarchia celeste.
                  Ora il sole illumina tutti gli altri corpi ed anche riscalda e liquefa quelli suscettibili di
                  alterazione. Ebbene, di queste due proprietà ogni natura razionale porta in sé una certa
                  analogia, giacché risplende nella conoscenza e s’infiamma nell’amore.
                     Inoltre ogni effetto (particolarmente ogni effetto immanente) prodotto da una natura
                  razionale merita di essere chiamato in qualche modo lume, a motivo o della chiarezza
                  della facoltà cognitiva, o del calore della facoltà affettiva, o di entrambe insieme. Non a
                  caso,  infatti,  è  impossibile  trovare  una  conoscenza  che  non  sia  formalmente  o
                  virtualmente in qualche modo sentimento, come non sembra si dia sentimento che non
                  sia in qualche modo conoscenza sperimentale. Giacché nessuna delle due potenze causa
                  il  proprio  effetto  senza  l’altra,  dato  che  la  potenza  affettiva  concorre  a  produrre  la
                  conoscenza,  come  la  potenza  cognitiva  partecipa  alla  generazione  del  sentimento.  E
                  l’effetto è sempre in certo qual modo a immagine e somiglianza della propria causa.
                     Così pure vediamo che la luce non è senza calore, almeno virtuale, e si dà perfino un
                  calore che produce luce. Ancora: come luce e calore si rafforzano a vicenda (lo si vede
                  bene nella produzione del fuoco, dove il calore genera la fiamma e la fiamma il calore),
                  non diversamente bisogna pensare di queste potenze cognitive ed affettive, anzi le une
                  influiscono  ordinatamente  sulle  altre  con  azione  reciproca,  e  tanto  maggiormente  ed
                  efficacemente quanto più le une sono unite con le altre.
                     Infine  la  luce  del  sole  si  diffonde  in  modo  diverso  a  seconda  della  varietà  dei
                  «mezzi» che deve attraversare, e dunque si diffonde in un modo nel mezzo denso e in
                  un altro modo in quello rado, in un modo nel mezzo chiaro, diafano, puro e pervio e in
                  un  altro  modo  in  quello  oscuro,  torbido,  spesso  e  offuscato.  Similmente  questa
                  diffusione  di  luce  varia  a  seconda  della  lontananza  e  della  vicinanza  [della  sorgente
                  luminosa],  senza  dire  che  la  frapposizione  di  diaframmi  o  di  specchi  ci  restituisce
                  un’immagine non certo  unitaria della luce irraggiata,  ma piuttosto ce la diversifica a
                  seconda della diversa incidenza dei raggi.
                     Notiamo qui che c’è solo una certa analogia tra il modo in cui si comunica la luce
                  divina e il modo in cui si comunica la luce del sole: la luce divina si comunica non per
                  necessità naturale, bensì per generosissima e gratuita bontà, e ad alcuni più chiaramente,
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