Page 13 - Teologia Mistica
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cose: la natura, la grazia e la gloria. Ma per il resto, cioè per quanto concerne le grazie e
                  le  perfezioni  secondarie,  come  c’è  un  ordine  gerarchico  tra  gli  angeli,  così  c’è  una
                  superiorità gerarchica degli angeli rispetto agli uomini, superiorità che si esprime in tre
                  atti  a  loro  volta  gerarchicamente  scanditi,  spesso  ricordati  da  Dionigi:  purificare,
                  illuminare e rendere perfetti.
                     La facoltà dell’intelletto semplice è chiamata talvolta mente; talvolta cielo supremo
                  [dell’anima];  talvolta  spirito;  talvolta  luce  dell’intelligenza;  talvolta  ombra
                  dell’intelletto angelico; talvolta luce divina, nella quale risplende e si scorge la verità
                  immutabilmente; talvolta anche scintilla e apice della ragione.



                                                [CONSIDERAZIONE XI]

                                    L’undicesima considerazione parla della ragione,
                                      e dice che serve ora all’intelletto, ora ai sensi,
                                             e viene chiamata con due nomi.

                     La ragione è la facoltà cognitiva dell’anima che deduce conclusioni da premesse, trae
                  elementi  non  sensibili  dalle  sensazioni  ed  astrae  le  essenze  [dalle  cose],  senza  aver
                  bisogno di alcun organo per operare in tal modo.
                     L’ultima parte di questa descrizione fa notare come la ragione differisca dal senso, il
                  quale ha bisogno di un organo; mentre le altre parti evidenziano come essa si distingua
                  dall’intelletto semplice, la cui operazione consiste nel ricevere la conoscenza semplice
                  dalla superiore luce divina, piuttosto che nel dedurre conclusioni dai princìpi (ciò che è
                  appunto tipico della ragione) derivanti dall’esperienza tramite i sensi o forniti dall’alto
                  dall’intelletto semplice.
                     Per questo suo duplice modo di procedere — ora da princìpi superiori noti di per sé
                  nella luce dell’intelletto semplice, ora da princìpi inferiori acquisiti tramite esperienza
                  (ad esempio che il fuoco è caldo) — la ragione viene chiamata con due nomi: ragione
                  superiore  e  ragione  inferiore;  inoltre  le  si  attribuiscono  due  facce:  l’una  rivolta  alle
                  realtà superiori, l’altra alle inferiori; anzi, sempre per lo stesso motivo, si dice che stia
                  come sul confine di due mondi: quello spirituale e quello corporeo. La ragione superiore
                  la  chiamiamo  anche  maschile,  quella  inferiore  femminile.  Tanto  maggiore  vivacità  e
                  forza, infatti, riceve la  ragione dall’attendere  alle realtà superiori,  rispetto a quel  che
                  ottiene dal contatto con le inferiori, quanto maggiore è il vigore dell’uomo rispetto a
                  quello della donna.
                     Ma  talvolta  diamo  anche  altri  nomi  alla  ragione:  ad  esempio  la  chiamiamo  cielo
                  medio dell’anima, diciamo che sta nell’ombra dell’intelletto semplice come questo sta
                  nell’ombra dell’angelo e l’angelo nell’ombra di Dio.



                                               [CONSIDERAZIONE XII]

                                    La dodicesima considerazione tratta specificamente
                                        della facoltà conoscitiva sensibile e spiega
                                come essa percepisca e come trasmetta ciò che ha percepito
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