Page 21 - Teologia Mistica
P. 21
nostre, soprattutto quando si presentano per la prima volta, come avviene per i fanciulli.
Tale generale e inevitabile insozzamento proviene in definitiva dal peccato originale,
che ha messo l’anima nostra con tutte le sue potenze nella miserabile situazione di
dover piangere per essere stata sbalzata dalle realtà celesti a quelle terrene e dalla luce
dell’intelligenza alla condizione dei bruti. Come dice il profeta: «L’uomo quando era in
condizione onorata non comprese, fu paragonato alle bestie senza senno e diventò
simile a quelle» [Sal 48,21]. E l’illustre poeta:
Arti terreni e membra mortali li impediscono.
Nondimeno, questa è la [nostra] virtù, questa la [nostra] fatica: uscir fuori da questa
condizione e sforzarci di salire verso l’alto, affinché, d’accordo con l’Apostolo, «la
nostra conversano sia nei cieli» [Fil 3,20], contro l’esclamazione del poeta satirico che
dice:
O anime curve sulla terra, prive dei beni celesti.
Proprio a questo mira la teologia mistica, la cui natura stiamo indagando. Ci sarà lecito
conseguirla solo attraverso la penitenza e la fede nell’Evangelo e non altrimenti, come
ci rimane da mostrare.
[PARTE QUARTA
CONTEMPLAZIONE, MEDITAZIONE, RIFLESSIONE]
[CONSIDERAZIONE XXI]
La quarta parte principale, che va fino
alla ventiseiesimo considerazione [esclusa],
tratta della contemplazione, della meditazione e della riflessione.
La considerazione ventunesima descrive gli atti
delle sei potenze distinguendoli in generale.
Per poter avere un’idea più chiara della teologia mistica è utile indagare l’essenza
della contemplazione, poiché, parlando appropriatamente, la contemplazione risiede
nella facoltà cognitiva dell’intelletto, mentre la teologia mistica risiede nella facoltà
affettiva della sinderesi: come cercheremo di mostrare più avanti, se il Signore ci
illuminerà.
Per procedere ordinatamente: dopo aver tentato di descrivere le facoltà conoscitive e
affettive di cui l’uomo è dotato, e dopo aver distinto in specie tre facoltà conoscitive
(cioè l’immaginazione, la ragione e l’intelletto), e tre corrispondenti facoltà affettive o
del sentimento (cioè la tendenza dei sensi, la tendenza volitiva o volontà, e una tendenza
superiore, che si può chiamare sinderesi perché fa séguito all’apprendimento
dell’intelletto), ora passiamo a parlare dei loro rispettivi atti, per quanto serve alla
chiarificazione del nostro argomento. Dato poi che gli atti della facoltà cognitiva sono
più noti di quelli della [corrispondente] facoltà affettiva — e difatti vi si insiste di più