Page 63 - Teologia Mistica
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lavoro. Uno è pusillanime perché agire bene costa fatica; è arrogante perché vuol
nuocere ad altri; è disobbediente perché vuole primeggiare impunemente seguendo il
proprio capriccio. Uno si dà alla lussuria e alla gola perché vuole eccellere
impunemente nel godimento dei piaceri. Elimina dunque questa brama sfrenata della tua
superiorità, e subito inaridiranno tutti i rami, le foglie e i frutti dei vizi: invece
dell’invidia germoglierà la carità, invece dell’ira la mitezza, invece della cupidigia la
frugalità, invece dell’accidia la solerzia ecc. Con queste virtù l’uomo imita Cristo, con
quei vizi imita sempre Lucifero.
[CONSIDERAZIONE IX]
La nona considerazione insegna che per i proficienti
bisogna scegliere i tempi e i luoghi adatti,
secondo una regola stabilita dal maestro, e dice che
osservandola si ottiene dal Signore una grazia più abbondante;
dice pure che nelle tribolazioni si consegue più rapidamente
conforto e consolazione spirituale.
Un luogo è pubblico, un altro nascosto; uno tranquillo, un altro rumoroso; uno
oscuro e stretto, un altro illuminato e ampio, aperto sotto il cielo. Lo stesso si dica per il
tempo: «Dio scandisce i ritmi del tempo». C’è il tempo del vespro e quello della sera,
quello della notte e quello del canto del gallo, c’è il crepuscolo, il mattutino, l’ora
prima, l’ora terza, l’ora sesta, l’ora nona.
Per quanto riguarda i luoghi, il corpo si può disporre in diverse posizioni,
diversamente adatte alla contemplazione. Uno preferisce stare in piedi, un altro in
ginocchio; uno si prosterna con tutto il corpo, giacendo prono oppure supino; uno tiene
la faccia tra le ginocchia, un altro la copre con la mano; uno siede appoggiandosi su un
gomito, un altro su tutti e due; uno solleva gli occhi più in alto che può, un altro li fissa
in basso, un terzo li volge di qua e di là; uno sta fermo, un altro cammina. Quindi, come
dice l’Apostolo, ciascuno «preferisce seguire il proprio parere» [Rm 14,5] o, come dice
il poeta comico, «ciascuno ha le proprie abitudini».
A proposito di tutto ciò, ho trovato trasmessa questa regola: ciascuno si disponga nel
modo che secondo lui rende più facile l’accesso alla contemplazione — eccettuati
coloro che la disciplina di una regola comune vincola all’osservazione di determinati
tempi, luoghi e posizioni del corpo; giacché «guai a coloro che provocano scandalo»
[Mt 18,7] con il loro modo inusitato di comportarsi. Infatti chi ha devastato «la vigna»
del Signore? «Un animale selvatico» [Sal 79,9.14] come costui.
Alcuni si trovano bene in un luogo fuori mano, semibuio, angusto, basso e immerso
in un silenzio così profondo da far quasi paura. Costoro abitano «in luoghi cavernosi e
in spelonche» [Eb 11,38]; manca poco che si rifugino nei sepolcri. Per altri è migliore
un luogo aperto, molto luminoso, ampio, circondato da ogni parte dal cielo e dall’aria.
Costoro abitano nei deserti e sui monti, dove, a sentire il beato Gerolamo, risplende un
sereno ben più terso che non nelle città piene di fumo. Ne puoi trovare di quelli cui ogni
rumore reca disturbo, mentre per altri non è di alcun fastidio ma anzi di aiuto un luogo
leggermente pervaso o dal mormorio di acqua che scorre, o dal fruscio di foglie che
cadono, o dal canto degli uccelli, o dal sibilo del vento, o dallo sciabordio delle onde dei