Page 51 - Teologia Mistica
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Si rallegrino coloro che hanno un buon carattere fin dalla nascita, poco importa se
ciò derivi da mirabile operazione divina, come avvenne in Giovanni Battista, oppure
dipenda dall’influsso dei corpi celesti o dall’ereditarietà; si rallegrino coloro che hanno
ricevuto una buona educazione, che forma il costume. Rendano grazie qualunque sia
l’origine della loro buona indole, e facciano in modo di non sprecare una simile grazia.
Come dice Bernardo, ciascuno provveda «a che la parola che esce dalla bocca di Dio
non torni vuota a lui, ma fiorisca e produca tutto quello per cui è stata inviata», in modo
da poter dire [con l’Apostolo]: «La grazia di Dio non è stata vana in me» [1Cor 15,10].
Giacché il disprezzare il dono e il non usarlo in ordine allo scopo per cui è stato donato
si traduce in una offesa contro il donatore, e sarebbe espressione di una superbia
intollerabile, ingrata e sgradevole.
[CONSIDERAZIONE III]
La terza considerazione mostra in breve i vari stati
e uffici nella Chiesa, e cosa convenga a ciascuno ecc.
È impossibile enumerare tutti i diversi stati e uffici presenti nella vita pubblica.
Abbiamo già detto che, come avviene nel corpo fisico, anche nel Corpo Mistico le
diverse membra non hanno tutte la stessa funzione. Ma siccome la contemplazione
richiede otium e libertà dalle preoccupazioni esteriori, e d’altra parte molti non riescono
ad attendere ai doveri dello stato cui sono legati senza perdersi in un gran trambusto di
attività coinvolgenti anche il corpo e i sensi, non ci vuol altro perché costoro si tengano
lontani dalla ricerca della pace della contemplazione! Chi è costretto a vivere in mezzo
alla confusione non compirà bene nessuna delle due cose: «Lo vedranno i nemici, e
derideranno i suoi sabati» [Lam 1,7].
Tacciamo sui lavori manuali, i commerci, la faticosa vita dei campi, il vincolo
matrimoniale, che costringe la moglie a pensare alle cose del mondo, come piacere al
marito, e il marito a provvedere alla moglie e ai figli.
Rivolgiamo la nostra attenzione ai prelati della Chiesa: Gregorio dice che essi
devono immergersi più di tutti gli altri nella contemplazione. Ma essi sbaglierebbero e
si esporrebbero al dileggio se si sforzassero in primo luogo di giungere alla
contemplazione, mentre devono preoccuparsi delle necessità spirituali e materiali dei
loro sottoposti. E sarebbero poi vittime di una tentazione o di una vana curiosità se,
trascurando la cura del popolo, cercassero soddisfazioni nella dolcezza dell’otium
contemplativo: così facendo infatti violerebbero il comandamento di Dio per dedicarsi a
cose non dettate dalla necessità ma di loro propria scelta. Diverso è il caso quando in un
ecclesiastico la contemplazione sia divenuta tanto familiare, che egli, ormai capace di
fare entrambe le cose, riesce senza alcun turbamento ad operare mentre contempla e a
contemplare mentre opera, come un angelo di Dio, o almeno riesce sempre a limitarsi
nell’una attività e a passare all’altra, come si conviene a colui che si trova nello stato in
cui si pratica la perfezione.
È inoltre stato e dovere degli ecclesiastici, soprattutto dei religiosi, tendere
all’acquisto di questa perfezione, giacché essi sono posti nella scuola della devozione e
dell’orazione per essere come degli occhi che guidino le altre membra del Corpo
Mistico sia verso di sé che verso Dio.