Page 30 - Teologia Mistica
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nomi  ed  ha  due  potenze,  o  due  occhi,  o  due  funzioni,  giacché  è,  insieme,  capace  di
                  comprendere il vero e di amare il bene.
                     Ma  come  la  volontà  si  antepone  alla  ragione  e  la  tendenza  del  senso  alla
                  immaginazione — lo abbiamo detto in precedenza —, lo stesso vale, analogamente, per
                  la  facoltà  del  sentimento  rispetto  a  quella  del  puro  intelletto.  Perciò  quando  questa
                  facoltà  superiore  [dell’intelletto]  passa  nel  proprio  affetto,  si  dice  che  in  certo  qual
                  modo si eleva al di sopra di sé e per così dire si autosupera. Ecco perché un tale atto
                  d’amore  si  chiama  elevazione  al  di  sopra  della  mente  o  al  di  sopra  dello  spirito,  e
                  perché, conseguentemente, di chi lo compie si dice: è al di sopra di se stesso; oppure: è
                  al di fuori di se stesso. Possiamo illustrare la cosa considerando quel che spesso avviene
                  nella  stessa  facoltà  sensibile.  Sia  in  noi  sia  negli  esseri  privi  di  ragione  talvolta  la
                  sensazione, nei suoi atti cognitivi, resta inerte di fronte a quel che ode o vede; spesso
                  invece, nell’udire o vedere certe cose, è pervasa da una tale attrazione da balzare quasi
                  fuori di sé ed esultare tutta, come un cavallo libero che diventa padrone di un campo
                  aperto. A volte la facoltà sensibile, quasi non riuscisse più a contenersi, si protende e si
                  effonde tutta nella cosa  desiderata,  cerca  di  trasferirsi  in  essa,  di  unirvisi,  anzi  in  un
                  certo senso di penetrare in essa completamente. Guardiamo gli occhi di certe persone:
                  come scintillano,  come  brillano,  come vorrebbero riuscire ad abbracciare avidamente
                  tutto!
                     Applichiamo  questo  esempio  alla  facoltà  superiore  dell’intelletto  e  consideriamo
                  come si presenta quando si limita a conoscere senza essere pervasa da affetto, e come
                  invece si presenta quando passa ad amare le realtà contemplate. Illustriamolo con gli
                  esempi  di  cui  si  servono  i  teologi  mistici.  Se  mettiamo  sul  fuoco  un  recipiente
                  contenente dell’acqua, questa si riscalda. Dapprima essa si mantiene nel recipiente, ma
                  quando  il  calore  aumenta  ed  essa  bolle,  sembra  quasi  non  riuscir  più  a  contenersi  e
                  allora, in forza del calore, sale e fuoriesce dal recipiente. Allo stesso modo la mente non
                  ancora riscaldata dall’amore sta chiusa in se stessa; quando invece grazie all’amore ha
                  concepito uno spirito di fervore, va in certo qual modo oltre se stessa, come se balzasse
                  e volasse fuori di sé. Ancora: pensiamo ai raggi del sole che cadono sopra uno specchio
                  concavo:  grazie  alla  loro  concentrazione  incendiano  la  stoppa  e  la  trasformano  in
                  fiamma  che  si  eleva  in  alto.  Allo  stesso  modo  il  nostro  intelletto,  quando  viene
                  illuminato dalla contemplazione rasserenante delle realtà celesti, talvolta rimane privo
                  di  calore,  freddo;  talaltra  invece  nasce  in  lui  un  amore  così  ardente,  grazie  alla
                  concentrazione dei raggi celesti, che si solleva nel sentimento e non riesce più a stare in
                  se stesso e a contenersi, ma piuttosto esulta di giubilo. Di qui la terza differenza.



                                              [CONSIDERAZIONE XXX]

                                    La trentesima considerazione addita a quale scuola
                                  si apprenda rispettivamente la speculativa e la mistica
                                       ed espone altre differenze tra le due teologie,
                                 e quale diversità ci sia tra uomini dotti e semplici fedeli.

                     Tra la teologia speculativa e la teologia mistica vi sono ancora altre differenze, che
                  derivano dal diverso modo di acquisirle.
                     Una  [quarta]  differenza  sta  nel  fatto  che  la  teologia  speculativa  fa  uso  di
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