Page 28 - Teologia Mistica
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Suprema.
Infine la contemplazione, che è la considerazione libera e agevole di quelle realtà che
la meditazione ricerca con grande difficoltà, in un’anima ben disposta è accompagnata
dal proprio sentimento, cioè da un amore similmente libero, puro, agevole e distaccato,
e per questo motivo lo si può chiamare amore estatico o giubilo, che alla devozione
aggiunge facilità e giocondità incredibile e indescrivibile, inesprimibile e al di sopra di
ogni conoscenza.
Questa è la sapienza di Dio nascosta nel mistero; questa è la teologia mistica da noi
cercata, che conduce ad elevazioni anagogiche al di sopra della nostra mente: teologia
mistica che a volte viene chiamata contemplazione, a volte devozione, a volte carità, a
volte amore di carità. Perciò non sbaglia chi dice che la contemplazione senza amore
non merita il nome di contemplazione. Noi però li distinguiamo l’uno dall’altra,
affinché si colga meglio la verità delle cose e affinché si sappia che — parlando
appropriatamente —, come la contemplazione risiede nella facoltà cognitiva
dell’intelletto, così la teologia mistica risiede nella corrispondente facoltà affettiva
[della sinderesi].
[PARTE SESTA
L’ACQUISIZIONE DELLA TEOLOGIA MISTICA
E LE SUE DIECI DIFFERENZE
RISPETTO ALLA TEOLOGIA SPECULATIVA]
[CONSIDERAZIONE XXVIII]
La sesta parte principale, dalla ventottesima
considerazione fino alla trentacinquesimo [esclusa],
tratta dell’acquisizione della teologia mistica
e delle dieci differenze di quest’ultima rispetto alla teologia speculativa.
La ventottesima considerazione
mostra in qual modo si giunga alla teologia mistica
e poi la definisce con diverse definizioni.
La conoscenza di Dio attraverso la teologia mistica si acquisisce meglio col
sentimento di penitenza che con la ricerca intellettuale. A parità di condizioni, inoltre, la
teologia mistica è preferibile e più perfetta della teologia simbolica o della teologia
propria, cui si dedica la contemplazione, come l’amore è più perfetto della conoscenza,
la volontà dell’intelletto, la carità della fede.
Questa seconda parte della tesi per ora diamola per presupposta, per quanto io ben
sappia che molti grandi autori hanno sostenuto la tesi opposta. Ma sulla prima parte, che
risponde direttamente al quesito, nessuno dubita che la purificazione o purgazione della
facoltà del sentimento avvenga col fervore della penitenza nella compunzione, nella
contrizione e nell’orazione, che fa ruggire per il gemito del cuore. E quantunque il
profeta dica: «Nella mia meditazione divamperà il fuoco» [Sal 38,4], cioè il fuoco
dell’amore, [in tale salmo] la parola meditazione non è presa nel senso di ricerca
accurata della verità, di cui abbiamo detto sopra, bensì piuttosto nel senso di