Page 13 - Il lavoro dei monaci
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come sta scritto: “ Chi aveva molto non ne ebbe d’avanzo e chi aveva poco non si trovò in penuria”.
                  Ringrazio poi il Signore che ha messo in cuore a Tito uno zelo altrettanto vivo. Egli ha accettato la mia
                  esortazione, non solo, ma essendo ancor più zelante, di sua spontanea volontà s’è posto in via verso di
                  voi. Con lui abbiamo inviato anche un altro fratello che riscuote elogi in tutte le chiese per la sua opera
                  di evangelizzazione. Non solo, ma è stato anche designato dalle chiese come nostro compagno di viaggio
                  per quest’opera di grazia che viene servita da noi a gloria del Signore e come segno della nostra buona
                  volontà. Vogliamo infatti evitare che ci siano di quelli che vengano a sollevare critiche per l’abbondanza
                  della raccolta che noi amministriamo: poiché è nostro proposito compiere il bene non solo dinanzi a Dio
                  ma anche di fronte alla gente. Da queste parole risulta che Paolo esigeva dalle popolazioni divenute sante
                  nel Signore che si dessero da fare per somministrare ai servi di Dio  – i santi – quelle sostanze di cui
                  avessero bisogno. Nel consigliare tale beneficenza, egli adduceva il motivo che essa tornava a vantaggio
                  più di colui che la compiva che non di coloro al cui sostentamento era diretta. E, riguardo a questi ultimi,
                  l’offerta recava un altro vantaggio ancora: era cioè uno stimolo a usare santamente del dono dei fratelli, e
                  loro non avrebbero servito il Signore per lucro ricevendo il contributo come un mezzo per ovviare alla
                  necessità, non per fomentare la pigrizia. Nella beneficenza che Tito stava per consegnargli, il glorioso
                  Apostolo dice che ci mette tanta scrupolosità da ricordare come dalle Chiese gli sia stato assegnato un
                  compagno di viaggio, un uomo di Dio stimato da tutti, le cui benemerenze nell’evangelizzazione erano –
                  com’egli si esprime – elogiate in tutte le Chiese. E nota che quel fratello era stato designato a fargli da
                  compagno per eliminare qualunque diceria della gente: perché cioè nessuno fra le persone deboli nella
                  fede o malvagie di animo potesse pensare che egli trattenesse per sé e mettesse nella sua tasca quello che
                  andava raccogliendo per sovvenire alle necessità dei santi. Diceria facile a spandersi se fosse mancato
                  l’attestato di fratelli dai costumi irreprensibili che l’avessero accompagnato nel consegnare e distribuire il
                  denaro ai bisognosi.
                  Santa gara di generosità.

                  16. 18. Un po’ più avanti dice: Dell’iniziativa benefica a servizio dei santi non occorre che ve ne scriva.
                  So infatti che il vostro animo è pronto, e di questa vostra buona disposizione me ne vanto di fronte ai
                  macedoni. Dico che l’Acaia è pronta già da un anno, e il vostro zelo ha suscitato fra molti una gara di
                  generosità. Vi abbiamo peraltro mandato dei fratelli affinché il vanto che traiamo da voi non vada in
                  fumo sotto questo aspetto ma, come ho detto, siate veramente preparati. Qualora infatti venissero con me
                  del macedoni e vi trovassero impreparati avremmo da far cattiva figura noi – per non dire voi – in questa
                  materia. Ho ritenuto pertanto necessario pregare i fratelli a precedermi da voi per organizzare il dono
                  caritatevole già da voi promesso, di modo che noi troviamo ogni cosa preparata, come si conviene a un
                  gesto  di  generosità  e  non  sembri  una  spilorceria.  Vale  infatti  al  riguardo  il  detto:  Chi  semina  poco
                  raccoglie  poco  e  chi  semina  con  abbondanza  raccoglie  con  abbondanza.  Che  ognuno  dunque  offra
                  secondo quanto ha predisposto nel suo cuore: non di malumore o per forza, poiché Dio ama chi dona
                  con gioia. E questo Dio è ben potente sì da far abbondare in voi ogni grazia, per cui, avendo sempre e
                  dappertutto quel che vi occorre, ve ne avanzi anche per largheggiare in ogni sorta di opere buone, come
                  sta scritto: Ha largheggiato, ha dato ai poveri; la sua giustizia rimane per sempre. E colui che provvede
                  del  seme  chi  ha  da  seminare,  lo  provvederà  anche  del  pane  per  mangiare:  egli  provvederà  e
                  moltiplicherà pure la vostra semenza e aumenterà i frutti della vostra giustizia. In tal modo, arricchiti di
                  ogni sorta di beni, avanzerete in generosità, la quale porterà a un ringraziamento che per nostro mezzo
                  salirà a Dio. Difatti l’iniziativa di bene che si sta organizzando non solo reca aiuto ai santi nella loro
                  povertà  ma  trabocca  in  un  ringraziamento  che  tanta  gente  eleva  al  Signore,  poiché,  con  la  prova  di
                  questo ministero, essi glorificheranno Dio per l’obbedienza che voi professate al vangelo di Cristo e per
                  la sincera generosità con cui fate parte dei vostri beni con essi, e con tutti. Essi pregheranno per voi e vi
                  manifesteranno vivo affetto a motivo della sovrabbondanza di grazie che Dio ha sparse in mezzo a voi.
                  Siano  rese  grazie  a  Dio  per il suo dono ineffabile! Ognun vede la piena di letizia  celeste che inonda
                  l’animo dell’Apostolo mentre si diffonde a parlare dei mutui vantaggi che ricavano dalle loro prestazioni e
                  i soldati di Cristo e i fedeli del popolo di Dio: questi ultimi mentre tributano ai primi quanto hanno di
                  risorse  materiali,  gli  altri  mentre  prodigano  a  costoro  beni  spirituali.  Ne  è  così  colmo  che,  quasi
                  traboccando dalla copia di santo gaudio, esclama: Grazie a Dio per il suo dono ineffabile!
                  Le offerte della gente devota non dispensano dal lavoro.

                  16. 19. L’Apostolo dunque – o, per meglio dire, lo Spirito Santo che aveva preso possesso del suo cuore e
                  lo  riempiva  e  lo  muoveva  –non  si  stancava  di  raccomandare  ai  fedeli  che  avessero  avuto  delle
                  disponibilità  materiali  per  non  far  mancare  nulla  ai  servi  di  Dio  che  nella  Chiesa si erano proposti di





                  Agostino – Il lavoro dei monaci                                            pag. 11 di 23
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