Page 54 - Il combattimento spirituale
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Il rendimento di grazie
Perché tutto il bene che abbiamo e facciamo è di Dio e da Dio, gli dobbiamo rendere grazie di ogni
nostro buon esercizio, di ogni vittoria e di tutti i benefici particolari e comuni ricevuti dalla sua
pietosa mano. E per fare questo nel debito modo, si deve considerare il fine per cui il Signore si
muove a comunicarci le sue grazie, perché da questa considerazione e da questa conoscenza si
impara in qual modo Dio voglia essere da noi ringraziato.
Siccome in ogni beneficio il Signore principalmente intende avere l’onore per sé e attirare noi
all’amore e al servizio suo, prima fa’ con te stessa questa considerazione: Con quale potenza,
sapienza e bontà il mio Dio mi ha concesso e mi ha fatto questo beneficio e questa grazia!.
Poi, vedendo che in te (come proveniente da te) non c’è cosa degna di alcun beneficio, anzi non c’è
altro che demeriti e ingratitudine, con profonda umiltà dirai al Signore: E com’è, Signore, che ti
degni guardare un cane morto, facendomi tanti benefici? Sia benedetto il tuo nome nei secoli dei
secoli.
Finalmente, vedendo che con il beneficio egli vuole essere da te amato e servito, infiammati
d’amore verso un Signore tanto amoroso e del desiderio sincero di servirlo come a lui piace. E
perciò a questo aggiungerai una piena offerta, che farai nel seguente modo.
CAPITOLO LVIII
L’offerta
Perché l’offerta di te stessa sia gradita a Dio sotto tutti i punti di vista, ha bisogno di due cose: una è
l’unione con le offerte fatte da Cristo al Padre; l’altra è che la tua volontà sia distaccata da
qualunque attaccamento alla creatura.
Per quanto riguarda la prima cosa, devi sapere che il Figliuolo di Dio, quando viveva in questa valle
di lacrime, non solo offriva al Padre celeste se stesso e le opere sue, ma con se stesso offriva anche
noi e le opere nostre. Cosicché le nostre offerte si devono fare in unione alle offerte di Cristo e con
la fiducia in esse.
Nella seconda cosa considera bene, prima di offrire te stessa, se la tua volontà ha qualche
attaccamento: qualora ci fosse, essa si deve prima distaccare da ogni affetto. Perciò ricorri a Dio
perché, staccandoti egli con la sua destra, tu possa offrirti alla sua divina Maestà sciolta e libera da
ogni altra cosa.
Sta’ molto attenta a questo: se ti offri a Dio rimanendo attaccata alle creature, non offri il tuo, ma
quello degli altri. Infatti così tu non sei tua, ma appartieni a quelle creature a cui la tua volontà è
attaccata, e ciò dispiace al Signore quasi come se volessimo deriderlo. E in conseguenza di ciò
avviene che le tante offerte che di noi stessi facciamo a Dio non solo ritornano a noi vuote e senza
frutto, ma dopo cadiamo anche in vari difetti e peccati.
Possiamo offrirci a Dio benché attaccati alle creature, ma allo scopo che la sua bontà ce ne liberi,
perché poi possiamo darci totalmente alla sua divina Maestà e al suo servizio: e questo dobbiamo
farlo spesso e con grande affetto.
Sia dunque la tua offerta senza attaccamento ed espropriata di ogni tuo volere, non mirando né ai
beni terreni né a quelli celesti, ma alla pura volontà e alla provvidenza divina a cui ti devi tutta
sottomettere e sacrificare in olocausto perpetuo, e, dimentica di ogni cosa creata, dovrai dire: Ecco,
Signore e Creatore mio, tutta me stessa e ogni mio desiderio in mano alla tua volontà e alla tua
eterna provvidenza; fa’ di me ciò che ti pare e piace in vita, in morte e dopo la morte, così nel
tempo come nell’eternità.
Se farai sinceramente a questo modo (di ciò ti accorgerai quando ti accadono cose contrarie), da
terreno ti trasformerai in evangelico e beatissimo mercante (cfr. Mt 13,45): infatti tu sarai di Dio e
Dio sarà tuo, essendo egli sempre di coloro che, distaccandosi dalle creature e da se stessi, si danno
e si sacrificano completamente a sua Divina Maestà.
Ora tu vedi qui, figliuola, un modo potentissimo di vincere tutti i tuoi nemici, perché se la suddetta