Page 50 - Il combattimento spirituale
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quest’arma è il sangue stesso e la carne con l’anima e la divinità di Cristo. Con quelle si combatte
contro i nemici con la virtù di Cristo. Con questa combattiamo contro quelli insieme con Cristo e
Cristo li combatte insieme con noi, perché chi mangia la carne di Cristo e beve il suo sangue rimane
con Cristo e Cristo rimane con lui (cfr. Gv 6,56-57).
E poiché quest’arma può essere maneggiata e questo santissimo sacramento può essere ricevuto in
due modi: sacramentalmente una volta al giorno e spiritualmente ogni ora e ogni momento, nel
secondo modo devi usare spessissimo quell’arma e nel primo modo ogniqualvolta ti concesso.
CAPITOLO LIV
Il modo di ricevere il santissimo sacramento dell’eucaristia
Per diversi fini possiamo noi accostarci a questo divinissimo sacramento e per conseguirli dobbiamo
fare diverse cose divise in tre tempi: prima della comunione; quando stiamo per comunicarci e dopo
la comunione.
Prima della comunione, anche se la riceviamo per una qualsiasi finalità, abbiamo bisogno di lavarci
e di mondarci con il sacramento della penitenza dalla macchia di peccato mortale qualora vi fosse.
Dopo è necessario che con tutto l’affetto del cuore offriamo noi stessi con tutta l’anima, con tutte le
forze e con tutte le facoltà a Gesù Cristo e a quanto piace a lui, poiché egli in questo santissimo
sacramento dà a noi il suo sangue e la sua carne con l’anima, con la divinità e con i suoi meriti. E
considerando che poco o quasi niente è il nostro dono rispetto al suo, dobbiamo desiderare di avere
quanto gli hanno offerto e dato tutte le creature umane e celesti per offrirlo a sua divina Maestà.
Perciò volendolo tu ricevere allo scopo che in te siano vinti e distrutti i tuoi e i suoi nemici, prima
della comunione comincia dalla sera o quanto prima a considerare il desiderio che ha il Figliuolo di
Dio che tu gli faccia spazio nel tuo cuore con questo santissimo sacramento, per unirsi con te a
aiutarti a espugnare ogni tua viziosa passione. Questo desiderio è così grande e immenso in nostro
Signore, che da creato intelletto non può essere compreso.
Tu, per rendertene in qualche modo capace, t’imprimerai bene nella mente due cose.
Una è l’ineffabile compiacimento di Dio sommamente buono di starsene con noi: questo egli
chiama sue delizie (cfr. Pro 8,3 1).
L’altra consiste nel considerare che egli odia sopra ogni cosa il peccato, sia come impedimento e
ostacolo alla sua unione con noi da lui tanto bramata, sia come in tutto contrario alle sue divine
perfezioni. Essendo Dio sommo bene, pura luce e bellezza infinita, non può non odiare e detestare
infinitamente il peccato: esso non è altro che tenebre, difetto e macchia intollerabile delle nostre
anime.
E’ così ardente quest’odio del Signore contro il peccato, che alla sua distruzione sono state ordinate
tutte le opere dell’Antico e del Nuovo Testamento, e particolarmente quelle della sacratissima
passione del suo Figliuolo, il quale, dicono gli illuminati servi di Dio, per annullare in noi ogni
nostra ben piccola colpa di nuovo (se ve ne fosse bisogno) si esporrebbe a ben mille morti.
Da queste considerazioni tu riuscirai a comprendere sia pure molto imperfettamente il grande
desiderio del Signore di entrare nel tuo cuore, per scacciarne e abbattere del tutto i tuoi e i suoi
nemici: perciò accenderai in te una viva voglia di riceverlo per lo stesso scopo. Diventata così tutta
generosa e animata dalla speranza della venuta in te del tuo celeste Capitano, chiama più volte a
battaglia la passione che hai presa di mira per vincerla; reprimila poi con replicate avverse voglie,
producendo atti di virtù contrari a quella passione. E così andrai continuando la sera e la mattina
prima della santissima comunione.
Quando poi stai per ricevere il santissimo sacramento, un poco prima darai un breve sguardo alle tue
mancanze a cominciare dalla precedente comunione fino a ora. Esse sono state da te commesse
come se Dio non ci fosse né avesse tanto sopportato per te nei misteri della croce, facendo tu più
conto di una vile soddisfazione e delle tue voglie che della volontà di Dio e del suo onore. Quindi
con vergogna di te stessa e con un santo timore ti confonderai nella tua ingratitudine e nella tua
indegnità. Ma pensando poi che l’abisso smisurato della bontà del tuo Signore chiama l’abisso della