Page 57 - Il combattimento spirituale
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Intorno alle cadute, farai quanto ti ho detto nel capitolo XXVI, dove ho indicato quello che bisogna
fare quando siamo feriti.
Ti sforzerai di abbattere e di mandare a terra la causa di esse.
Fortificherai la volontà per fare questo e per acquistare le virtù con la diffidenza di te stessa, con la
confidenza in Dio, con l’orazione e con numerosi atti, con i quali tu possa provare l’odio del vizio e
desiderare la virtù contraria.
Le vittorie e le opere buone che avrai fatte ti siano sospette.
Inoltre ti consiglio di non considerarle molto, per il pericolo quasi inevitabile almeno di qualche
motivo nascosto di vanagloria e di superbia. Perciò, quali che siano, dopo averle tutte affidate alla
misericordia divina, indirizza il tuo pensiero al molto più che ti rimane da fare.
Per quanto tocca poi il rendimento di grazie per i doni e i favori a te fatti dal Signore in quel giorno,
riconoscilo come artefice di ogni bene e ringrazialo di averti liberata da tanti nemici manifesti e
molto più da quelli occulti; di averti dato pensieri buoni e occasioni per praticare le virtù; infine
ringrazialo per qualunque altro beneficio che tu stessa ignori.
CAPITOLO LXI
In questa battaglia bisogna continuare a combattere sempre fino alla morte
Fra le altre cose richieste in questo combattimento, una è la perseveranza con la quale dobbiamo
attendere a mortificare sempre le nostre passioni che in questa vita non muoiono mai, anzi
germogliano ogni ora come erba cattiva. E questa è battaglia che siccome non finisce se non con la
vita, così non può essere da noi evitata; e chiunque in essa si rifiuta di combattere, necessariamente
o viene preso oppure vi perisce.
Oltre a ciò si ha da fare con nemici che ci portano odio continuo: perciò non se ne può giammai
sperare pace né tregua, poiché uccidono più crudelmente chi più cerca di farsi loro amico.
Non ti devi però spaventare per la loro potenza e per il loro numero, perché in questa battaglia non
può essere superato se non chi vuole. E tutta la forza dei nostri nemici sta in mano al Capitano, in
onore del quale dobbiamo combattere. Non solo egli non permetterà che essi prevalgano su di te, ma
prenderà anche le armi per te; ed essendo più potente di tutti i tuoi avversari, ti darà la vittoria in
mano se tu, combattendo virilmente insieme a lui, confiderai non in te ma nella sua potenza e nella
sua bontà.
Se il Signore non ti concedesse così presto la palma, non ti perdere d’animo Infatti devi essere più
certa di una cosa e questo ti gioverà anche per combattere fiduciosamente: se ti comporterai da
fedele e generosa guerriera, egli trasformerà in tuo beneficio e in tuo vantaggio tutte le cose che ti si
faranno incontro e quelle che più ti sembreranno lontane anzi contrarie alla tua vittoria, di
qualunque genere siano.
Tu dunque, figliuola, seguendo il tuo celeste Capitano che per te ha vinto il mondo e ha consegnato
se stesso alla morte, attendi con magnanimo cuore a questa battaglia e alla totale distruzione di tutti
i tuoi nemici: se ne lasciassi vivo anche uno solo, ti sarebbe come fuscello negli occhi e lancia nei
fianchi e ti impedirebbe il corso di così gloriosa vittoria.
CAPITOLO LXII
Il modo di prepararci contro i nemici che ci assaltano nel momento della morte
Benché tutta la nostra vita sia una guerra continua sopra la terra (cfr. Gb 7,1 Volgata), tuttavia la
principale e più segnalata giornata la vivremo nell’ultima ora del gran passaggio: infatti chiunque
cade in quel punto, non si alza più. Quello che devi fare per trovarti allora ben preparata è che in
questo tempo a te concesso tu combatta virilmente, perché chi combatte bene in vita facilmente
ottiene vittoria in punto di morte per l’abitudine buona già fatta.
Oltre a ciò pensa spesse volte con attenta considerazione alla morte, perché, quando sopraggiungerà,