Page 56 - Il combattimento spirituale
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alleggerire la pena, ma per apprendere il modo di sopportarla secondo come a Dio piace.
            Non usare le comunioni, le orazioni e gli altri esercizi per scendere dalla croce, ma per ricevere
            forza di esaltare questa croce a maggior gloria del Crocifisso. Non potendo meditare e pregare a
            modo tuo per la confusione mentale, medita come meglio puoi. E quello che non puoi eseguire con
            l’intelletto, fatti violenza per eseguirlo con la volontà e con le parole parlando con te stessa e con il
            Signore, perché ne vedrai effetti mirabili e così il tuo cuore riprenderà fiato e forza.
            Potrai dire dunque in tal caso: Perché ti rattristi, anima mia, perché su di me gemi? Spera in Dio:
            ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio (Sal 42,6). Perché, Signore, stai lontano,
            nel tempo dell’angoscia ti nascondi? Non abbandonarmi mai (Sal 10, 1).
            Ricordandoti di quella sacra dottrina infusa da Dio al tempo delle tribolazioni nella sua diletta Sara,
            moglie di Tobia, servitene anche tu dicendo con viva voce: Chiunque ti serve ha per certo che la
            sua  vita  riceverà  la  corona  delle  prove  sostenute  e  la  liberazione  dalle  tribolazioni;  e  pure  se
            castigato, potrà contare sulla tua misericordia. Tu infatti non godi della nostra perdizione, perché
            dopo la tempesta concedi la pace e dai gioia dopo le lacrime e il pianto. O Dio di  Israele, sia
            benedetto il tuo nome nei secoli (Tb 3,20-23 Volgata).
            Ti ricorderai ancora del tuo Cristo, che nell’orto e sulla croce per sua gran pena fu abbandonato dal
            Padre celeste nella parte sensibile, e sopportando con lui la croce dirai di tutto cuore: Sia fatta la tua
            volontà (Mt 26,42). Se così farai, la tua pazienza e la tua orazione faranno salire le fiamme del
            sacrificio del tuo cuore fino al cospetto di Dio e tu rimarrai vera devota essendo, come ti ho detto, la
            vera devozione una viva e ferma prontezza di volontà a seguire Cristo con la croce in spalla (cfr. Lc
            9,23) per qualunque via ne inviti e chiami a sé; e a volere Dio per Dio e lasciare talvolta Dio per
            Dio.
            Se molte persone che attendono allo spirito e massimamente le donne misurassero il loro profitto da
            questa  e  non  dalla  devozione  sensibile,  non  sarebbero  ingannate  da  loro  stesse  né  dal  demonio;
            nemmeno  si  addolorerebbero  inutilmente,  anzi  ingratamente,  di  un  tanto  bene  fatto  ad  esse  dal
            Signore, ma attenderebbero con maggior fervore a servire sua divina Maestà che tutto dispone o
            permette a gloria sua e per nostro bene.
            In questo ancora si ingannano le donne, che con timore e prudenza si guardano dalle occasioni di
            peccato. Talora essendo esse molestate da orribili, brutti e spaventevoli pensieri e talora da visioni
            ancora più brutte, si confondono e si perdono d’animo e si convincono di essere abbandonate da Dio
            e completamente lontane da lui, non potendo persuadersi che, in una mente piena di siffatti pensieri,
            possa abitare il suo divino spirito.
            Restando  così  molto  abbattute,  tali  donne  quasi  sono  sul  punto  di  disperarsi  e  di  ritornarsene
            nell’Egitto dopo aver lasciato ogni  loro buon esercizio.  Queste non comprendono bene la grazia
            concessa  loro  dal  Signore,  il  quale  le  fa  assalire  da  questi  spiriti  di  tentazione  per  indurle  alla
            conoscenza di se stesse e perché si accostino a lui come bisognose di aiuto. Perciò ingratamente si
            addolorano per quello di cui dovrebbero essere riconoscenti all’infinita bontà.
            Quello  che  tu  devi  fare  in  tali  avvenimenti  è  di  sprofondarti  nella  considerazione  della  tua
            inclinazione perversa. Per il tuo bene Dio vuole che tu conosca che essa è pronta a ogni gravissimo
            male, e che senza il suo soccorso tu precipiteresti in estrema rovina. E da questo acquista speranza e
            confidenza che egli ti aiuterà, poiché ti fa vedere il pericolo e ti vuole attirare più vicino a sé con
            l’orazione e con il ricorso a lui, al quale perciò ne devi rendere umilissime grazie.
            Tieni per certo che simili spiriti di tentazione e simili brutti pensieri meglio  si cacciano con una
            paziente tolleranza della pena e con un deciso volgere di spalle, anziché con una resistenza troppo
            ansiosa.

                                                     CAPITOLO LX

                                                  L’esame di coscienza

            Per l’esame di coscienza considera tre cose: le cadute di quel giorno; la loro causa;  l’animo e la
            prontezza che dimostri per far loro guerra e acquistare le virtù ad esse contrarie.
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