Page 58 - Il combattimento spirituale
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la  temerai  meno  e  la  mente  sarà  libera  e  pronta  alla  battaglia.  Gli  uomini  mondani  fuggono  da
            questo pensiero, per non cessare di compiacersi nelle cose terrene: poiché stanno volentieri attaccati
            ad esse con amore, sentirebbero pena se pensassero di doverle lasciare. Così non diminuisce il loro
            affetto disordinato, anzi va sempre più prendendo forza; e il separarsi poi da questa vita e da cose
            tanto care è per loro di affanno inestimabile, e alle volte maggiore in quelli che più lungamente le
            hanno godute.
            Per fare meglio questa importante preparazione, potrai anche immaginare qualche volta di trovarti
            sola  senza  nessun  aiuto,  posta  tra  le  strettezze  della  morte,  e  di  richiamarti  alla  mente  le  cose
            seguenti che ti potrebbero in quel momento travagliare. Quivi poi discorrerai intorno ai rimedi che ti
            porterò, per potertene meglio servire in quell’ultima angustia: infatti il colpo che si deve fare una
            volta sola, bisogna prima impararlo bene per non commettere errore, dove non c’è possibilità di
            correzione.

                                                    CAPITOLO LXIII

                                   Quattro assalti dei nostri nemici nell’ora della morte.
                             Si parla prima dell’assalto contro la fede e dei modo di difendersi

            Quattro  sono  gli  assalti  principali  e  più  pericolosi  con  i  quali  i  nostri  nemici  sono  soliti  farsi
            incontro a noi nell’ora della morte. Sono questi:  la tentazione contro la fede, la disperazione, la
            vanagloria e varie illusioni e trasformazioni dei demoni in angeli di luce.
            Quanto al primo assalto, se il nemico ti comincia a tentare con i suoi falsi argomenti, lascia presto
            l’intelletto e ritirati nella volontà dicendo: Va’ indietro, satana (Mt 16,23), padre di menzogne (Gv
            8,44), perché io non ti voglio neppure sentire, bastandomi credere quanto crede la santa chiesa
            romana. E non dar luogo per quanto puoi ai pensieri intorno alla fede, pur sembrandoti innocui;
            anzi li devi considerare come pretesti del demonio per attaccare briga.  E se anche non facessi a
            tempo a distogliervi la mente e a riprendere animo, sta’ forte e ben salda per non cedere a qualunque
            ragione o autorità di sacra Scrittura che l’avversario adducesse: infatti tutte saranno manchevoli o
            male addotte o male interpretate, anche se a te paressero buone, chiare ed evidenti.
            Se  l’astuto  serpente  ti  domandasse  quello  che  crede  la  chiesa  romana,  non  gli  rispondere;  ma
            vedendo il suo inganno e che vorrebbe anche sedurti con le parole, fa’ un atto interiore di più viva
            fede; oppure per farlo scoppiare di sdegno, rispondigli che la santa chiesa romana crede la verità. E
            se il maligno replicasse: Qual è questa verità?, tu ripiglia: Quello appunto che essa crede.
            Soprattutto tieni sempre il tuo cuore fisso sul Crocifisso, dicendo: Dio mio, creatore e salvatore
            mio, soccorrimi presto e non ti allontanare da me, perché io non mi allontani dalla verità della tua
            santa fede cattolica; e ti piaccia che, come in quella fede sono nata per tua grazia, così in essa a
            gloria tua io termini questa vita mortale.

                                                    CAPITOLO LXIV

                                    L’assalto della disperazione. Rimedio contro di essa

            L’altro assalto con il quale il perverso demonio si sforza di abbatterci completamente è lo spavento
            che ci incute con il ricordo delle nostre colpe, per farci precipitare dentro la fossa della disperazione.
            In tale pericolo attieniti a questa regola certa: i pensieri dei tuoi peccati sono dalla grazia e a tua
            salvezza quando in te producono effetto di umiltà, di dolore dell’offesa di Dio e di confidenza nella
            sua  bontà.  Ma  quando  ti  turbano  e  ti  rendono  diffidente  e  pusillanime  sebbene  ti  sembrassero
            pensieri di cose vere e sufficienti a convincerti che tu sei dannata e che per te non c’è più tempo di
            salvezza, riconoscili pure per effetti dell’ingannatore; umiliati di più e confida di più in Dio, perché
            a questo modo con le sue stesse armi vincerai il nemico e darai gloria al Signore.
            Addolorati  pure  dell’offesa  fatta  a  Dio  ogni  volta  che  ti  viene  in  mente,  ma  chiedine  perdono
            confidando nella sua passione.
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