Page 59 - Il combattimento spirituale
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Ti dico di più: se ti sembrasse che lo stesso Dio ti dicesse che tu non sei delle sue pecorelle, tu non
dovresti tralasciare per nessun motivo di confidare in lui, ma dovresti dirgli umilmente: Hai ben
ragione, Signor mio, di riprovarmi per i miei peccati, ma io ho una ragione maggiore di confidare
nella tua pietà perché tu mi perdoni. Perciò ti chiedo la salvezza di questa meschina tua creatura
dannata sì, per la sua malizia, ma redenta a prezzo del tuo sangue. Redentore mio, mi voglio
salvare a gloria tua, e confidando nella tua immensa misericordia mi abbandono tutta nelle tue
mani. Fa’ di me quanto a te piace, perché tu sei il mio unico Signore; e se anche mi uccidessi, pure
voglio tenere vive in te le mie speranze (cfr. Gb 13,15 Volgata).
CAPITOLO LXV
L’assalto della vanagloria
Il terzo assalto è quello della vanagloria e della presunzione.
In questo non ti lasciare mai per nessuna via immaginabile indurre sia pure a una minima
compiacenza di te stessa né delle tue opere. Ma il tuo compiacimento sia puramente nel Signore,
nella sua pietà, nelle opere della sua vita e della sua passione.
Umiliati sempre più agli occhi tuoi fino all’ultimo respiro e riconosci Dio solo come autore di ogni
bene che ti ricordi d’avere compiuto. Ricorri al suo aiuto, ma non lo aspettare per i tuoi meriti, pur
avendo superato molte e grandi battaglie. E sta sempre in un santo timore confessando sinceramente
che tutti i tuoi preparativi di guerra sarebbero vani, se sotto l’ombra delle sue ali non ti raccogliesse
il tuo Dio, nella cui protezione unicamente confiderai.
Seguendo questi avvisi, i tuoi nemici non potranno prevalere contro di te. E così ti aprirai la strada,
per passare lietamente alla Gerusalemme celeste (cfr. Ap 2 1, 1ss).
CAPITOLO LXVI
L’assalto delle illusioni e delle false apparizioni nell’ora della morte
Se l’ostinato nostro nemico, che non si stanca mai di tormentarci, ti assalisse con false apparizioni e
si trasformasse in angelo di luce, sta’ ferma e salda nella cognizione del tuo niente e digli
arditamente: Ritorna, infelice, nelle tue tenebre, perché io non merito visioni né ho bisogno d’altro
che della misericordia del mio Gesù e delle preghiere di Maria Vergine, di san Giuseppe e degli
altri santi.
Se pure ti paresse per molti segni quasi evidenti che fossero cose venute dal cielo, rifiutale
ugualmente e allontanale da te quanto puoi; e non temere che questa resistenza, fondata nella tua
indegnità, dispiaccia al Signore: infatti se la faccenda sarà sua, egli saprà ben chiarirla e tu niente
perderai; poiché chi dà la grazia agli umili (cfr. l Pt 5,5) non la toglie a motivo degli atti di umiltà
che si compiono.
Queste sono le armi più comuni, che il nemico suole adoperare contro di noi in quell’estremo passo.
Egli poi va tentando ciascuno secondo le particolari inclinazioni, alle quali lo conosce più soggetto.
Però prima di avvicinarsi l’ora del gran conflitto, dobbiamo armarci bene e combattere
strenuamente contro le nostre passioni più violente e che più ci signoreggiano, per facilitare la
vittoria nel tempo che ci toglie ogni altro tempo di poterlo fare: Combattili finché non li avrai
distrutti (cfr. 1Sam 15,18).