Page 41 - Il combattimento spirituale
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lontani da quelle imperfezioni che crediamo di trovare in essi.
Il sagace demonio, scorgendo in noi siffatta pessima disposizione d’animo, vigila continuamente per
aprirci gli occhi e tenerci svegli per vedere, esaminare e ingrandire le mancanze altrui. Le persone
superficiali non credono e non conoscono quanto egli si adoperi e studi per imprimere nelle nostre
menti i piccoli difetti di questo e di quello, non potendovi imprimere i grandi. Però se egli vigila a
tuo danno, sta’ desta anche tu per non cadere nei suoi lacci; e appena ti presenta qualche errore del
tuo prossimo, ritira subito da quello il pensiero, e se pure ti senti muovere al giudizio, non ti lasciar
indurre ad esso. Considera, invece, che a te non è stata data questa facoltà (cfr. Mt 7, 1; Lc 6,3 7; 1
C or 4,5): benché così fosse, non potresti darne un giudizio retto, trovandoti attorniata da mille
passioni e purtroppo inclinata a pensar male senza giusto motivo.
Ma per efficace rimedio di ciò ti ricordo di essere occupata col pensiero nei bisogni del tuo cuore,
perché sempre più ti andrai accorgendo di avere tanto da fare e da tribolare in te e per te, che non ti
avanzerà tempo né avrai voglia di badare ai fatti altrui. Inoltre attendendo a tale esercizio nel modo
conveniente, purificherai sempre più il tuo occhio interiore da quei cattivi umori da cui procede
questo vizio pestifero. E sappi che quando malauguratamente pensi alcun male del fratello, qualche
radice dello stesso male è nel tuo cuore, il quale, secondo che si trova mal disposto, così riceve in sé
ogni oggetto simile che gli si fa incontro.
Perciò quando ti senti spinta a giudicare gli altri di qualche difetto, sdegnata contro di te come se
fossi colpevole di quello stesso difetto, dirai nell’animo tuo: Essendo io misera sepolta in questo e
in più gravi difetti, come avrò l’ardire di levare il capo per vedere e giudicare quelli degli altri?. E
così le armi che, indirizzate contro altri venivano a ferire te, adoperate contro di te porteranno salute
alle tue piaghe.
Che se l’errore commesso è chiaro e manifesto, scusalo con affetto pietoso e credi che in quel
fratello vi siano delle virtù nascoste. Per custodirle il Signore permette che egli cada o abbia per
qualche tempo quel difetto, perché si mantenga più umile agli occhi suoi e a causa anche del
disprezzo altrui ne ricavi frutto di umiliazione e si renda più gradito a Dio. E così il guadagno suo
sarà maggiore della perdita.
Se il peccato è non solo manifesto ma grave e dovuto a un cuore ostinato, ricorri con il pensiero ai
tremendi giudizi di Dio. Alla luce di essi vedrai che uomini prima scelleratissimi hanno poi
raggiunto una grande santità; mentre vedrai che altri dal più sublime stato di perfezione, al quale
pareva fossero pervenuti, sono caduti in un miserevole precipizio. Perciò vivi sempre in timore e
tremore di te stessa (cfr. Fil 2,12), più che di alcun altro.
E convinciti che tutto quel bene che credi del tuo prossimo e per il quale gioisci, è effetto dello
Spirito Santo; mentre ogni disprezzo, giudizio temerario e asprezza contro di lui provengono dalla
propria malizia e dalla suggestione diabolica. Però se qualche imperfezione altrui avesse fatto in te
impressione, non ti rassegnare mai né da’ sonno agli occhi tuoi finché non te la levi dal cuore per
quanto ti è possibile.
CAPITOLO XLIV
L’orazione
Se la diffidenza di noi stessi, la confidenza in Dio e l’esercizio in questo combattimento sono tanto
necessari quanto fin qui si è dimostrato, soprattutto è necessaria l’orazione (che è la quarta cosa e la
quarta arma proposte all’inizio), con la quale non solo possiamo conseguire da Dio Signore nostro
le cose dette, ma ogni altro bene. Infatti l’orazione è strumento per ottenere tutte le grazie, che da
quel fonte divino di bontà e di amore piovono sopra di noi.
Se te ne servirai bene, con l’orazione porrai la spada in mano a Dio perché combatta e vinca per te.
E per servirtene bene, c’è bisogno che tu sia abituata o che ti sforzi di esserlo nelle seguenti cose.
Primo: in te viva sempre un desiderio vero di servire in tutto sua divina Maestà e nel modo che ad
essa più piace. Per accenderti di questo desiderio, considera bene che Dio, a causa dei suoi