Page 39 - Il combattimento spirituale
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provando contraddizione e ribellione nella parte sensuale e inferiore, massimamente fra gli assalti
subitanei e improvvisi, sarà segno, questo, che abbiamo già conseguito la virtù. E quanto i nostri atti
saranno accompagnati da maggior prontezza e allegrezza di spirito, tanto più potremo pensare di
aver progredito in questo esercizio.
Si avverta però che non dobbiamo mai convincerci, come se fosse cosa certa, di essere possessori
delle virtù e del tutto vittoriosi su alcuna nostra passione, benché dopo molto tempo e molte
battaglie non avessimo sentito i suoi stimoli: infatti qui possono ancora insinuarsi l’astuta azione del
demonio e la nostra natura ingannevole. Per cui alle volte è vizio quello che per occulta superbia
pare virtù. Inoltre se miriamo alla perfezione alla quale Dio ci chiama, pur avendo fatto molto
cammino nella via della virtù, dovremo persuaderci di non essere nemmeno entrati nei suoi primi
confini.
Perciò tu, come novella guerriera e quasi bambina proprio allora nata per combattere, ripiglia
sempre come da principio i tuoi esercizi quasi che nulla avessi precedentemente fatto. E ti ricordo,
figliuola, di attendere piuttosto ad andare avanti nelle virtù che a fare un esame minuzioso del
proprio profitto, perché il Signore Dio, vero e solo scrutatore dei nostri cuori, ad alcuni fa conoscere
ciò e ad alcuni no, secondo che vede se a tale cognizione seguirà o umiliazione o superbia; e, come
Padre amorevole, agli uni toglie il pericolo e agli altri porge occasione di crescere nelle virtù. E
perciò, benché l’anima non si avveda del suo progresso, seguiti pure nei suoi esercizi, perché lo
vedrà quando piacerà al Signore, per suo maggior bene.
CAPITOLO XLI
Non dobbiamo lasciarci prendere dalla voglia di essere liberi dai travagli che sosteniamo
pazientemente.
Il modo di regolare tutti i nostri desideri perché siano virtuosi
Quando ti ritrovi in qualunque cosa sia pure penosa e la sostieni con animo paziente, sta’ attenta a
non lasciarti mai persuadere dal demonio o dal tuo amor proprio a desiderarne la liberazione, perché
da ciò ti verrebbero due danni principali.
L’uno è che, qualora questo desiderio non ti togliesse sul momento la virtù della pazienza, almeno a
poco a poco ti andrebbe disponendo all’impazienza.
L’altro è che la tua pazienza si renderebbe difettosa e sarebbe ricompensata da Dio solamente per
quello spazio di tempo in cui tu patissi. Invece se tu non avessi desiderato la liberazione, ma ti fossi
del tutto rimessa alla sua divina bontà, benché in effetti il tuo patire fosse stato di un’ora sola e
anche meno, il Signore lo avrebbe riconosciuto per un servizio di lunghissimo tempo.
Perciò in questa e in tutte le cose abbi per regola universale di tenere i tuoi desideri così lontani da
ogni altro oggetto, da mirare puramente e semplicemente al loro vero e unico scopo, che è il volere
di Dio. In tal modo essi saranno giusti e retti e tu in qualunque contrarietà starai non solo quieta ma
contenta: non potendo accadere nessuna cosa senza la suprema volontà, volendo tu quella, ti
disporrai a volere insieme e a ricevere tutto ciò che desideri e che succede in ogni circostanza.
Questo, che non si intende dei peccati tuoi o altrui poiché Dio non li vuole, avviene in ogni pena
causata dai peccati stessi o da qualche altro motivo, anche se essa fosse tanto violenta e penetrasse
così addentro che, toccando il fondo del cuore, quasi seccasse le radici della vita naturale: anche
questa è croce con cui Dio si compiace favorire talora i suoi amici più intimi e cari.
E ciò che dico della sofferenza che incontri in ogni caso, intendilo riferito anche a quella parte di
ciascun travaglio che rimane, e che il Signore desidera che noi sosteniamo, dopo aver usato tutti i
mezzi leciti per liberarcene. Anche questi si devono regolare in base alla disposizione e alla volontà
di Dio, il quale li ha ordinati allo scopo che ce ne serviamo, perché egli così vuole, e non con
attaccamento a noi stessi, né perché amiamo e desideriamo la liberazione dalle cose moleste più di
quanto, appunto, il suo servizio e il suo beneplacito richiedono.
CAPITOLO XLII