Page 38 - Il combattimento spirituale
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che  in  queste  la  natura  superba  si  reprime  e  sia  ancora  perché,  sostenendole  noi  volentieri,
            accontentiamo  ed  esaltiamo  pienamente  il  nostro  Dio,  cooperando  con  lui  in  una  cosa  dove
            sommamente  splendono  la  sua  ineffabile  bontà  e  onnipotenza:  essa  consiste  nel  cogliere  dal
            pestifero veleno della malizia e del peccato il prezioso e saporito frutto della virtù e del bene.
            Perciò sappi, figliuola, che non appena il Signore scopre in noi il vivo desiderio di riuscire davvero
            e  di  attendere  come  si  deve  a  così  glorioso  acquisto,  subito  ci  prepara  il  calice  delle  più  forti
            tentazioni e delle occasioni più dure possibili perché a suo tempo lo prendiamo. E noi, riconoscendo
            in ciò l’amore suo e il nostro proprio bene, lo dobbiamo ricevere volentieri a occhi chiusi e berlo
            tutto fino in fondo sicuramente e prontamente, poiché è medicina composta da una mano che non
            può errare, con ingredienti tanto più utili all’anima quanto più in se stessi sono amari.

                                                   CAPITOLO XXXIX

                       Come possiamo valerci di diverse occasioni per l’esercizio di una stessa virtù

            Si è visto sopra come per qualche tempo sia più fruttuoso l’esercizio di una sola virtù che di molte
            insieme  e  che  secondo  quella  bisogna  regolare  le  occasioni  che  si  incontrano,  benché  tra  loro
            diverse. Ora considera come ciò si possa eseguire assai facilmente.
            Forse  accadrà  in  uno  stesso  giorno  e  anche  nella  stessa  ora  d’essere  ripresi  per  un’azione  che
            tuttavia è buona, o che per altro si mormori di noi; che ci sia duramente negato qualche favore da
            noi  richiesto  o  qualsivoglia  ben  piccola  cosa;  che  si  pensi  male  di  noi  senza  ragione;  che  ci
            sopravvenga qualche dolore corporale; che ci sia imposta qualche faccenda noiosa; che ci sia offerta
            una vivanda mal condita o che ci avvengano altre cose più importanti e dure da tollerare, delle quali
            è piena la miserabile vita umana. Pur potendo produrre diversi atti di virtù nella varietà di questi o
            di simili avvenimenti, nondimeno, volendo osservare la regola mostrata, ci andremo esercitando con
            atti tutti conformi alla virtù che allora avremo per le mani.
            Per  esempio:  se  nel  tempo  in  cui  verranno  le  dette  occasioni  ci  eserciteremo  nella  pazienza,
            produrremo atti che siano finalizzati a sopportarle tutte volentieri e con allegrezza d’animo. Se il
            nostro esercizio sarà di umiltà, in tutte quelle contrarietà ci conosceremo degni di ogni male. Se di
            obbedienza,  ci  sottoporremo  prontamente  alla  mano  potentissima  di  Dio  e  per  sua  compiacenza
            (poiché egli così vuole) alle creature ragionevoli e anche inanimate, dalle quali ci vengono queste
            contrarietà. Se di povertà, ci contenteremo di essere spogliati e privi di ogni consolazione o grande o
            piccola di questo mondo. Se di carità, produrremo atti d’amore e verso il nostro prossimo, come
            strumento  del  bene  che possiamo  acquistare, e verso il Signore Dio, come principale e amorosa
            causa, da cui procedono o sono permessi quegli incomodi per nostro esercizio e spirituale profitto.
            E da quanto diciamo intorno ai diversi avvenimenti che possono  avvenire per ciascun giorno, si
            comprende  nello  stesso  tempo  come  in  una  sola  occasione  d’infermità  o  di  altro  travaglio
            lungamente protratti possiamo andare facendo atti di quella virtù in cui allora ci stiamo esercitando.

                                                     CAPITOLO XL

                      Il tempo da impiegare nell’esercizio di ciascuna virtù e i segni del nostro profitto

            Quanto  al  tempo  nel  quale  bisogna  continuare  nell’esercizio  di  ciascuna  virtù  non  sta  a  me
            determinarlo, poiché ciò si deve regolare in base allo stato e al bisogno dei singoli, al progresso che
            si va facendo nella via dello spirito e al giudizio di chi ci guida per quella via. Ma se vi si attendesse
            davvero con quei modi e con quella sollecitudine di cui abbiamo parlato, senza dubbio in non molte
            settimane ci si avvantaggerebbe moltissimo.
            E’ segno d’aver fatto progresso nella virtù quando nell’aridità, fra le tenebre e le angustie dell’anima
            e nella privazione dei gusti spirituali saldamente si va continuando negli esercizi virtuosi. Di ciò
            darà anche assai chiaro indizio il contrasto che, nel produrre gli atti della virtù, ci farà la sensualità:
            quanto questa andrà perdendo di forze, tanto sarà da stimare d’aver avanzato in quella. Perciò non
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