Page 33 - Il combattimento spirituale
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appunto come un niente. Se infine leverai la mente alla divinità e all’immensa Maestà del tuo Dio e
            al servizio che merita, vedrai chiaramente che da qualunque opera tua deriva non vanità ma tremore
            grande. Onde per tutte le vie in ogni opera tua, per santa che essa sia, con tutto il cuore devi dire al
            tuo Signore: O Dio, sii propizio a me peccatrice (cfr. Lc 18,13).
            Ti avverto ancora di non voler essere facile a scoprire i doni ricevuti da Dio: questo dispiace quasi
            sempre al tuo Signore, come ben ci dichiara egli stesso con la seguente dottrina. Una volta egli,
            assumendo le sembianze di un fanciullo e di una pura creatura, apparve a una sua devota che con
            ingenua semplicità lo invitò a recitare la salutazione angelica. Egli cominciò prontamente dicendo:
            Ave, Maria, piena di grazia, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne; e poi si fermò, perché
            non volle con le altre parole che seguivano lodare se stesso. E mentre ella lo pregava di proseguire,
            nascondendosi, egli lasciò nella consolazione la sua serva manifestandole con il suo esempio questa
            celeste dottrina.
            Figliuola, impara anche tu ad abbassarti conoscendoti per quel niente che sei con tutte le opere tue:
            questo è il fondamento di tutte le altre virtù. Prima che noi fossimo, Dio ci creò dal nulla; ora che
            esistiamo per lui, vuole fondare tutto l’edificio spirituale sulla cognizione del nostro nulla. E quanto
            più ci sprofondiamo in esso, tanto più in alto si eleverà l’edificio spirituale; e nella misura in cui
            andremo scavando la terra delle nostre miserie, il divino architetto vi porrà tante fermissime pietre
            per mandare avanti l’edificio. Non convincerti, figliuola, di poterti mai abbassare tanto che basti;
            anzi abbi di te questa stima che se cosa infinita si potesse dare in una creatura, tale sarebbe la tua
            viltà. Con questa cognizione ben radicata possediamo ogni bene; senza di essa siamo poco più di
            niente, anche se facessimo le opere di tutti i santi e stessimo sempre occupati in Dio.
            O beata cognizione, che ci fa felici in terra e gloriosi in cielo!
            O luce che, uscendo dalle tenebre, rende le anime lucide e chiare!
            O gioia non conosciuta, che risplende tra le nostre immondizie!
            O niente che, conosciuto, ci fa padroni del tutto!
            Non mi sazierei mai di parlarti di ciò: se vuoi lodare Dio, accusa te stessa e brama di essere accusata
            dagli  altri.  Umiliati  con  tutti  e  sotto  di  tutti,  se  vuoi  in  te  esaltare  lui  e  te  in  lui.  Se  desideri
            ritrovarlo, non ti innalzare perché egli fuggirà. Abbassati e abbassati quanto puoi, perché egli verrà a
            trovarti e ad abbracciarti. E tanto ti accoglierà e ti stringerà più teneramente a sé con amore, quanto
            più ti renderai vile agli occhi tuoi e ti compiacerai di essere umiliata da tutti e rigettata come cosa
            abominevole.
            Stimati indegna di tanto dono che il tuo Dio, per te disonorato, ti fa per unirti a sé; non mancare di
            rendergli spesso grazie e di tenerti obbligata a chi te ne ha dato occasione, e di più a quelli che ti
            hanno oltraggiata oppure pensano che tu mal volentieri e di non buona voglia lo sopporti. Anche se
            così fosse, non devi darlo a vedere all’esterno.
            Se nonostante tante considerazioni purtroppo vere, l’astuzia del demonio, l’ignoranza e la nostra
            cattiva inclinazione, prevalessero in noi in modo che i pensieri di autoesaltazione non cessassero di
            turbarci e di fare impressione nel nostro cuore, pure allora è tempo d’umiliarci tanto più agli occhi
            nostri quanto più vediamo che dalla prova abbiamo poco profittato nella via dello spirito e nella
            leale conoscenza di noi stessi, poiché non possiamo liberarci da siffatte molestie che hanno radice
            nella nostra vana superbia. Così dal veleno caveremo miele, e sanità dalle ferite.

                                                   CAPITOLO XXXIII

                        Alcuni avvertimenti per vincere le passioni viziose e acquistare nuove virtù

            Benché ti abbia detto molto sul modo da seguire per superare te stessa e ornarti delle virtù, tuttavia
            mi rimane d’avvertirti di altre cose.
            Primo.  Volendo  acquistare  delle  virtù,  non  lasciarti  mai  convincere  a  preferire  quegli  esercizi
            spirituali ai quali con superficialità sono assegnati i giorni della settimana, uno per una virtù e gli
            altri per le altre. Ma l’ordíne della battaglia e dell’esercizio sia di fare guerra a quelle passioni che ti
            hanno sempre danneggiata e tuttora spesso ti assaltano e ti danneggiano, e di ornarti delle virtù ad
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