Page 28 - Il combattimento spirituale
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nello stesso tempo la pace, la tranquillità del cuore e la confidenza; e fornita di queste armi, rivolgiti
poi al Signore perché l’inquietudine che si prova per il peccato non ha per oggetto l’offesa di Dio,
ma il proprio danno.
Il modo di recuperare questa pace è che tu per il momento dimentichi del tutto la caduta e ti metta a
considerare l’ineffabile bontà di Dio; come egli oltre ogni dire è pronto e desidera perdonare
qualunque peccato, benché grave, chiamando il peccatore in vari modi e per molte vie, perché
ricorra a lui e si unisca a lui, per essere santificato in questa vita con la sua grazia e reso eternamente
beato nell’altra con la gloria.
Siccome con queste o simili considerazioni avrai pacificato la mente, ti volgerai alla tua caduta
facendo come di sopra ho detto. Poi nel tempo della confessione sacramentale, che ti esorto a fare
frequentemente, riprendi tutte le tue cadute; e con nuovo dolore, con dispiacere dell’offesa di Dio e
con il proponimento di non offenderlo più, scoprile sinceramente al tuo padre spirituale.
CAPITOLO XXVII
L’ordine seguito dal demonio nel combattere e nell’ingannare sia quelli che vogliono darsi alla virtù
sia quelli che già si trovano nella schiavitù del peccato
Devi sapere, figliuola, che il demonio non attende ad altro che alla nostra rovina e che non con tutti
combatte allo stesso modo.
Per cominciare a descriverti alcuni dei suoi combattimenti, dei suoi metodi e dei suoi inganni, ti
pongo innanzi diversi stati dell’uomo.
Alcuni si trovano nella schiavitù del peccato senza darsi nessun pensiero di liberarsene. Altri
vogliono liberarsene, ma non cominciano l’impresa. Altri credono di camminare per la via della
virtù, e invece se ne allontanano. Altri finalmente, dopo l’acquisto delle virtù, cadono con maggior
rovina. E di tutti discorreremo distintamente.
CAPITOLO XXVIII
Il combattimento e gli inganni usati dal demonio con quelli che tiene nella schiavitù del peccato
Tenendo qualcuno nella schiavitù del peccato, il demonio non attende ad altro che ad accecarlo
sempre più e a rimuoverlo da qualunque pensiero che possa indurlo alla cognizione della sua
infelicissima vita. Né lo rimuove solamente dai pensieri e dalle ispirazioni che lo chiamano alla
conversione con altri pensieri contrari, ma con pronte e sollecite occasioni lo fa cadere nello stesso
peccato o in altri maggiori. Perciò diventando più folta e cieca la sua cecità, più viene a precipitarsi
e ad abituarsi nel peccato; così da questa a maggior cecità e da questa a maggior colpa, quasi in un
circolo vizioso scorre la sua misera vita fino alla morte, se Dio non vi provvede con la sua grazia.
Il rimedio a ciò, per quanto tocca a noi, è che colui il quale si ritrova in questo infelicissimo stato sia
sollecito nel dare spazio al pensiero e alle ispirazioni che dalle tenebre lo chiamano alla luce,
gridando con tutto il cuore al suo Creatore: Signor mio, aiutami, aiutami presto e non mi lasciare
più in queste tenebre di peccato. Né lasci di replicare più volte e di gridare in questo o in un modo
somigliante.
Se è possibile, corra subito subito da un padre spirituale chiedendo aiuto e consiglio per potersi
liberare dal nemico. E non potendo andarvi subito, ricorra con ogni sollecitudine al Crocifisso,
buttandosi innanzi ai suoi sacri piedi con la faccia a terra; come pure ricorra a Maria Vergine,
chiedendo misericordia e aiuto. E sappi che in questa sollecitudine sta la vittoria, come nel seguente
capitolo intenderai.
CAPITOLO XXIX
L’arte e gli inganni con cui il demonio tiene legati quelli che, conoscendo il loro male, vorrebbero