Page 26 - Il combattimento spirituale
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Le  cose  che  ti  cadono  in  cuore  per  dirle,  siano  da  te  considerate  prima  che  passino  alla  lingua,
            perché di molte t’accorgerai che sarebbe bene che da te non fossero mandate fuori. Ma ti avverto
            inoltre; non poche ancora di quelle cose che allora penserai essere bene che tu dica, sarebbe molto
            meglio se le seppellissi con il silenzio. E questo lo conoscerai pensandovi, dopo che sarà passata
            l’opportunità di parlarne.
            Il silenzio, figliuola mia, è una gran fortezza della battaglia spirituale e una certa speranza della
            vittoria. Il silenzio è amico di chi diffida di se stesso e confida in Dio; è custode della santa orazione
            e aiuto meraviglioso per l’esercizio delle virtù.
            Per abituarti a tacere considera spesso i danni e i pericoli della loquacità e i grandi beni del silenzio;
            prendi amore per questa virtù e, per farti l’abitudine, taci per qualche tempo anche dove non sarebbe
            male  parlare  purché  questo  non sia a te o ad altri di  pregiudizio.  Perciò  ti gioverà pure lo  stare
            lontana dalle conversazioni, perché invece degli uomini avrai per compagnia gli angeli, i santi e lo
            stesso Dio. Finalmente ricordati del combattimento che hai per le mani, perché, vedendo quanto in
            questo hai da fare, ti verrà voglia di lasciare le eccessive parole.

                                                    CAPITOLO XXV

                 Per ben combattere contro i nemici, il soldato di Cristo deve fuggire con tutte le sue forze i
                                           turbamenti e le inquietudini del cuore

            Siccome,  avendo  perduto  la  pace  del  cuore,  dobbiamo  fare  tutto  quello  che  è  possibile  per
            recuperarla, così devi sapere che non può succedere nessun avvenimento al mondo che ce la debba
            ragionevolmente togliere oppure turbare. Dobbiamo, sì rammaricarci dei nostri peccati, ma con un
            dolore pacifico nel modo in cui sopra in più di un luogo ho dimostrato; così, senza inquietudine
            d’animo,  si  compassioni  con  pio  affetto  di  carità  ogni  altro  peccatore  e  si  piangano  almeno
            interiormente le sue colpe.
            Quanto agli altri avvenimenti gravi e faticosi come infermità, ferite, morti anche dei nostri più stretti
            parenti, pesti, guerre, incendi e simili mali, benché siano per lo più rifiutati dalle persone del mondo
            come molesti alla natura, pur tuttavia possiamo con la divina grazia non solo volerli, ma oltre a
            questo tenerli cari come giuste pene per gli scellerati e come occasioni di  virtù  per i  buoni; per
            questi motivi se ne compiace anche il nostro Signore Dio e se noi asseconderemo la sua volontà,
            passeremo con l’animo quieto e tranquillo fra tutte le amarezze e le contrarietà di questa vita. E
            renditi pur certa che ogni nostra inquietudine dispiace ai suoi occhi divini, perché essa, qualunque
            ne sia l’origine, è sempre accompagnata da imperfezione e procede sempre da qualche cattiva radice
            d’amor proprio.
            Perciò tieni sempre desta una guardia, la quale, appena scopre qualsiasi cosa che possa turbarti e
            inquietarti, ti avverta acciocché tu prenda le armi della difesa considerando che tutti quei mali e
            molti altri simili, benché appaiano così all’esterno, non sono però veri mali né possono toglierci i
            veri beni. Tieni presente che tutti li ordina o permette Dio per i suddetti retti fini o per altri a noi
            sconosciuti, ma senza dubbio giustissimi e santissimi. Così, rimanendo l’animo tranquillo e in pace
            in qualunque avvenimento benché dannoso, si può fare molto bene; altrimenti ogni nostro esercizio
            riesce poco o per niente fruttuoso.
            C’è da dire inoltre che mentre il cuore è inquieto, è sempre esposto ai diversi colpi dei nemici; e per
            giunta non possiamo noi in tale stato scorgere bene il diritto sentiero e la via sicura della virtù.
            Il nostro nemico, che aborrisce moltissimo questa pace come luogo dove abita lo spirito di Dio per
            operarvi  cose  grandi,  spesse  volte  sotto  amiche  insegne  tenta  di  levarcela  servendosi  di  diversi
            desideri che hanno apparenza di bene, ma il loro inganno si può, tra gli altri segni, conoscere dal
            fatto che ci tolgono la quiete del cuore. Onde per riparare a tanto danno, quando la sentinella ti
            preavvisa d’alcun nuovo desiderio, non aprirgli la porta del cuore se prima non lo presenti a Dio
            libera  da  qualunque  proprietà  e  volere  e,  confessando  la  tua  cecità  e  ignoranza,  non  lo  preghi
            insistentemente  di  farti  vedere  con  la  sua  luce  se  viene  da  lui  oppure  dall’avversario.  E  ricorri
            ancora quando puoi al giudizio del tuo padre spirituale.
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