Page 21 - Il combattimento spirituale
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alla fatica e alla difficoltà, che il vizio della negligenza porta ai principianti.
            Tu dunque devi spesso considerare che una sola elevazione di mente a Dio e una sola genuflessione
            fatta in suo onore vale più di tutti i tesori del mondo; e che ogniqualvolta facciamo violenza a noi
            stessi e alle passioni viziose, gli angeli portano all’anima nostra dal regno del cielo una corona di
            gloriosa  vittoria.  Che  al  contrario  a  poco  a  poco  Dio  va  togliendo  ai  negligenti  le  grazie  loro
            concesse, e ai diligenti le aumenta facendoli poi entrare nel suo proprio gaudio. Se tu nei primi inizi
            non sei tanto forte da andare generosamente incontro alla fatica e alla difficoltà, le devi nascondere
            in modo che sembrino più piccole di quanto dai negligenti siano giudicate.
            Ammettiamo pure che il tuo esercizio richieda molti e molti atti e una fatica diuturna per acquistare
            una virtù, e che i nemici da espugnare ti paiano molti e forti. Tuttavia comincia tu a produrre atti,
            quasi che ne abbia pochi da fare e che per pochi giorni debba faticare; e combatti contro un nemico
            come se non ve ne fossero altri da combattere, però con una confidenza grande che tu con l’aiuto di
            Dio sei più forte di loro. Così facendo, la negligenza comincerà a debilitarsi e a disporsi poi in modo
            che vi entri di mano in mano la virtù contraria.
            Lo stesso dico dell’orazione. Talvolta il tuo esercizio richiede un’ora di orazione e questo sembra
            duro alla tua negligenza: immergiti in essa quasi volessi pregare per lo spazio di un ottavo d’ora,
            perché facilmente passerai all’altro e da questo a quello che rimane. E se in ciò talora nel secondo o
            negli  altri  ottavi  sentissi  ripugnanza  e  difficoltà  troppo  violente,  tralascia  l’esercizio  per  non
            infastidirti; riprendi però di li a poco di nuovo l’esercizio tralasciato.
            Tale metodo devi osservare anche nelle opere esteriori quando ti accade di dover fare più cose per le
            quali, parendo esse alla tua negligenza molte e difficoltose, tu vieni a disturbarti tutta. Con tutto ciò
            comincia coraggiosamente e tranquillamente da una, come se non avessi altro da fare; così facendo
            diligentemente, riuscirai a compierle tutte con molta minor fatica di quello che ti sembrava nella tua
            negligenza. Se tu non farai nel modo suddetto e non andrai incontro alla fatica e alla difficoltà che ti
            si  mostrano, il vizio  della negligenza prevarrà talmente su  di  te che la fatica e la difficoltà, che
            comporta  inizialmente  l’esercizio  delle  virtù,  ti  terranno  ansiosa  e  insofferente  non  solo  quando
            saranno presenti ma anche quando saranno assenti: infatti  temerai  sempre di  essere tormentata e
            assalita dai nemici e di vederti qualcuno alle spalle che ti imponga qualche cosa; per cui nella stessa
            tranquillità vivresti inquieta.
            Sappi, figliuola, che questo vizio della negligenza con il suo nascosto veleno a poco a poco non solo
            fa marcire le prime e piccole radici che dovevano produrre le abitudini virtuose, ma anche quelle
            delle abitudini già acquisite. Come fa il tarlo dentro il legno, così esso va rodendo e consumando
            insensibilmente  l’essenza  della  vita  spirituale;  e  a  ognuno,  ma  particolarmente  agli  spirituali,  il
            demonio tende insidie e tranelli con questo mezzo.
            Vigila, dunque, pregando e operando bene, e non aspettare a tessere il panno per la veste nuziale
            allorquando dovrai esserne ornata per incontrare lo sposo (cfr. Mt 2 5,6. 10). E ricordati ogni giorno
            che chi ti dà la mattina non ti promette la sera, e, se ti  è  data la sera, non ti viene promessa la
            mattina. Perciò spendi tutti i momenti della giornata secondo il volere di Dio proprio come se non ti
            fosse concesso altro tempo, tanto più che di ogni momento dovrai rendere minutissimo conto.
            Concludo  avvertendoti  di  reputare  come  perduta  quella  giornata  in  cui,  pur  avendo  fatto  molte
            faccende, non avrai ottenuto parecchie vittorie contro le cattive inclinazioni e contro la tua volontà,
            né  avrai  ringraziato  il  tuo  Signore  dei  suoi  benefici  e particolarmente della sua penosa passione
            sofferta per te, nonché del paterno dolce castigo quando ti avrà fatta degna del tesoro inestimabile di
            alcune tribolazioni.


                                                    CAPITOLO XXI

               Il modo di regolare i sensi esteriori e come da quelli si possa passare alla contemplazione della
                                                         divinità

            Grande avvertenza e continuo esercizio si richiedono nel reggere e nel regolare bene i nostri sensi
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