Page 23 - Il Maestro
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devono  essere  valutati  più  dei  segni.  Tutto  ciò  che  è  mezzo,  è
                  necessariamente  inferiore  al  fine  cui  è  destinato.  Non  la  pensi
                  diversamente?
Ad.  -  Ritengo  che  in  proposito  non  si  deve  concludere
                  senza sufficiente esame. Penso che il termine coenum (sozzura), in quanto
                  nome, è assai più nobile della cosa che significa. Il fatto che nell'udirlo ci
                  nausea  non  deriva  dalla  parola  anche  perché  coenum,  in  quanto  nome,
                  mutata  una  sola  lettera,  diventa  coelum  (cielo).  Ma  noi  sappiamo  la
                  distanza che esiste fra gli oggetti significati da questi nomi. Pertanto non
                  attribuirei  in  alcun  modo  al  segno  ciò  che  si  detesta  nell'oggetto
                  significato  e  quindi  giustamente  lo  valuto  di  più  dell'oggetto  stesso.
                  Difatti  volentieri  lo  percepiamo  con  l'udito,  ma  non  con  qualsiasi  altro
                  senso.
Ag. - Detto con molta perspicacia. Dunque è falso che tutte le cose
                  si devono valutare più dei loro segni.
Ad. - Sembra.
Ag. - Dimmi dunque
                  che intenzione ebbero, secondo. te, coloro che hanno imposto un nome a
                  una  cosa  tanto  disgustosa  e  spregevole.  Li  approvi  o  disapprovi?
Ad.  -
                  Non  oserei  né  approvarli  né  disapprovarli  e  non  so  che  intenzione
                  ebbero.
Ag.  -  Puoi  dire  almeno  che  intenzione  hai  tu  quando  pronunci

                  questo nome?
Ad. - Questo sì certamente. Intendo usare quei segni per
                  insegnare o far ricordare al mio interlocutore il concetto che, secondo me,
                  è  necessario  impari  o  ricordi.
Ag.  -  Dunque  l'insegnare  o  far  ricordare,
                  l'imparare o ricordare ciò che con questo nome tu strumentalmente offri o
                  ti viene offerto, non deve ritenersi più pregevole del nome stesso?
Ad. -
                  Ammetto  che  la  conoscenza  in  sé,  ottenuta  con  tale  segno,  si  deve
                  preferire al segno, ma non per questo lo ammetto anche della cosa.


                  ... l'uso del segno che il segno ... .



                  9. 26. Ag. - Pertanto nella nostra tesi, sebbene sia falso che tutte le cose
                  sono  da  valutarsi  superiori  ai  propri  segni,  non  è  falso  che  il  mezzo  è
                  meno pregevole dell'oggetto cui è destinato. La conoscenza della sozzura
                  appunto,  alla  quale  questo  nome  è  destinato,  è  da  considerarsi  più
                  pregevole del nome stesso che, a sua volta, come abbiamo stabilito, è più
                  pregevole  della  stessa  sozzura.  E  la  conoscenza  è  stata  considerata
                  superiore  al  segno  in  parola  soltanto  perché  è  evidente  che  l'uno  è  per
                  l'altra e non viceversa. A titolo d'esempio, un ghiottone e adoratore del
                  ventre,  come  è  detto  dall'Apostolo  13,  affermava  che  egli  viveva  per
                  mangiare. Ma un individuo parco, che lo udì, replicò: " Quanto sarebbe
                  meglio  che  tu  mangiassi  per  vivere ".  Tuttavia  entrambi  si  espressero
                  secondo la regola suddetta. Difatti il ghiottone fu rimproverato soltanto
                  perché  considerava  tanto  poco  la  vita  da  subordinarla  al  piacere  della
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