Page 22 - Il Maestro
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...e ai quali essi ci rimandano.
8. 24. Ag. - Così avresti risposto bene a quel tale. Ma che risponderai alla
mia domanda se uomo è nome?
Ad. - Che è nome appunto.
Ag. - E
quando ti vedo, vedo un nome?
Ad. - No.
Ag. - Vuoi dunque che dica io
la conseguenza?
Ad. - No, per favore. Tu hai chiesto se uomo è nome. Ed
io rispondendoti che uomo è nome, dichiaro da me stesso di non essere
uomo. Avevamo già stabilito che si ha enunciato affermativo o negativo
in riferimento alla cosa significata.
Ag. - Ma a me sembra che non invano
ti sei imbattuto in tale risposta poiché la norma logica, propria della
nostra intelligenza, ha eluso la tua vigilanza. Se io ti chiedessi che cos'è
l'uomo, tu forse risponderesti che è un essere animato; e se ti chiedessi
che parte del discorso è uomo, non potresti logicamente rispondere altro
che nome. Si riscontra dunque che uomo è nome ed essere animato. Il
primo si considera dall'aspetto per cui è segno, il secondo da parte
dell'oggetto significato. A chi dunque chiede se uomo è nome dovrei
rispondere che lo è certamente perché dimostra sufficientemente di
volere una risposta dall'aspetto per cui è segno. Se poi chiede se è essere
animato, risponderò affermativamente con maggiore sicurezza. Infatti se,
non parlando di nome o essere animato, chiedesse soltanto che cos'è
uomo, il pensiero, per quella già verificata legge del discorso, si
porterebbe sull'oggetto significato dalle due sillabe. Si risponderebbe
soltanto che è un essere animato, oppure si esprimerebbe tutta la
definizione, cioè essere animato, ragionevole, mortale. Non ti pare?
Ad. -
Sì, certamente. Ma se è stato ammesso che è nome, come si potrà evitare
la conclusione troppo offensiva con cui ci si vuol convincere che non si è
uomini?
Ag. - Come? Ma ribattendo che la conclusione non è tratta nel
senso della nostra risposta all'interlocutore. Ed essa non è da temersi
anche se quegli insiste che la trae in quel senso. In definitiva perché
temere d'ammettere che io non sono uomo, cioè queste due sillabe?
Ad. -
Verissimo. Ma perché allora, se date quelle premesse la conclusione è
valida, offende il sentimento questa frase: " Dunque non sei uomo "?
Ag.
- Perché non posso non pensare che la conclusione si riferisca all'oggetto
significato da queste due sillabe, nell'atto che quelle parole si
pronunciano, in base a quella legge, naturalmente valida, che, uditi i
segni, l'atto del pensiero si porta sui significati.
Ad. - Accetto la tua tesi.
Vale di piú il significato che il segno....
9. 25. Ag. - Pertanto dovresti intendere, ti prego, che gli oggetti significati