Page 35 - Frasi agostiniane
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358. Sensus rerum.
Il senso delle cose. (De dialectica, 6)
359. Nonne similitudinem veritatis matrem, et dissimilitudinem falsitatis esse fatendum
est?
La somiglianza è madre della verità e la dissomiglianza madre della falsità. (Solil. 2,
7, 13)
360. Cives sanctae civitatis Dei in huius vitae peregrinatione secundum Deum viventes
metuunt cupiuntque, dolent gaudentque, et quia rectus est amor eorum, istas omnes
affectiones rectas habent.
I cittadini della santa città di Dio, che vivono secondo lui nel pellegrinaggio di
questa vita, temono e desiderano, si dolgono e godono, e poiché il loro amore è
retto, hanno retti tutti questi sentimenti. (De civ. Dei 14, 9. 1)
361. Nemo potest veraciter amicus esse hominis, nisi fuerit ipsius primitus veritatis; quod
si gratis non fiat, nullo fieri pacto potest.
Nessuno può essere veramente amico dell'uomo se non è innanzi tutto amico della
verità: questo amore se non è disinteressato non è assolutamente possibile. (Ep. 155,
1)
362. Nemo debet securus mori nisi qui novit sic mori ut mors in illo moriatur, vita
coronatur.
Nessuno morirà tranquillo se non chi sa di morire in guisa che per lui la morte avrà
fine e la vita avrà il suo premio. (Serm. 64, 4)
363. Animum cuiuslibet ex nostro novimus, et ex nostro credimus quem non novimus.
Noi conosciamol'anima di qualsiasi uomo per analogia con la nostra, e per analogia
con la nostra crediamo in quella che non conosciamo. (De Trin. 8, 6)
364. Multitudo sapientium sanitas est orbis terrarum.
La moltitudine dei sapienti è salvezza della terra. (De doctr. chr. 4, 5, 8)
365. Homo hominem generat, canis canem, et Deus Deum non generat?
L'uomo genera un uomo, il cane un cane; e Dio non genera Dio? (Coll. cum Max. 14)
366. Nulla re fruitur anima cum libertate nisi qua fruitur cum securitate.
L'anima non gode di un bene con libertà, se non ne gode con sicurezza. (De lib. arb.
2, 13, 37)
367. Cetera quae superflua iacent, aliorum sunt necessaria. Superflua divitum, necessaria
sunt pauperum. Res alienae possidentur, cum superflua possidentur.
Il resto, quello che ti rimane di superfluo, è necessario agli altri. Il superfluo dei
ricchi è necessario ai poveri. Quando si posseggono cose superflue si posseggono
cose che appartengono agli altri. (En. in ps. 147, 12)
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