Page 40 - Forme dell'Intelligenza Spirituale
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sulla cattedra della pestilenza  (Sal 1,1), cioè  sulla dottrina degli eretici. Lo
                  sgabello è l’assoggettamento; nel salmo: Finché avrò posto i tuoi nemici come
                  sgabello dei tuoi piedi (Sal 109, 1). Oppure, è l’umanità di Cristo, come nel
                  salmo: Prostratevi dinnanzi allo sgabello dei suoi piedi (Sal 98,5). La bilancia è
                  l’equità,  o  la  potenza  del  governo  di  Dio;  in  Isaia:  Pesò  i  monti  con  la
                  stadera e i colli con la bilancia (Is 40, 12). La cenere è la futilità della fragilità
                  umana; in Salomone: Perché si insuperbisce, chi non è che terra e cenere? (Ecli
                  10, 9). La pentola è la stirpe; nel salmo: Moab è la pentola della mia speranza
                  (Sal 59, 10), perché la stirpe di Cristo secondo la carne è discesa da Ruth di
                  Moab. In altro senso, la pentola è la cottura della tribolazione; nel profeta:
                  Vedo una pentola che bolle e che viene da settentrione (Ger 1, 13). Le lampade
                  sono le anime risplendenti di giustizia; nel Vangelo: E prepararono le loro
                  lampade (Mt 25, 7). Oppure, sono la chiarezza dei miracoli, o le parole dei
                  predicatori,  che  sprezzano  gli  sciocchi,  com’è  in  Giobbe:  Lampada  che
                  sprezza  i  pensieri  degli  sciocchi  (Gb  12,  5).  Le  tenebre  sono  i  piaceri  o  le
                  dottrine erronee, come nel salmo: Faceva della tenebra un velame (Sal 17, 12).
                  Oppure è il castigo o l’ostilità, come in Isaia: Io formo la luce e creo le tenebre
                  (Is 45, 7). La lucerna è la Chiesa, o l’anima; nel Vangelo: Siano cinti sempre i
                  vostri fianchi e le lucerne accese (Lc 12, 35). Altre volte, le  lucerne sono le
                  opere  buone:  Così  risplenda  la  vostra  luce,  affinché  si  vedano  le  vostre  opere
                  buone (Mt 5, 16). Il moggio è il corpo umano, o la lettera della legge, o il
                  popolo  dei  Giudei;  nel  Vangelo:  Non  si  accende  la  lucerna  per  porla  sotto  il
                  moggio (Mt 5,15). Oppure, è il giusto giudizio o l’equilibrio della mente nel
                  rapportarsi al prossimo e a Dio; perciò dice Mosè: Giusto sia il tuo moggio
                  (Lv  19,  36).  Il  candelabro  è  la  Chiesa,  o  il  corpo  del  Signore,  o  la  santa
                  Scrittura; nel profeta: E vidi a destra dell’altare due candelabri accesi (Zc 4, 2). La
                  mensa  significa  l’altare,  o  il  nutrimento  spirituale;  nel  salmo:  Tu  prepari
                  innanzi a me la mensa (Sal 22, 5).
                  La chiave è l’apertura della scienza spirituale; in Luca: Guai a voi, dottori
                  della Legge, perché vi siete presa la chiave della scienza, ma voi non siete entrati e
                  avete impedito quelli che volevano entrare (Lc 11, 52). Le chiavi sono anche le
                  virtù della giustizia, della misericordia e della pietà; nel Vangelo: Ti darò le
                  chiavi del Regno dei cieli (Mt 16, 19). I chiodi sono il timor di Dio, come nel
                  salmo: Conficca il timore di Te nelle mie carni (Sal 118, 20). Oppure, sono i
                  dotti  nella  nobile  scienza,  come  in  Salomone:  Le  parole  dei  sapienti  sono
                  come pungoli e chiodi piantati in alto (Ec 12, 11). Le spranghe sono le barriere
                  contro  i  sacrileghi  nei  confronti  dei  precetti  divini;  nel  salmo:  Perché  ha
                  rafforzato le spranghe alle tue porte (Sal 147, 12). L’ascia e la mannaia sono la

                  persecuzione dei malvagi; nel salmo: L’han frantumata con ascia e bipenne
                  (Sal  73,6).  La  scure  bipenne  è  il  duplice  tormento,  come  nel  salmo
                  precedente. La  lancia è l’anima del giusto, che si  spande scagliata come
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