Page 29 - Forme dell'Intelligenza Spirituale
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Testamenti;  per  questo  il  salmista,  parlando  a  nome  di  Nostro  Signore
                  sofferente,  dice:  Liberami  dai  corni  degli  unicorni.  Il  rinoceronte  indica
                  una persona forte, sia in senso negativo che positivo; nel libro di Giobbe:
                  Consentirà il rinoceronte a servirti? (Gb 39, 9). L’onagro è l’eremita, o quanti
                  stanno lontani dal volgo; in Giobbe: Chi ha dato la libertà all’onagro? (Gb 39,
                  5).  L’onagro  può  anche  significare  il  popolo  giudeo,  com’è  detto  in
                  seguito  nello  stesso  libro:  E  chi  lo  sciolse  dai  vincoli?;  cioè,  i  vincoli  dei
                  precetti.  Il  cerbiatto  è  Cristo,  o  i  santi,  per  la  varietà  delle  grazie;  in
                  Salomone: Somigli, mio diletto, a una gazzella, o a un cerbiatto (Cn 2, 9). La
                  gazzella ha lo stesso significato. La lepre è il timorato di Dio; nel salmo:
                  La roccia è il rifugio delle lepri e dei ricci. Del riccio si è già detto sopra: i ricci
                  sono una debole progenie, che si rifugia tra le rocce. La volpe è l’eretico, o
                  il diavolo, o il peccatore astuto; nel Vangelo: andate a dire a quella volpe (Lc
                  13,32). L’animale è l’uomo carnale. Il giumento è chi manca d’intelligenza
                  e  di  parola,  o  talvolta  i  mansueti;  nel  salmo:  E  stava  presso  a  te  come
                  giumento  (Sal  72,  22);  talvolta  si  intendono  i  lussuriosi,  come  nel  luogo
                  seguente: Si sono putrefatti i giumenti nel loro sterco (Gl 1, 17). Il cavallo è
                  l’uomo santo; in Abacuc: Poiché tu sali sopra i tuoi cavalli (Abc 3, 8). E, in
                  senso negativo: Inutile è il destriero alla vittoria  (Sal 32, 17),  indicando la
                  persona irragionevole. Nel salmo: Non essere come un destriero, o un mulo
                  senza intendimento (Sal 31, 9). L’asino indica il corpo umano, o il popolo
                  pagano;  nel  Vangelo:  Condussero  a  Gesù  l’asina  e  il  puledro,  misero  loro
                  addosso i mantelli, e ve lo fecero sedere sopra (Mt 21, 7). Con gli asini si vuole
                  anche significare la pigrizia degli stolti, di cui parla Mosè: Non arare con
                  un bove e un asino aggiogati insieme (Dt 22, 10), cioè, non predicare insieme
                  al prudente e allo sciocco: [con il passo sopra citato si vuole indicare] la
                  semplicità  dei  fedeli,  che  sono  condotti  con  la  guida  di  Cristo  a
                  Gerusalemme, cioè alla visione della pace. Perciò è detto: L’asino conosce la
                  greppia  del  suo  padrone  (Is  1,  3).  Al  contrario,  l’asino  può  designare  la
                  smodata lussuria degli sfrontati, come dice il profeta: La loro carne è come
                  quella degli asini (Ez 23, 20). L’asina è la carne, o la plebe che non conosce
                  Dio:  vedi  la  citazione  evangelica  sopra.  Il  cammello  simbolizza  i  ricchi
                  carichi di beni temporali, o di costumi guasti; nel Vangelo: È più facile che
                  un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli
                  (Mt  19,  24).  Ma  il  termine  di  cammello  può  anche  indicare  lo  stesso
                  Signore: Scolate la zanzara e inghiottite il cammello (Mt 23, 24): s’intende qui
                  con  chiarezza  il  Signore  che,  umiliatosi  spontaneamente,  ha  sopportato
                  con  la  sua  dolorosa  passione  il  peso  della  nostra  debolezza,  l’ago  della

                  sofferenza pungente, e delle penose ferite. La zanzara ferisce ronzando, il
                  cammello  invece  si  piega  volontariamente  per  prendere  su di  sé  i  pesi:
                  dunque i Giudei scolarono la zanzara, perché chiesero che fosse rilasciato
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