Page 22 - Del gran mezzo della Preghiera
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L’avvertimento principale che ci fa l’Apostolo S. Giacomo, se vogliamo con la preghiera ottenere
            da Dio le grazie, è che preghiamo con confidenza sicura di essere esauditi se preghiamo, come si
            deve, senza esitare: Ma chieda con fede senza niente esitare (Gc 1,6). Insegna S. Tommaso, che
            l’orazione,  siccome  prende  la  forza  di  meritare  dalla  carità,  così  all’incontro  ha  efficacia  di
            impetrare dalla fede e dalla confidenza (2, 2.ae, q. 83, a. 15). Lo stesso insegna S. Bernardo, dicendo
            che la sola nostra confidenza è quella che ci ottiene le divine misericordie (Serm. III, De annunt.).
            Troppo  si  compiace  il  Signore  della  nostra  confidenza  nella  sua  misericordia  perché  allora  noi
            veniamo  ad  onorarlo  ed  esaltare  quella  sua  infinita  bontà,  che  egli  col  crearci  ha  inteso  di
            manifestare al mondo. Si rallegrino pure, o mio Dio, dice il profeta regale, tutti quelli che sperano
            in  voi,  poiché  essi  saranno  eternamente  beati,  e  voi  sempre  abiterete  in  essi  (Sal  5,11).  Iddio
            protegge e salva tutti coloro che in Lui confidano (Sal 17,31; Sal 16,7). Oh, le gran promesse che
            sono fatte nelle divine Scritture a coloro che sperano in Dio! Chi spera in Dio non cadrà in peccato
            (Sal 33,22). Sì, perché dice David: il Signore tiene gli occhi rivolti a tutti coloro che lo temono e
            confidano nella sua bontà per liberarli col suo aiuto dalla morte del peccato (Sal 32,18-19). Ed in
            altro  luogo  dice  il  medesimo Dio:  Perché  egli ha sperato in  me, lo  libererò, lo  proteggerò... lo
            trarrò  (dalla  tribolazione),  e  lo  glorificherò  (Sal  90,14-15).  Si  noti  la  parola  perché  egli  ha
            confidato in me, io lo proteggerò, lo libererò dai suoi nemici, e dal pericolo di cadere; e finalmente
            gli darò la gloria eterna. Parlando Isaia di coloro che ripongono la loro speranza in Dio dice: Questi
            lasceranno di esser deboli come sono, ed acquisteranno in Dio una gran fortezza; non mancheranno,
            anzi neppure proveranno fatica nel camminare la via della salute, ma correranno e voleranno come
            aquile (Is 40,31). Tutta insomma la nostra fortezza, ci avvisa lo stesso Profeta, consiste nel mettere
            tutta la nostra confidenza in Dio, e nel tacere, cioè nel riposare nelle braccia della sua misericordia,
            senza fidare alle nostre industrie, ed ai mezzi umani (Is 30,15).
            E dove mai s’è dato il caso che alcuno abbia confidato in Dio, e si sia perduto? (Ecli 2,11). Questa
            confidenza era quella che teneva sicuro Davide di non aversi mai a perdere: In te ho posta la mia
            speranza, non resti io confuso giammai (Sal 30,1). E che forse, dice sant’Agostino, Iddio può essere
            ingannatore, mentre egli si offre a sostenerci nei pericoli, se a lui ci appoggiamo, e poi vorrà da noi
            sottrarsi, quando ad esso ricorriamo? David chiama beato chi confida nel Signore (Sal 33,13). E
            perché? Perché, dice lo stesso profeta, chi confida in Dio, si troverà sempre circondato dalla divina
            misericordia (Sal 31,10). Sicché costui sarà talmente d’ogni intorno cinto e guardato da Dio, che
            resterà sicuro dai nemici e dal pericolo di perdersi.
            Perciò l’Apostolo tanto raccomanda di conservare in noi la confidenza in Dio, la quale (ci avvisa)
            certamente riporta da Lui una gran mercede (Eb 10,35). Quale sarà la nostra fiducia, tali saranno le
            grazie che riceveremo da Dio; se sarà grande la fiducia, grandi saranno ancora le grazie. Scrive S.
            Bernardo,  che  la  divina  misericordia  è  una  fonte  immensa;  chi  vi  porta  il  vaso  più  grande  di
            confidenza, quegli ne riporta maggior abbondanza di beni (Serm. 3, De annunt.). E già prima lo
            espresse  il  Profeta  dicendo:  Sia  sopra  di  noi,  o  Signore,  la  tua  misericordia conforme noi  in  te
            abbiamo sperato (Sal 32,22). Ciò ben si avverò nel Centurione, a cui disse il Redentore, lodando la
            sua confidenza: Va’, e ti sia fatto conforme hai creduto (Mt 8,13). E rivelò il Signore a S. Geltrude
            che chi lo prega con confidenza, gli fa in certo modo tanta violenza, che egli non può non esaudirlo
            in tutto ciò che gli cerca. La preghiera, dice S. Giovanni Climaco, fa violenza a Dio, ma violenza
            che gli è cara e gradita (Scal. gr. 28).
            Accostiamoci  adunque,  ci  avvisa  san  Paolo,  con  fiducia  al  trono  di  grazia,  a  fine  di  ottenere
            misericordia, e trovare grazia per opportuno sovvenimento (Eb 4,16). Il trono della grazia è Gesù
            Cristo,  che  al  presente  siede  alla  destra  del  Padre,  non  in  trono  di  giustizia,  ma  di  grazia,  per
            ottenerci il perdono, se ci ritroviamo in peccato, e l’aiuto a perseverare, se godiamo la sua amicizia.
            A questo trono bisogna che ricorriamo sempre con fiducia, cioè con quella confidenza che ci dà la
            fede nella bontà e fedeltà di Dio, il quale ha promesso di esaudire chi lo prega con confidenza, ma
            con  confidenza  stabile  e  sicura.  Chi  all’incontro  lo  prega  con  esitazione,  dice  S.  Giacomo,  che
            costui non pensi di ricevere niente: Imperocché chi esita è simile al flutto del mare mosso e agitato
            dal vento. Non si pensi dunque un tal uomo di ottenere cosa alcuna dal Signore (Gc 1,6-7). Niente
            riceverà perché la sua ingiusta diffidenza, da cui viene agitato, impedirà alla divina misericordia di
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