Page 14 - Del gran mezzo della Preghiera
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dispiace vederci trascurati nel pregare. Come il re, dice S. Bonaventura, stimerebbe infedele quel
capitano, che trovandosi assediato nella piazza, non gli chiede soccorso; così Dio si stima come
tradito da colui, che vedendosi insidiato dalle tentazioni, non ricorre a Lui per aiuto: mentre Egli
desidera, e sta aspettando, che gli si domandi, per soccorrere abbondantemente. Ben lo dichiarò
Isaia, allorché da parte di Dio disse al re Achaz, che gli avesse domandato qualche segno affine di
accertarsi del soccorso, che il Signore voleva dargli: Domanda a tua posta un segno al Signore tuo
Dio (Is 7). L’empio re rispose: Io non voglio cercarlo, perché non voglio tentare Dio (Ibid. 12). E
ciò disse perché confidava nelle sue forze di vincere i nemici senza l’aiuto divino. Ma il profeta indi
lo rimproverò con dire: Udite dunque, casa di Davide: E’ egli adunque poco per voi il far torto agli
uomini, che fate torto anche al mio Dio? (Ibid. 13). Significandoci con ciò, che si rende molesto ed
ingiurioso a Dio, chi lascia di domandargli le grazie che il Signore gli offre.
Poveri figli miei, dice il Salvatore, che vi trovate combattuti dai nemici, e oppressi dal peso dei
vostri peccati, non vi perdete d’animo, ricorrete a me con l’orazione, ed io vi darò la forza di
resistere, e darò riparo a tutte le vostre disgrazie (Mt 11,28). In altro luogo dice per bocca d’Isaia:
"Uomini, ricorrete a me, e benché abbiate le coscienze assai macchiate, non lasciate di venire: e vi
do licenza anche di riprendermi, per così dire, se mai dopo che sarete a me ricorsi, io non farò con
la mia grazia, che diventiate candidi come la neve" (Is 1,18).
Che cos’è la preghiera? "La preghiera, dice il Crisostomo, è un’ancora sicura a chi sta in pericolo
di naufragare; è un tesoro immenso di ricchezze a chi è povero; è una medicina efficacissima a chi
è infermo; ed è una custodia certa a chi vuol conservarsi in santità" (Hom. De Consubst. cont.
Anon.). Che fa la preghiera? La preghiera, dice S. Lorenzo Giustiniani, placa lo sdegno di Dio, che
perdona a chi con umiltà lo prega; ottiene la grazia di tutto ciò che si domanda; supera tutte le forze
dei nemici: insomma muta gli uomini da ciechi in illuminati, da deboli in forti, da peccatori in santi
(De Perfect., c. 12). Chi ha bisogno di luce, la domandi a Dio, e gli sarà data: subito ch’io sono
ricorso a Dio, disse Salomone, egli mi ha concesso la sapienza (Sap 7,7). Chi ha bisogno di
fortezza, la chieda a Dio, e gli sarà donata: subito ch’io ho aperta bocca a pregare, disse Davide, ho
ricevuto da Dio l’aiuto (Sal 118,131). E come mai i santi Martiri acquistarono tanta fortezza da
resistere ai tiranni, se non con l’orazione, che ottenne loro il vigore da superare i tormenti, e la
morte?
Chi si serve insomma di questa grande arma dell’orazione, dice san Pier Crisologo, non cade in
peccato; perde affetto alla terra, entra a dimorare nel Cielo, e comincia sin da questa vita a godere la
conversazione di Dio (Serm. 45). Che serve dunque angustiarsi col dire: Chi sa se io sono scritto o
no nel libro della vita? Chi sa se Dio mi darà la grazia efficace e la perseveranza? Non vi affannate
per niente, dice l’Apostolo, ma in ogni cosa siano manifestate a Dio le vostre richieste per mezzo
dell’orazione e delle suppliche unite al rendimento di grazie (Fil 4,6). Che serve, dice l’Apostolo,
confondervi in queste angustie e timori? Via, discacciate da voi tutte queste sollecitudini, che ad
altro non valgono che a scemarvi la confidenza, e a rendervi più tiepidi e pigri a camminare per la
via della salute. Pregate, e cercate sempre, e fate sentire le vostre preghiere a Dio, e ringraziatelo
sempre delle promesse che v’ha fatte, di concedervi i doni che bramate, sempre che glieli cerchiate:
la grazia efficace, la perseveranza, la salute e tutto quello che desiderate.
Il Signore ci ha posti nella battaglia a combattere con nemici potenti, ma Egli è fedele nelle sue
promesse, né sopporta che noi siamo combattuti più di quel che valiamo a resistere (1 Cr 10,13). E’
fedele perché subito soccorre chi l’invoca. Scrive il dotto eminentissimo cardinale Gotti, che il
Signore non è già tenuto per altro a darci sempre una grazia che sia uguale alla tentazione, ma è
obbligato, quando siamo tentati, e a Lui ricorriamo, di somministrarci per mezzo della grazia che a
tutti tiene apparecchiata, ed offre la forza bastante con cui possiamo attualmente resistere alla
tentazione (De div. grat. q. 2 d. 5, par. 3). Tutto possiamo col divino aiuto, che si dona a ciascuno
che umilmente lo chiede, onde non abbiamo scusa, allorché noi ci lasciamo vincere dalla tentazione.
Restiamo vinti solo per nostra colpa, perché non preghiamo. Con l’orazione, scrive S. Agostino, ben
si superano tutte le insidie e forze dei nemici (De sal. doc. c, 28).
III. - DIO E’ SEMPRE PRONTO AD ESAUDIRCI.