Page 12 - Del gran mezzo della Preghiera
P. 12
madre, perché ella ha cooperato con la sua carità, affinché nascessimo alla vita della grazia nei
fedeli, come membri del nostro capo Gesù Cristo (De S. Virginit. e. 6). Ond’è che siccome Maria ha
cooperato con la sua carità alla nascita spirituale dei fedeli, così vuole Dio, ch’ella cooperi anche
alla sua intercessione a far loro conseguire la vita della grazia in questo mondo, e la vita della gloria
nell’altro. E perciò la Santa Chiesa ce la fa chiamare e salutare con termini assoluti: la vita, la
dolcezza, e la speranza nostra.
Quindi S. Bernardo ci esorta di ricorrere sempre a questa divina Madre, perché le sue preghiere sono
certamente esaudite dal Figlio: Fa’ ricorso a Maria; lo dico francamente, certo il Figlio esaudirà la
Madre. E poi soggiunse: Questa, o figlioli, è la scala dei peccatori, questa la mia massima fiducia,
questa tutta la ragione di mia speranza (Serm. De Aquaed.). La chiama scala il Santo, perché
siccome nella scala non si ascende al terzo gradino, se prima non si mette il piede al secondo; e non
si giunge al secondo, se non si mette piede al primo, così non si giunge a Dio che per mezzo di Gesù
Cristo, e non si giunge a Gesù Cristo che per mezzo di Maria. La chiama poi la massima sua fiducia,
e tutta la ragione di sua speranza, perché Iddio, come suppone, tutte le grazie che a noi dispensa,
vuol che passino per mano di Maria. E conclude finalmente dicendo, che tutte le grazie che
desideriamo, dobbiamo domandarle per mezzo di Maria, perché ella ottiene quando cerca, e le sue
preghiere non possono essere respinte.
E con sentimento conforme a san Bernardo parlano anche sant’Efrem: Noi non abbiamo altra
fiducia se non quella che è da te, o Vergine sincerissima (De Laud. B. M. V.). San Ildefonso: Tutti i
beni che la divina Maestà decretò di loro compartire, stabilì di consegnarli nelle tue mani.
Perciocché a te sono affidati i tesori e gli ornamenti delle grazie (De Cor. Virg. c. 15). S. Germano:
Se tu ci abbandoni, che sarà di noi, o vita dei Cristiani? (De Zon. B. V.). S. Pier Damiani: Nelle tue
mani sono tutti i tesori delle divine commiserazioni (De Nat. S. I.). S. Antonio: Chi domanda senza
di essa tenta di volare senza ali (P. 4 tit. 15. c. 22). San Bernardino da Siena in un luogo dice: Tu
sei la dispensatrice di tutte le grazie; la nostra salute è in tua mano. In altro luogo non solo dice,
che per mezzo di Maria si trasmettono a noi tutte le grazie, ma anche asserisce, che la Beata
Vergine, da che fu fatta madre di Dio, acquistò una certa giurisdizione sopra tutte le grazie, che a
noi si dispensano (Serm. De Nativ. B. M. V. c. 8). E poi conchiude: Perciò si è che tutti i doni, le
virtù, le grazie si dispensano per le mani della medesima a chi vuole, e come vuole. Lo stesso
scrisse S. Bonaventura: Tutta la divina natura essendo stata nell’utero della Vergine, ardisco dire,
che questa Vergine dal cui seno come da un oceano della divinità derivano i fiumi di tutte le grazie,
acquistò una tal quale giurisdizione sopra tutte le effusioni delle grazie.
Onde poi molti teologi fondati sulle autorità di questi santi piamente e giustamente hanno difesa la
sentenza, che non vi è grazia che a noi si dispensa, se non per mezzo dell’intercessione di Maria;
così il Vega, il Mendozza, il Paciucchelli, il Segneri, il Poirè, il Crasset, e molti altri autori col dotto
Padre Natale di Alessandro, il quale scrisse: Dio vuole che tutti i beni aspettiamo da Lui, mediante
la potentissima intercessione della Vergine Madre, quando la invochiamo come conviene (Epist. 76
in calce, t. 4, Moral.). E ne adduce in conferma il riferito passo di S. Bernardo: Questo è il volere di
Colui che il tutto volle darci per Maria (Serm. De Aquaed.). E lo stesso dice il P. Contensone, il
quale sulle parole di Gesù in croce dette a S. Giovanni: Ecco la tua madre, così soggiunse: Quasi
dicesse, niuno sarà partecipe del mio sangue se non per intercessione di mia madre. Le piaghe sono
fonti di grazie, ma a nessuno deriveranno i rigagnoli, se non per il canale di Maria. O Giovanni
discepolo, tanto sarai da me amato, quanto avrai amato Lei (Theol. ment. et cord. t. 2, 1. 10. d. 4.
C. l.). Del resto è certo, che se Dio gradisce, che noi ricorriamo ai Santi, tanto più gli piacerà che ci
avvaliamo dell’intercessione di Maria, acciocché ella supplisca col suo merito la nostra indegnità,
secondo parla S. Anselmo. Parlando poi S. Tommaso della dignità di Maria, la chiama quasi infinita
(1 part. q. 25. a. 6. ad 4.). Onde a ragione dicesi, che le preghiere di Maria sono più potenti appresso
a Dio, che le preghiere di tutto il Paradiso insieme.
Conclusione
Terminiamo questo primo punto, concludendo insomma da tutto quel che si è detto, che chi prega,