Page 81 - Cristianesimo vissuto
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Docilità per accettare, virilità per agire:
pieghevolezza nell’accettazione, energia nell’azione; bisogna ascoltare,
e seguire: ecco le condizioni dell’umiltà. Ascoltare anzitutto
gl’insegnamenti di Dio ed accettare le sue disposizioni, poi seguire la
linea del dovere e praticare le virtù richieste. Bisogna pertanto che la
docilità preceda e la virilità segua. Mai in nessuna scuola si fanno seri
progressi in altra maniera.
Senza la virilità, la docilità non sarebbe che un lasciar correre e
degenererebbe facilmente in codardia e in scipitaggine.
Senza la docilità, la virilità non sarebbe che orgoglio e condurrebbe
fatalmente ad ogni sorta di sviamenti. Unisci queste due cose, sii dolce e
forte: dolce davanti a Dio, forte per mezzo di lui contro te stesso. Sii
pieghevole sotto la mano di Dio, energico ed inflessibile contro ogni altra
azione. Diventa sul serio un discepolo pratico e praticante del divino
Maestro. Pratico, tu vedi che bisogna saper esserlo; poiché le lezioni di
Dio sono tutti e singoli gli avvenimenti, con cui egli ti conduce. C’è forse
qualche altra cosa così pratica e positiva? Ed è questo che bisogna saper
comprendere; e per comprenderlo, è necessario essere pratico. Ma
bisogna anche saperlo fare, ed è per questo che bisogna esser praticante.
Dilucidiamo anche questo con degli esempi. Tu hai degli amici, ne hai
senza dubbio parecchi e sono veri amici. Hai anche dei nemici: e chi non
ne ha?
Tu li hai perché Dio lo vuole e così dispone; perché se non lo volesse,
non li avresti. Presso i tuoi amici trovi consolazioni e sono dolcissime. Dai
tuoi nemici ti vengono delle desolazioni e sono amarissime.
Devi forse detestare gli uni e godere degli altri? Se fai così, vivi da
pagano e da pubblicano, non da cristiano. Per essere cristiano, devi
servirti delle pene degli uni e delle gioie degli altri, a fine di sviluppare le
tue virtù; poiché pene e gioie non sono in realtà e non debbono essere
altro che strumenti di virtù. Dio ti procura degli amici e dei nemici, come
ti procura i successi e i rovesci, la salute e la malattia, le lodi e gli affronti,
la fortuna e il disagio, come ti procura tutte le cose; vale a dire, in vista
del tuo sviluppo, nell’ordine della tua vocazione, per la tua gloria.
Se lo scopo della tua vita continua ad essere la ricerca del tuo piacere,
continuerai anche a vedere nel tuo amico soltanto una fonte di gioie, e nel
tuo nemico una sorgente di noie; continuerai a godere dell’uno e a
detestare l’altro, secondo l’interesse molto meschino ed utile del tuo
benessere; continuerai a non comprendere nulla in fatto di vita, ad
abusare di tutto ed a vegetare da egoista.
Ma dal momento in cui la gloria di Dio orienta definitivamente il tuo
movimento vitale, sia il piacere che la contraddizione diventano degli
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