Page 38 - Cristianesimo vissuto
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Orbene, tu vai a cercare la felicità nel piacere creato, e la tua prima
preoccupazione è quella di procurarti una felicità ch'è falsa. Ecco la tua
duplice aberrazione.
Non credi che sia fare una grande ingiuria a Dio, il mettere le creature
al medesimo livello di lui, e comportarti come s'egli da solo non bastasse
alla tua felicità? In questo modo non fai uno strappo alla tua fede? Se
credi in Dio, devi credere che egli è il tuo tutto, e che nulla è simile a lui: e
non devi porre nulla al medesimo livello di lui, e fuori di lui nulla deve
premerti essenzialmente, e devi usare tutte le cose come di strumenti,
usarne come se non ne usassi, dice S. Paolo . Alla piena luce della fede,
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nella calma della tua coscienza, non ti pare abominevole capovolgere il
piano di Dio assegnando come fine alla tua vita quello che lui ha stabilito
come mezzo? Quest'aberrazione non è una mostruosità?
Orbene osserva che la tua aberrazione non si limita a questo. Infatti è
questo piacere falso, spostato, preso nella creatura che d’ordinario tu fai
passare al di sopra della gloria di Dio.
Il fatto solo di attaccarti a questo piacere fuori di Dio è già una vera
perversione. Che sarà dunque quando lo preferisci a Dio? Calcola la
profondità e l'estensione del disordine nella tua vita.
Tu vedi che il male ha due gradi immensi. Il primo è prendere il
piacere creato come fine. Il secondo è preferire questo piacere a Dio.
Conseguentemente c'è un doppio lavoro da fare. Bisogna anzitutto
impedire che il piacere creato pigli il sopravvento nella tua vita: poi
bisogna che ti distacchi da questo piacere, in modo da ridurlo a non
essere altro che un mezzo.
Ora che cosa ho insegnato nella prima parte? A mettere Dio al primo
posto, cioè, solo a sanare la parte essenziale del
disordine, ad impedire che il piacere creato prenda il sopravvento sulla
gloria di Dio. Si può dire che non ti ho insegnato altro nella prima parte.
Un simile lavoro ti sembrò già lungo e grandioso. E tale è infatti.
Ebbene adesso comprendi che questo primo lavoro non è né il più
lungo né il più arduo? Comprendi che Dio, pur occupando in te il primo
posto, è ancora lontano dal possederlo completamente? Ora bisogna
liberare l’anima tua da tutto quel piacere creato, a cui si è falsamente
attaccata; è il suo attaccamento che bisogna spezzare. Ed è un lavoro
molto arduo; perché il tuo essere tutt'intero, dalla prima delle tue
facoltà sino all'ultima, è infetto dal fascino del piacere creato.
Quando avrai interamente corretta codesta parte della tua aberrazione,
che nelle creature e nei loro piaceri ti fa vedere altra cosa che strumenti,
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Et qui utuntur hoc mundo, tamquam non utantur. 1 Cor. 7, 31
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