Page 109 - Cristianesimo vissuto
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XI. Semplicità dello sguardo.
Per meglio capire la semplicità di questa manovra spirituale, che deve
assicurare il buon andamento della tua vita,
ricorda
1° che il tuo fine è essenzialmente uno: glorificare Dio;
2° che il tuo cammino è essenzialmente uno: seguire la volontà di Dio;
3° che le molteplici disposizioni e movimenti dell'anima tua devono
essere dominati dalla grazia;
4° che la disposizione principale formatrice della tua pietà è la docilità
a Dio.
Per conseguenza di che cosa deve assicurarti l'occhiata? dell'esistenza
in te di questa disposizione dominante, che comanda a tutto. Sei docile a
Dio? Ecco in conclusione quello che bisogna vedere. Se non lo sei, non
cammini dritto; se lo sei, cammini necessariamente diritto, e tutto va
bene, Difatti sta lì la vera chiavetta che comanda il vapore. Quando tu sei
pieghevole e docile, l'anima tua è aperta al vapore della grazia, che si
precipita nel meccanismo delle tue facoltà e le trascina con tutti i loro
movimenti nella direzione della gloria di Dio. Se sei recalcitrante, la
chiavetta è chiusa, la grazia è fermata all'entrata, e il movimento cattivo
che tien l'anima tua chiusa a Dio, ti trasporta nella cattiva direzione.
L'occhiata ha per unico scopo di verificare se l'anima tua è aperta o
chiusa; mantenerla aperta, quando è aperta, e in caso contrario aprirla. È
dunque cosa difficile? E che cosa costa? Non altro che sincerità. Sei
risoluto, sii o no, di essere cristiano? di non esserlo per metà, ma
seriamente, a fondo? cristiano senza viltà e senza falsità? Tutto sta li.
Se ti senti in cuore il bisogno di Dio, non ho più nulla da aggiungere, tu
m'hai capito. Va' avanti risolutamente, sono sicuro che farai strada e buon
viaggio.
Ma basta forse all'occhiata di assicurarsi unicamente dell'esistenza di
questa disposizione principale, che è la docilità? - Si, e ne capirai subito il
perchè. Quando tu sei docile, la grazia entra. Entrando, ti dà luce. Questa
luce è quella di Dio. E su che cosa si proietta? Su Dio, su te e sulle
creature. Su Dio che è la tua mèta; su te, che sei in cammino sulle creature
che sono i tuoi mezzi. Su Dio, affinchè tu lo conosca come devi. Su te, per
vedere i difetti che ti restano, le virtù che ti mancano, i risultati ottenuti, le
disposizioni da cambiarsi, i bisogni da soddisfare, le risoluzioni da
prendere. Sulle creature finalmente, per vedere quelle che bisogna
eliminare, quelle di cui bisogna servirsi e il modo di servirsene.
E con l'aiuto di questa luce, che cosa vedi su Dio, su te e sulle creature?
Come ho già detto nel capitolo della grazia attuale, vedi esattamente i
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