Page 108 - Cristianesimo vissuto
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sentimento che fa muovere il cuore. Difatti io non faccio nulla, senza che
il mio cuore sia spinto a farlo da un pensiero, da un sentimento che lo
determina. Quando domando a qualcuno: Perché fai questo? egli mi
risponde: Per la tal ragione. Questa ragione è il pensiero che lo fa agire; e
questo pensiero è la disposizione dominante del suo cuore in quel
momento.
Ebbene è questa disposizione, questo pensiero, questo sentimento che
l'esame deve colpire. Perché? Perché è ciò che fa muovere il mio cuore, e
determina la mia condotta. Quando l'ho colpito, io so a che punto mi
trovo e dove vado. Se vado diritto, cioè, a Dio, tutto è in regola e non ho
che da continuare la mia strada. Se vado di traverso, cioè, alla mia
soddisfazione, raddrizzo la mia intenzione.
Ma è facile cogliere questo sentimento, questa disposizione dominante?
Facilissimo, costa semplicemente un'occhiata. Dov'è il mio cuore?... E
guardo e vedo... Vedo benissimo se va diritto o no, e perché va o non va
diritto... ciò balza agli occhi... quando si vogliono aprire.
- È tutto qui l'esame? - Sì, tutto; o almeno ne è l'essenziale. Fintantoché
questo non è fatto, non ci può essere esame serio; quando questo è fatto,
l'esame è assicurato.
- Ma, e gli altri pensieri?... gli altri sentimenti?... e le azioni?... - Ah!
ecco... I pensieri, i sentimenti che non dominano, non sono pericolosi. Essi
non hanno importanza seria, se non quando giungono a dominare,
dirigere il cuore. Ma quando giungono a tal punto, sono alla loro volta
colpiti dall'occhiata dell'esame.
E quando ho successivamente afferrato i sentimenti buoni e cattivi, che
fanno muovere il mio cuore, allora come conosco profondamente l'anima
mia! Conosco tutte le molle della macchina; con ciò è facile il dirigerla. Ho
detto i sentimenti buoni e cattivi, perché bisogna vedere il bene come il
male, poiché è lo stato del cuore che si tratta di conoscere.
Quanto alle azioni, la conoscenza del numero non è importante se non
per i peccati mortali, che bisogna confessare esattamente; la conoscenza
delle altre azioni non importa, se non per aiutare la conoscenza della
disposizione dominante che le fa conoscere.
- Ma allora l'esame di coscienza è facilissimo? Il più facile di tutti, uno
sguardo. E posso farlo in un istante, tanto sovente quanto vorrò.
Ma, e la contrizione? e la risoluzione?... Quando lo si sa fare, l’occhiata
contiene tutto questo. Io veggo, mi pento, rettifico .
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76 La Vita interiore semplificata, Parte III, libro II, c. 9.
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