Page 103 - Cristianesimo vissuto
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troppo  inquiete  sul  tuo  presente  e  sul  tuo  avvenire.  Tu  sai  dunque
                  riflettere.
                     D'altra  parte  sai  che  cosa  significa  pregare.  Pregare  è,  trattenersi  con
                  Dio, sia con sentimenti interni, sia con parole esterne. Poiché vuoi essere
                  cristiano, hai già delle abitudini di preghiera seria; poiché non può essere
                  cristiano chi non prega. Questo lo sai benissimo.
                     Ebbene, giacchè conosci queste due cose, la riflessione e la preghiera, tu
                  saprai  prestissimo  meditare;  perché  la  meditazione  non  è  altro  che
                  l'unione  della  preghiera  con  la  riflessione.  Sotto  qualunque  forma  tu  la
                  faccia,  qualunque  sia  il  metodo  a  cui  t'appigli  per  aiutarti,  allorché
                  rifletterai  pregando,  o  pregherai  riflettendo  tu  mediterai.  Ed  è  appunto
                  questo che ti voglio suggerire.
                     In  questa  unione  della  preghiera  con  la  riflessione,  che  è  la
                  meditazione, troverai tre vantaggi considerevoli:
                     1° Le tue preghiere diventeranno più serie, più profonde, più vive. Ti
                  abituerai a non recitare meccanicamente delle formule, senza gustarne il
                  senso. Non ti potresti immaginare quali profondità di senso racchiudano
                  le preghiere della Chiesa. Il Pater esempio, che tu reciti così spesso, è un
                  mondo infinito. Nell’Ave Maria, negli atti di fede, di speranza, di carità e
                  di  contrizione,  tutte  le  parole  contengono  dei  tesori.  Non  è  un  peccato
                  recitare  con  leggerezza  cose  così  belle?  La  recita  meccanica  delle
                  preghiere vocali è segno di un cristiano superficiale, e conduce l'uomo a
                  mentire perpetuamente a se stesso. La realtà dei sentimenti del suo cuore
                  non risponde alle parole che dice. E una simile menzogna pratica, in uno
                  degli atti più sacri della vita, in verità, fa pena.
                     2° Troverai nella meditazione un altro vantaggio, quello di santificare e
                  vivificare  le  tue  occupazioni.  Il  tuo  lavoro  è  troppo  naturale;  nel  corso
                  pratico della tua vita giornaliera, Dio non occupa il posto vivente che gli è
                  dovuto. Tu ti agiti in un movimento affatto umano, senza far entrare Dio
                  nelle  riflessioni  e  nelle  preoccupazioni,  che  la  tua  vita  t'impone.
                  Abituandoti  ad  unire  la  preghiera  con  la  riflessione,  la  meditazione  fa
                  entrare l'elemento soprannaturale nel quadro della tua pratica.
                     3° E quindi risulta un terzo vantaggio, che è l'unità della tua vita. Tu
                  ora sei troppo scisso in due. Quando sei nella preghiera, la tua mente non
                  ci  si  trova  abbastanza,  restando  essa  negli  affari  e  nelle  preoccupazioni
                  esteriori. Quando attendi al lavoro, non ci si trova abbastanza Iddio. La
                  tua preghiera non è abbastanza umana e il tuo lavoro non è abbastanza
                  cristiano.  Non  è  abbastanza  umana  la  tua  preghiera,  perché è  o  troppo

                  distratta o troppo astratta. Nei momenti felici, essa è troppo fatta di sogni
                  e  d'immaginazioni,  che  sei  tentato  di  pigliare  per  divozione.  Nel  corso
                  ordinario  essa  si  trascina  nella  dissipazione.  Il  tuo  lavoro  non  è








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