Page 98 - Confessioni
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dovizie, li considerai sbigottito, né avrei potuto distinguervi nulla senza il tuo aiuto; e trovai che nessuna
di queste cose eri tu. E neppure questa scoperta fu mia. Perlustrai ogni cosa, tentai di distinguerle, di
valutarle ognuna secondo il proprio valore, quelle che ricevevo trasmesse dai sensi e interrogavo, come
quelle che percepivo essendo fuse con me stesso. Investigai e classificai gli organi stessi che me le
trasmettevano; infine entrai nei vasti depositi della memoria e rivoltai a lungo alcuni oggetti, lasciai altri
sepolti e altri portai alla luce. Ma nemmeno la mia persona, impegnata in questo lavorio, o meglio, la
stessa mia forza con cui lavoravo non erano te. Tu sei la luce permanente, che consultavo sull’esistenza, la
natura, il valore di tutte le cose. Udivo i tuoi insegnamenti e i tuoi comandamenti. Spesso faccio questo, è
la mia gioia, e in questo diletto mi rifugio, allorché posso liberarmi della stretta delle occupazioni. Ma fra
tutte le cose che passo in rassegna consultando te, non trovo un luogo sicuro per la mia anima, se non in
te. Soltanto lì si raccolgono tutte le mie dissipazioni, e nulla di mio si stacca da te. Talvolta m’introduci in
un sentimento interiore del tutto sconosciuto e indefinibilmente dolce, che, qualora raggiunga dentro di
me la sua pienezza, sarà non so cosa, che non sarà questa vita. Invece ricado sotto i pesi tormentosi della
terra. Le solite occupazioni mi riassorbono, mi trattengono, e molto piango, ma molto mi trattengono,
tanto è considerevole il fardello dell’abitudine. Ove valgo, non voglio stare; ove voglio, non valgo, e qui e
là sto infelice.
Verità e menzogna
41. 66. Perciò considerai le mie debolezze peccaminose sotto le tre forme della concupiscenza e invocai
per la mia salvezza l’intervento della tua destra. Vidi, pur col cuore ferito, il tuo splendore e, abbagliato,
dissi: “Chi può giungervi?”. Fui proiettato lontano dalla vista dei tuoi occhi. Tu sei la verità che regna su
tutto, io nella mia avidità non volevo perderti, ma volevo possedere insieme a te la menzogna, come
nessuno vuole raccontare il falso al punto d’ignorare egli stesso quale sia il vero. Così ti persi, poiché tu
non accetti di essere posseduto insieme alla menzogna.
Falsi mediatori fra Dio e gli uomini
42. 67. Chi potevo trovare per riconciliarmi con te? Dovevo corteggiare gli angeli? e con quali preghiere,
con quali riti? Molti, nel tentativo di ritornare a te, non riuscendovi da soli, mi si dice, provarono questa
via e caddero nella bramosia delle apparizioni stravaganti, diventando a ragione dei visionari. Esaltati, che
ti cercavano con l’orgoglio della scienza, gonfiandosi il petto, anziché batterlo; che attiravano a sé per
affinità di sentimento le potenze dell’aria, complici e alleate della loro superbia, e si lasciavano ingannare
dai loro poteri magici! Cercavano il mediatore che li purificasse, ma non era lui: era il diavolo, che si
trasfigura in angelo di luce. Una forte attrattiva per la loro carne orgogliosa fu la circostanza che non
possedeva un corpo di carne. Mortali e peccatori sono costoro; tu invece, Signore, con cui cercavano
orgogliosamente di riconciliarsi, sei immortale e senza peccato. Il mediatore fra Dio e gli uomini doveva
rassomigliare in qualche cosa a Dio, in qualche cosa rassomigliare agli uomini: simile in tutto agli uomini,
sarebbe stato lontano da Dio; simile in tutto a Dio, sarebbe stato lontano dagli uomini; e così non sarebbe
stato un mediatore. Il mediatore fallace da cui, nei tuoi misteriosi giudizi, lasci meritatamente illudere
l’orgoglio, ha una cosa in comune con gli uomini, il peccato; un’altra vorrebbe far credere di avere in
comune con Dio, atteggiandosi a immortale, poiché non è ricoperto di carne mortale. Ma poiché la morte
è il compenso del peccato, ha in comune con gli uomini ciò, che lo condanna alla morte insieme con loro.
Il vero mediatore: Gesù Cristo
43. 68. Il mediatore autentico, che la tua misteriosa misericordia rivelò e mandò agli umili, affinché dal
suo esempio imparassero proprio anche l’umiltà, questo mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo
Gesù, si presentò fra i peccatori mortali e il Giusto immortale, mortale come gli uomini, giusto come Dio,
affinché, ricompensa della giustizia essendo la vita e la pace, per la giustizia, congiunta con Dio, abolisse
la morte degli empi giustificati, che con loro volle condividere. È lui, che fu rivelato ai santi del tempo
antico, affinché si salvassero credendo nella sua passione futura, come noi credendo nella sua passione
passata. In quanto è uomo, in tanto è mediatore; in quanto Verbo invece non è mediano, poiché uguale a
Dio, Dio presso Dio, e insieme a lui unico Dio.
43. 69. Quanto amasti noi, Padre buono, che non risparmiasti il tuo unico Figlio, consegnandolo agli empi
per noi! Quanto amasti noi, per i quali egli, non giudicando un’usurpazione la sua uguaglianza con te, si
Agostino – Confessioni pag. 96 di 134