Page 101 - Confessioni
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aggiunta, se cerchiamo il tuo regno e la tua giustizia. Vedi, Dio, ove s’ispira il mio desiderio. Gli empi mi
hanno descritto le loro voluttà, difformi però dalla tua legge, Signore, e a questa s’ispira il mio desiderio.
Vedi, Padre, guarda e vedi e approva, e piaccia agli occhi della tua misericordia che io trovi favore presso
di te, affinché si aprano i recessi delle tue parole, a cui busso. Ti scongiuro per il Signore nostro Gesù
Cristo, figlio tuo, eroe della tua destra, figlio dell’uomo, che stabilisti per te mediatore fra te e noi, per
mezzo del quale ci cercasti mentre non ti cercavamo, e ci cercasti affinché ti cercassimo; il tuo Verbo, con
cui creasti l’universo, e in esso me pure; il tuo unigenito, per mezzo del quale chiamasti all’adozione il
popolo dei credenti, e fra esso me pure. Per lui ti scongiuro, che siede alla tua destra e intercede per noi
presso di te; in cui sono ascosi tutti i tesori della sapienza e della scienza. Questi tesori appunto cerco nei
tuoi libri. Mosè ne scrisse, egli stesso lo afferma, lo afferma la Verità.
La Parola creatrice di Dio
Ricorso a Dio per comprendere le Scritture
3. 5. Fammi udire e capire come in principio creasti il cielo e la terra. Così scrisse Mosè, così scrisse, per
poi andarsene, per passare da questo mondo, da te a te. Ora non mi sta innanzi. Se così fosse, lo tratterrei,
lo pregherei, lo scongiurerei nel tuo nome di spiegarmi queste parole, presterei le orecchie del mio corpo
ai suoni sgorganti dalla sua bocca. Se parlasse in ebraico, invano busserebbe ai miei sensi e nulla di lì
giungerebbe alla mia mente. Se invece in latino, saprei che dice; ma come saprei se dice il vero? E anche
se lo sapessi, da lui lo saprei? Dentro di me piuttosto, nell’intima dimora del pensiero la verità, non
ebraica né greca né latina né barbara, mi direbbe, senza strumenti di bocca e di lingua, senza suono di
sillabe: “Dice il vero”. E io subito direi sicuro, fiduciosamente a quel tuo uomo: “Dici il vero”. Invece non
lo posso interrogare; quindi mi rivolgo a te, Verità, Dio mio, da cui era pervaso quando disse cose vere;
mi rivolgo a te: perdona i miei peccati. E tu, che concedesti al tuo servo di enunciare questi veri, concedi
anche a me di capirli.
Esistenza e creazione del mondo
4. 6. Ecco che il cielo e la terra esistono, proclamano con i loro mutamenti e variazioni la propria
creazione. Ma tutto ciò che non è stato creato e tuttavia esiste, nulla ha in sé che non esistesse anche
prima, poiché questo sarebbe un mutamento e una variazione. Ancora proclamano di non essersi creati da
sé: “Esistiamo, per essere stati creati. Dunque non esistevamo prima di esistere, per poterci creare da noi”.
La voce con cui parlano è la loro stessa evidenza. Tu dunque, Signore, li creasti, tu che sei bello, poiché
sono belli; che sei buono, poiché sono buoni; che sei, poiché sono. Non sono così belli, né sono così
buoni, né sono così come tu, loro creatore, al cui confronto non sono belli, né son buoni, né sono. Lo
sappiamo, e ne siano rese grazie a te, sebbene il nostro sapere paragonato al tuo sia un ignorare.
Attività umana e creazione divina
5. 7. Ma come creasti il cielo e la terra? quale strumento impiegasti per un’operazione così grande? Non
ti accadde certamente come a un uomo, che, artista, riproduce in un corpo le forme di un altro corpo
seguendo i cenni dello spirito, capace d’imporre entro certi limiti le immagini che vede dentro di sé con
l’occhio interiore: e come sarebbe capace di tanto, se non per essere stato creato da te? Lo spirito impone
le sue immagini su qualcosa che già esiste e possiede quanto basta per esistere, come la terra o la pietra o
il legno o l’oro o qualsiasi altro materiale di tale genere. Ora, fuori dalla tua azione, da dove potrebbero
derivare queste materie? Tu desti all’artista un corpo, tu uno spirito, che comanda le membra, tu la
materia, con cui attua l’opera, tu l’ingegno, con cui acquistare l’arte e vedere dentro ciò che attuerà fuori
di sé; tu i sensi del corpo, per il cui mezzo trasferire dallo spirito alla materia l’opera e ragguagliare poi lo
spirito sulla sua attuazione, affinché quest’ultimo consulti in se stesso la verità che lo governa, sulla bontà
dell’opera attuata. Tutte queste cose ti lodano come creatore di tutte le cose. Ma tu come le crei? come
creasti, o Dio, il cielo e la terra? Non certo in cielo e in terra creasti il cielo e la terra; nemmeno nell’aria
o nell’acqua, che pure appartengono al cielo e alla terra. Nemmeno creasti l’universo nell’universo, non
esistendo lo spazio ove crearlo, prima di crearlo perché esistesse. Né avevi fra mano un elemento da cui
trarre cielo e terra: perché da dove lo avresti preso, se non fosse stato creato da te, per crearne altri? ed
esiste qualcosa, se non perché esisti tu? Dunque tu parlasti, e le cose furono create; con la tua parola le
creasti.
Agostino – Confessioni pag. 99 di 134