Page 104 - Confessioni
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avessi  creato un tempo. Se poi prima del cielo e della terra non esisteva tempo, perché chiedere cosa
                  facevi allora? Non esisteva un allora dove non esisteva un tempo.


                  L’eternità divina superiore ai tempi

                  13. 16. Ma non è nel tempo che tu precedi i tempi. Altrimenti non li precederesti tutti. E tu precedi tutti i
                  tempi passati dalla vetta della tua eternità sempre presente; superi tutti i futuri, perché ora sono futuri, e
                  dopo giunti saranno passati. Tu invece sei sempre il medesimo, e i tuoi anni non finiscono mai. I tuoi anni
                  non vanno né vengono; invece questi, i nostri, vanno e vengono, affinché tutti possano venire. I tuoi anni
                  sono tutti insieme, perché sono stabili; non se ne vanno, eliminati dai venienti, perché non passano. Invece
                  questi, i nostri, saranno tutti quando tutti non saranno più. I tuoi anni sono un giorno solo, e il tuo giorno
                  non è ogni giorno, ma oggi, perché il tuo oggi non cede al domani, come non è successo all’ieri. Il tuo
                  oggi è l’eternità. Perciò generasti coeterno con te Colui, cui dicesti: “Oggi ti generai”. Tu creasti tutti i
                  tempi, e prima di tutti i tempi tu sei, e senza alcun tempo non vi era tempo.


                  Il concetto di tempo

                  14. 17. Non ci fu dunque un tempo, durante il quale avresti fatto nulla, poiché il tempo stesso l’hai fatto
                  tu; e non vi è un tempo eterno con te, poiché tu sei stabile, mentre un tempo che fosse stabile non sarebbe
                  tempo. Cos’è il tempo? Chi saprebbe spiegarlo in forma piana e breve? Chi saprebbe formarsene anche
                  solo il concetto nella mente, per poi esprimerlo a parole? Eppure, quale parola più familiare e nota del
                  tempo ritorna nelle nostre conversazioni? Quando siamo noi a parlarne, certo intendiamo, e intendiamo
                  anche quando ne udiamo parlare altri. Cos’è dunque il tempo? Se nessuno m’interroga, lo so; se volessi
                  spiegarlo a chi m’interroga, non lo so. Questo però posso dire con fiducia di sapere: senza nulla che passi,
                  non esisterebbe un tempo passato; senza nulla che venga, non esisterebbe un tempo futuro; senza nulla che
                  esista,  non  esisterebbe  un  tempo  presente.  Due,  dunque,  di  questi  tempi,  il  passato  e  il  futuro,  come
                  esistono, dal momento che il primo non è più, il secondo non è ancora? E quanto al presente, se fosse
                  sempre presente, senza tradursi in passato, non sarebbe più tempo, ma eternità. Se dunque il presente, per
                  essere tempo, deve tradursi in passato, come possiamo dire anche di esso che esiste, se la ragione per cui
                  esiste è che non esisterà? Quindi non possiamo parlare con verità di esistenza del tempo, se non in quanto
                  tende a non esistere.


                  La durata del passato e del futuro

                  15.  18.  Eppure  parliamo  di  tempi  lunghi  e  tempi  brevi  riferendosi  soltanto  al  passato  o  al  futuro.  Un
                  tempo passato si chiama lungo se è, ad esempio, di cento anni prima; e così uno futuro è lungo se è di
                  cento anni dopo; breve poi è il passato quando è, supponi, di dieci giorni prima, e breve il futuro di dieci
                  giorni dopo. Ma come può essere lungo o breve ciò che non è? Il passato non è più, il futuro non è ancora.
                  Dunque non dovremmo dire di un tempo che è lungo, ma dovremmo dire del passato che fu lungo, del
                  futuro che sarà lungo. Signore mio, luce mia, la tua verità non deriderà l’uomo anche qui? Perché, questo
                  tempo passato, che fu lungo, lo fu quando era già passato, o quando era ancora presente? Poteva essere
                  lungo solo nel momento in cui era una cosa che potesse essere lunga. Una volta passato, non era più, e
                  dunque non poteva nemmeno essere lungo, perché non era affatto. Quindi non dovremmo dire del tempo
                  passato che fu lungo: poiché non troveremo nulla, che sia stato lungo, dal momento che non è, in quanto è
                  passato. Diciamo invece che fu lungo quel tempo presente, perché mentre era presente, era lungo. Allora
                  non era già passato, così da non essere; era una cosa, che poteva essere lunga. Appena passato, invece,
                  cessò all’istante di essere lungo, poiché cessò di essere.


                  La durata del presente

                  15. 19. Consideriamo dunque, anima umana, essendoti dato di percepire e misurare le more del tempo, se
                  il  tempo  presente  può  essere  lungo.  Che  mi  risponderai?  Cento  anni  presenti  sono  un  tempo  lungo?
                  Considera prima se possano essere presenti cento anni. Se è in corso il primo di questi cento anni, esso è
                  presente, ma gli altri novantanove sono futuri, quindi non sono ancora. Se invece è in corso il secondo
                  anno, il primo è ormai passato, il secondo presente, tutti gli altri futuri. Così per qualsiasi anno intermedio
                  nel numero dei cento, che si supponga presente: gli anteriori saranno passati, i posteriori futuri. Perciò




                  Agostino – Confessioni                                                   pag. 102 di 134
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