Page 91 - Confessioni
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come se colà vi fossero luoghi. Vi abiti certamente, poiché io ti ricordo dal giorno in cui ti conobbi, e ti
trovo nella memoria ogni volta che mi ricordo di te.
La conoscenza di Dio
26. 37. Dove dunque ti trovai, per conoscerti? Certo non eri già nella mia memoria prima che ti
conoscessi. Dove dunque ti trovai, per conoscerti, se non in te, sopra di me? Lì non v’è spazio dovunque:
ci allontaniamo, ci avviciniamo, e non v’è spazio dovunque. Tu, la Verità, siedi alto sopra tutti coloro che
ti consultano e rispondi contemporaneamente a tutti coloro che ti consultano anche su cose diverse. Le tue
risposte sono chiare, ma non tutti le odono chiaramente. Ognuno ti consulta su ciò che vuole, ma non
sempre ode la risposta che vuole. Servo tuo più fedele è quello che non mira a udire da te ciò che vuole,
ma a volere piuttosto ciò che da te ode.
L’incontro con Dio
27. 38. Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io
fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te.
Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido
sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e
respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace.
Le presenti condizioni del suo spirito
La vita umana sulla terra
28. 39. Quando mi sarò unito a te con tutto me stesso, non esisterà per me dolore e pena dovunque. Sarà
vera vita la mia vita, tutta piena di te. Tu sollevi chi riempi; io ora, non essendo pieno di te, sono un peso
per me; le mie gioie, di cui dovrei piangere, contrastano le afflizioni, di cui dovrei gioire, e non so da
quale parte stia la vittoria; le mie afflizioni maligne contrastano le mie gioie oneste, e non so da quale
parte stia la vittoria. Ahimè, Signore, abbi pietà di me!. Ahimè! Vedi che non nascondo le mie piaghe. Tu
sei medico, io sono malato; tu sei misericordioso, io sono misero. Non è, forse, la vita umana sulla terra
una prova? Chi vorrebbe fastidi e difficoltà? Il tuo comando è di sopportarne il peso, non di amarli.
Nessuno ama ciò che sopporta, anche se ama di sopportare; può godere di sopportare, tuttavia preferisce
non avere nulla da sopportare. Nelle avversità desidero il benessere, nel benessere temo le avversità.
Esiste uno stato intermedio fra questi due, ove la vita umana non sia una prova? Esecrabili le prosperità
del mondo, una e due volte esecrabili per il timore dell’avversità e la contaminazione della gioia.
Esecrabili le avversità del mondo, una e due e tre volte esecrabili per il desiderio della prosperità e
l’asprezza dell’avversità medesima e il pericolo che spezzi la nostra sopportazione. La vita umana sulla
terra non è dunque una prova ininterrotta?
Il comando di Dio: la continenza
29. 40. Ogni mia speranza è posta nell’immensa grandezza della tua misericordia. Dà ciò che comandi e
comanda ciò che vuoi. Ci comandi la continenza e qualcuno disse: “Conscio che nessuno può essere
continente se Dio non lo concede, era già un segno di sapienza anche questo, di sapere da chi ci viene
questo dono”. La continenza in verità ci raccoglie e riconduce a quell’unità che abbiamo lasciato
disperdendoci nel molteplice. Ti ama meno chi ama altre cose con te senza amarle per causa tua. O amore,
che sempre ardi senza mai estinguerti, carità, Dio mio, infiammami. Comandi la continenza. Ebbene, dà
ciò che comandi e comanda ciò che vuoi.
A) La concupiscenza della carne:
a) il senso;
30. 41. Mi comandi certamente di astenermi dai desideri della carne e dai desideri degli occhi e
dall’ambizione del mondo. Comandasti l’astensione dal concubinato, ma anche a proposito del
matrimonio indicasti una condizione migliore di quella lecita; e poiché me ne desti la grazia, fu la mia
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