Page 90 - Confessioni
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a causa di te; fuori di questa non ve n’è altra. Chi crede ve ne sia un’altra, persegue un altro godimento,
                  non il vero. Tuttavia da una certa immagine di godimento la loro volontà non si distoglie.


                  Amore universale per la verità

                  23. 33. Dunque non è certo che tutti vogliono essere felici: quanti non cercano il godimento di chi, come
                  te, è l’unica felicità della vita, in realtà non vogliono la felicità. O forse tutti la vogliono, ma, poiché le
                  brame della carne sono opposte allo spirito, e quelle dello spirito alla carne, sì che non fanno ciò che
                  vogliono, cadono là dove possono, e ne sono paghi, perché ciò che non possono, non lo vogliono quanto
                  occorrerebbe per volerlo? Chiedo a tutti: “Preferite godere della verità o della menzogna?”. Rispondono
                  di preferire la verità, con la stessa risolutezza con cui affermano di voler essere felici. Già, la felicità della
                  vita è il godimento della verità, cioè il godimento di te, che sei la verità, o Dio, mia luce, salvezza del mio
                  volto, Dio mio. Questa felicità della vita vogliono tutti, questa vita che è l’unica felicità vogliono tutti, il
                  godimento della verità vogliono tutti. Ho conosciuto molte persone desiderose di ingannare; nessuna di
                  essere  ingannata.  Dove  avevano  avuto  nozione della felicità, se non dove l’avevano anche avuta della
                  verità? Amano la verità, poiché non vogliono essere ingannate; e amando la felicità, che non è se non il
                  godimento  della  verità,  amano  certamente  ancora  la  verità,  né  l’amerebbero  senza  averne  una  certa
                  nozione nella memoria. Perché dunque non ne traggono godimento? Perché non sono felici? Perché sono
                  più intensamente occupati in altre cose, che li rendono più infelici di quanto non li renda felici questa, di
                  cui  hanno  un  così  tenue  ricordo.  C’è  ancora  un  po’  di  luce  fra  gli  uomini.  Camminino,  camminino
                  dunque, per non essere sorpresi dalle tenebre.

                  23. 34. Ma perché la verità genera odio, e l’uomo che predica il vero in tuo nome diventa per loro un
                  nemico, mentre amano pure la felicità, che non è se non il godimento della verità? In realtà l’amore della
                  verità è tale, che quanti amano un oggetto diverso pretendono che l’oggetto del loro amore sia la verità; e
                  poiché detestano di essere ingannati, detestano di essere convinti che s’ingannano. Perciò odiano la verità:
                  per amore di ciò che credono verità. L’amano quando splende, l’odiano quando riprende. Non vogliono
                  essere  ingannati  e  vogliono  ingannare,  quindi  l’amano  allorché  si  rivela,  e  l’odiano  allorché  li  rivela.
                  Questo il castigo con cui li ripagherà: come non vogliono essere scoperti da lei, lei contro il loro volere
                  scoprirà  loro,  rimanendo  a  loro  coperta.  Così,  così,  persino  così  cieco  e  debole,  volgare  e  deforme  è
                  l’animo umano: vuole rimanere occulto, ma a sé non vuole che rimanga occulto nulla. E viene ripagato
                  con la condizione opposta: non rimane lui occulto alla verità, ma la verità rimane occulta a lui. Eppure
                  anche in questa condizione infelice preferisce il godimento della verità a quello della menzogna. Dunque
                  sarà felice allorché senza ostacoli né turbamento godrà dell’unica Verità, grazie alla quale sono vere tutte
                  le cose.

                  Presenza di Dio nella memoria
                  24. 35. Ecco quanto ho spaziato nella mia memoria alla tua ricerca, Signore; e fuori di questa non ti ho
                  trovato. Nulla, di ciò che di te ho trovato dal giorno in cui ti conobbi, non fu un ricordo; perché dal giorno
                  in cui ti conobbi, non ti dimenticai. Dove ho trovato la verità, là ho trovato il mio Dio, la Verità persona; e
                  non ho dimenticato la Verità dal giorno in cui la conobbi. Perciò dal giorno in cui ti conobbi, dimori nella
                  mia memoria, e là ti trovo ogni volta che ti ricordo e mi delizio di te. È questa la mia santa delizia, dono
                  della tua misericordia, che ebbe riguardo per la mia povertà.


                  Sede di Dio nella memoria
                  25. 36. Ma dove dimori nella mia memoria, Signore, dove vi dimori? Quale stanza ti sei fabbricato, quale
                  santuario  ti  sei  edificato?  Hai  concesso  alla  mia  memoria  l’onore  di  dimorarvi,  ma  in  quale  parte  vi
                  dimori?  A  ciò  sto  pensando.  Cercandoti  col  ricordo,  ho  superato  le  zone  della  mia  memoria  che
                  possiedono anche le bestie, poiché non ti trovavo là, fra immagini di cose corporee. Passai alle zone ove
                  ho depositato i sentimenti del mio spiri-to, ma neppure lì ti trovai. Entrai nella sede che il mio spirito
                  stesso possiede nella mia memoria, perché lo spirito ricorda anche se medesimo, ma neppure là tu non eri,
                  poiché, come non sei immagine corporea né sentimento di spirito vivo, quale gioia, tristezza, desiderio,
                  timore, ricordo, oblio e ogni altro, così non sei neppure lo spirito stesso, essendo il Signore e Dio dello
                  spirito, e mutandosi tutte queste cose, mentre tu rimani immutabile al di sopra di tutte le cose. E ti sei
                  degnato di abitare nella mia memoria dal giorno in cui ti conobbi! Perché cercare in quale luogo vi abiti?




                  Agostino – Confessioni                                                    pag. 88 di 134
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