Page 88 - Confessioni
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immagini,  come  è  il  caso  di  tutti  i  corpi,  talune  proprio  in  sé,  come  è  il  caso  delle  scienze,  talune
                  attraverso  indefinibili  nozioni  e  notazioni,  come  è  il  caso  dei  sentimenti  spirituali,  che  la  memoria
                  conserva anche quando lo spirito più non li prova, sebbene essere nella memoria sia essere nello spirito;
                  per tutti questi luoghi io trascorro, ora a volo qua e là, ora penetrandovi anche quanto più posso, senza
                  trovare limiti da nessuna parte, tanto grande è la facoltà della memoria, e tanto grande la facoltà di vivere
                  in un uomo, che pure vive per morire. Che devo fare dunque, o tu, vera vita mia, Dio mio? Supererò anche
                  questa mia facoltà, cui si dà il nome di memoria, la supererò, per protendermi verso di te, dolce lume. Che
                  mi dici? Ecco, io, elevandomi per mezzo del mio spirito sino a te fisso sopra di me, supererò anche questa
                  mia facoltà, cui si dà il nome di memoria, nell’anelito di coglierti da dove si può coglierti, e di aderire a te
                  da  dove  si  può  aderire  a  te.  Hanno  infatti  la  memoria  anche  le  bestie  e  gli  uccelli,  altrimenti  non
                  ritroverebbero i loro covi e i loro nidi e le molte altre cose ad essi abituali, poiché senza memoria non
                  potrebbero neppure acquistare un’abitudine. Supererò, dunque, anche la memoria per cogliere Colui, che
                  mi distinse dai quadrupedi e mi fece più sapiente dei volatili del cielo. Supererò anche la memoria, ma per
                  trovarti  dove,  o  vero  bene,  o  sicura  dolcezza,  per  trovarti  dove?  Trovarti  fuori  della  mia  memoria,
                  significa averti scordato. Ma neppure potrei trovarti, se non avessi ricordo di te.


                  Memoria e oblio

                  18. 27. La donna che perse la dracma e la cercò con la lucerna, non l’avrebbe trovata, se non ne avesse
                  avuto  il  ricordo.  Trovandola,  come  avrebbe  saputo  che  era  la  sua  dracma,  se  non  ne  avesse  avuto  il
                  ricordo? Molti oggetti ricordo di aver perso anch’io, cercato e trovato; e so pure che, mentre ne cercavo
                  qualcuno, se mi si chiedeva: “È forse questo?”, “È forse quello?”, continuavo a rispondere di no, finché
                  mi veniva presentato quello che cercavo. Se non avessi avuto il ricordo di quale era, quand’anche mi fosse
                  stato presentato, non l’avrei ritrovato, poiché non l’avrei riconosciuto. Avviene sempre così, ogni volta
                  che perdiamo e cerchiamo e troviamo qualcosa. Se mai qualcosa, ad esempio un qualsiasi oggetto visibile,
                  scompare dai nostri occhi, ma non dalla nostra memoria, la sua immagine si conserva dentro di noi, e noi
                  cerchiamo finché sia restituito alla nostra vista. Trovatolo, lo riconosciamo in base all’immagine interiore,
                  né diremmo di aver trovato l’oggetto scomparso, se non lo riconoscessimo, né potremmo riconoscerlo, se
                  non lo ricordassimo. L’oggetto era perduto, sì, per gli occhi, ma conservato dalla memoria.


                  Ricordi perduti nella memoria

                  19. 28. Ma quando è la memoria a perdere qualcosa, come avviene allorché dimentichiamo e cerchiamo di
                  ricordare, dove mai cerchiamo, se non nella stessa memoria? Ed è lì che, se per caso ci si presenta una
                  cosa diversa, la respingiamo, finché capita quella che cerchiamo. E quando capita, diciamo: “È questa”,
                  né  diremmo  così  senza  riconoscerla,  né  la  riconosceremmo  senza  ricordarla.  Dunque  ce  n’eravamo
                  davvero dimenticati. O forse non ci era caduta per intero dalla mente e noi, con la parte che serbavamo,
                  andavamo in cerca dell’altra parte, quasi che la memoria, sentendo di non sviluppare tutt’insieme ciò che
                  soleva  ricordare  insieme,  e  zoppicando,  per  così  dire,  con  un  moncone  d’abitudine,  sollecitasse  la
                  restituzione della parte mancante? Così, quando rivediamo con gli occhi o ripensiamo con la mente una
                  persona nota, ma ne cerchiamo il nome dimenticato, qualunque altro se ne presenti, non lo colleghiamo
                  con quella persona, perché non avevamo l’abitudine di pensarlo con lei. Quindi lo respingiamo, finché ci
                  si presenta quello, che soddisfa pienamente la nozione della persona ormai ad esso congiunta. Ma donde
                  si presenta un tal nome, se non dalla stessa memoria? Anche nel caso che altri ce lo suggeriscano, e così lo
                  riconosciamo, si presenta pure di là. Non è una cosa nuova, alla quale prestiamo fede, ma un ricordo che
                  torna, per il quale confermiamo che è proprio il nome che ci fu detto. Se invece si fosse cancellato del
                  tutto dal nostro spirito, nessun suggerimento ce lo farebbe ricordare. Infatti una cosa, di cui ricordiamo
                  almeno di averla dimenticata, non è ancora dimenticata del tutto. Dimenticata del tutto, non potremmo
                  dunque neppure cercare una cosa perduta.

                  Ricerca di Dio, ricerca di felicità
                  20. 29. Come ti cerco dunque, Signore? Cercando te, Dio mio, io cerco la felicità della vita. Ti cercherò
                  perché l’anima mia viva. Il mio corpo vive della mia anima e la mia anima vive di te. Come cerco dunque
                  la felicità? Non la posseggo infatti, finché non dico: “Basta, è lì”. E qui bisogna che dica come la cerco: se
                  mediante il ricordo, quasi l’abbia dimenticata ma ancora conservi il ricordo di averla dimenticata, oppure
                  mediante l’anelito di conoscere una felicità ignota perché mai conosciuta o perché dimenticata al punto di




                  Agostino – Confessioni                                                    pag. 86 di 134
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