Page 59 - Confessioni
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abbia  ricevuto?.  E  poi,  non  solo  è  sollecitato  a  vedere  te,  che  sei  sempre  il  medesimo,  bensì  anche  a
                  guarire  per  possederti.  Chi  poi  è  troppo  lontano  per  vederti,  intraprenda  tuttavia  il  cammino  che  lo
                  condurrà  a  vederti  e  a  possederti.  Infatti,  sebbene  l’uomo  si  compiaccia  della  legge  di  Dio  secondo
                  l’uomo interiore, cosa farà dell’altra legge, che nelle sue membra lotta contro la legge del suo spirito e lo
                  trae  prigioniero  sotto  la  legge  del  peccato  insita  nelle  sue  membra?  Tu  sei  giusto,  Signore,  ma  noi
                  abbiamo peccato, commesso atti iniqui, opere empie. La tua mano si è appesantita su di noi, e siamo stati
                  dati giustamente in balìa dell’antico peccatore, del signore della morte, poiché persuase la nostra volontà a
                  conformarsi alla sua volontà, con cui abbandonò la tua verità. Cosa farà l’uomo nella sua miseria? chi lo
                  libererà da questo corpo mortale, se non la tua grazia per mezzo di Gesù Cristo signore nostro, generato
                  da te coeterno, creato al principio delle tue vie; in cui il principe di questo mondo non trovò nulla che
                  fosse degno di morte, eppure lo fece morire, e così fu svuotato il documento che era contro di noi? Quegli
                  scritti non posseggono queste verità, quelle pagine non posseggono questo sembiante pietoso, le lacrime
                  della confessione, il tuo sacrificio, l’anima angustiata, il cuore contrito e umiliato, la salvezza del tuo
                  popolo, la città sposa, il pegno dello Spirito Santo, il calice del nostro riscatto. Là nessuno canta: “Non
                  sarà l’anima mia sottomessa a Dio? Da lui viene la mia salvezza. Egli è il mio Dio e il mio salvatore, il
                  mio ospite: non più muoverò”. Là nessuno ode il richiamo: Venite a me, voi che soffrite. Si sdegnano anzi
                  i  suoi  ammaestramenti,  perché  è  mite  e  umile  di  cuore.  Infatti  celasti  queste  verità  ai  sapienti  e  agli
                  accorti, e le rivelasti ai piccoli. Altro è vedere da una cima selvosa la patria della pace e non trovare la
                  strada per giungervi, frustrarsi in tentativi per plaghe perdute, sotto gli assalti e gli agguati dei disertori
                  fuggiaschi guidati dal loro capo, leone e dragone insieme; e altro tenere la via che vi porta, presidiata dalla
                  solerzia  dell’imperatore  celeste,  immune  dalle  rapine  dei  disertori  dell’esercito  celeste,  che  la  evitano
                  come  il  supplizio.  Questi  pensieri  mi  penetravano  fino  alle  viscere  in  modi  mirabili,  mentre  leggevo
                  l’ultimo fra i tuoi apostoli. La considerazione delle tue opere mi aveva sbigottito.























































                  Agostino – Confessioni                                                    pag. 57 di 134
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