Page 47 - Confessioni
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nel poco, è fedele anche nel molto, né saranno mai vane le parole che uscirono dalla bocca della tua
verità: Se non foste fedeli riguardo alle ricchezze inique, chi vi affiderà quelle genuine? e se non foste
fedeli nell’amministrare le ricchezze altrui, chi vi affiderà le vostre?. Tale l’uomo che si stringeva allora a
me, e con me esitava a decidere il genere di vita che si doveva abbracciare.
Nebridio
10. 17. Anche Nebridio aveva lasciato il paese natio, nei pressi di Cartagine, e poi Cartagine stessa, ove lo
s’incontrava sovente; aveva lasciato la splendida tenuta del padre, lasciata la casa e la madre, non disposta
a seguirlo, per venire a Milano con l’unico intento di vivere insieme a me nella ricerca ardentissima della
verità e della sapienza. Investigatore appassionato della felicità umana, scrutatore acutissimo dei più
difficili problemi, come me anelava e come me oscillava. Erano, le nostre, le bocche di tre affamati che si
ispiravano a vicenda la propria miseria, rivolte verso di te, in attesa che dessi loro il cibo nel tempo
opportuno. Nell’amarezza che la tua misericordia faceva sempre seguire allenostre attività mondane,
cercavamo di distinguere lo scopo delle nostre sofferenze; ma intorno a noi si levavano le tenebre.
Rivolgendoci allora indietro, ci domandavamo tra i gemiti: “Per quanto tempo dureremo in questo stato?”,
e ripetevamo spesso la domanda, ma senza abbandonare per ciò quella vita, mancandoci ogni luce di
certezza a cui aggrapparci dopo averla abbandonata.
Esitazioni di Agostino
11. 18. Io soprattutto mi stupivo, allorché con uno sforzo rievocavo il lungo tempo passato dal momento
in cui, diciannovenne, avevo cominciato a infervorarmi nella ricerca della sapienza, progettando di
abbandonare, appena l’avessi scoperta, tutte le speranze fatue e i fallaci furori delle vane passioni. Ed
eccomi ormai trentenne, vacillante ancora nella medesima mota, avido di godere del presente fugace e
dispersivo, mentre mi andavo dicendo: “Domani troverò. Ecco che il vero mi si manifesterà chiaramente,
e l’afferrerò; ecco che verrà Fausto e mi spiegherà tutto. O accademici, spiriti grandi, nessuna certezza si
può davvero raggiungere a guida della vita. Ma no, cerchiamo con maggiore diligenza anziché disperare.
Ecco ad esempio che quelle che sembravano assurdità nei libri ecclesiastici, non lo sono più: è possibile
intenderle in maniera diversa e degna. Prenderò dunque come appoggio ai miei passi il gradino ove
fanciullo mi posero i genitori, finché mi si riveli chiaramente la verità. Ma dove cercarla? quando
cercarla? Non ha tempo Ambrogio, non abbiamo tempo noi per leggere, e poi, anche i libri dove cercarli?
da chi e quando ottenerli, a chi chiederli? Riserviamo del tempo e assegniamo alcune ore alla salvezza
dell’anima. Una grande speranza è spuntata: gli insegnamenti della fede cattolica non sono quali li
pensavamo, le nostre accuse erano inconsistenti. I suoi esperti conoscitori reputano un’empietà il credere
Dio chiuso nel profilo di un corpo umano; e noi dubitiamo a bussare perché ci si schiudano le altre verità?
Le ore del mattino sono occupate dalla scuola; nelle altre cosa facciamo? Perché non impiegarle in
quest’opera? Ma quando andremmo a ossequiare gli amici importanti, di cui ci occorre l’appoggio,
quando prepareremmo le dissertazioni da smerciare agli alunni, quando, anche, ci ristoreremmo,
rilassando lo spirito dopo la tensione delle occupazioni?
11. 19. Tutto crolli, sbarazziamoci di queste vane futilità e votiamoci unicamente alla ricerca della verità!
La vita è miserabile, la morte è incerta. Potrebbe sopravvenire all’improvviso, e allora come usciremmo
da questo mondo? dove potremmo imparare quanto qui abbiamo negletto? Non dovremmo pagare
piuttosto il fio della presente negligenza? E se la morte stessa troncasse e concludesse ogni angustia
insieme alla sensibilità? Anche questo è un problema da investigare. Ma no, lontano da me il pensiero che
sia così. Non senza un motivo, non per nulla l’autorità della fede cristiana s’irradia da tanta altezza sul
mondo intero. La divinità non realizzerebbe tante e tali cose per noi, se con la morte del corpo si
estinguesse anche la vita dell’anima. Perché dunque esitiamo ad abbandonare le speranze mondane, per
votarci totalmente alla ricerca di Dio e della vita beata? No, adagio: anche il mondo è piacevole e
possiede una sua grazia non lieve. Bisogna essere cauti a troncare l’impulso che ci spinge verso di esso,
perché sarebbe indecoroso tornarvi da capo. Ormai, ecco, siamo abbastanza valenti per ottenere un posto
onorato, e che altro desiderare nella nostra condizione? Abbiamo un buon numero di amici potenti. Se non
vogliamo brigare troppo per avere di meglio, una presidenza la possiamo ottenere senz’altro. Poi si dovrà
sposare una donna provvista di qualche soldo, che non aggravi le nostre spese, e questo sarà il termine dei
desideri; molti spiriti grandi, degnissimi d’imitazione, si dedicarono allo studio della sapienza con le
mogli al fianco”.
Agostino – Confessioni pag. 45 di 134