Page 117 - Confessioni
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della Sapienza.
- l’embrione del mondo.
17. 26. Si potrebbe ancora sostenere questo, se altri vuole: che nella frase: In principio Dio creò il cielo e
la terra, con il nome di cielo e terra non sono designate due entità, invisibile e visibile, già compiute e
formate, ma sono chiamati con tali nomi solo il germe ancora informe delle cose e la materia formabile e
creabile. In quest’ultima già esistevano, ancora senza ordine e distinzione di qualità e forma, gli enti che,
separati e appropriatamente ordinati, si chiamano cielo e terra, creazione spirituale l’uno, corporea l’altro.
Intenzioni dello scrittore e significati delle Scritture
18. 27. Ho ascoltato e considerato tutte queste opinioni, ma non voglio discutere su parole, perché a nulla
serve, se non ad abbattere gli ascoltatori. Per edificarli invece è buona la legge, purché usata
legittimamente, essendo suo fine la carità che sgorga da un cuore puro, da una coscienza buona e da una
fede non finta. Il nostro Maestro sa da quale duplice precetto fece dipendere tutta la legge e i profeti. Se io
li riconosco fervorosamente, Dio mio, lume dei miei occhi nell’oscurità, può forse nuocermi che,
potendosi dare di queste parole certamente vere interpretazioni diverse, può forse nuocermi, ripeto, che la
mia opinione diverga dall’opinione di altri sull’opinione dello scrittore? Chiunque di noi legge, si sforza
certamente di penetrare e comprendere l’intenzione dell’autore che legge, e quando lo crede veritiero, non
osa pensare che disse cosa da noi conosciuta o ritenuta falsa. Mentre, dunque, ciascuno si sforza
d’intendere le Sacre Scritture secondo le intenzioni del loro scrittore, che male è, se vi scopre
un’intenzione che tu, luce di tutte le menti veritiere, mostri per vera, sebbene non fu l’intenzione
dell’autore? Eppure fu anch’egli nel vero, pur avendo un’intenzione diversa da questa.
Punti fermi
19. 28. Vero è, Signore, che tu creasti il cielo e la terra, e vero è che il principio è la tua Sapienza, in cui
creasti tutto. Così pure è vero che questo mondo visibile ha due grandi parti, cielo e terra, ove sono
brevemente compresi tutti gli enti da te fatti e creati. E vero è che ogni essere mutevole suggerisce alla
nostra mente l’idea di una certa informità, per la quale può assumere una forma, o mutarsi e trasformarsi.
Vero è che chi aderisce così strettamente a una forma immutabile, da non mutare, per quanto mutabile, si
sottrae all’azione del tempo. Vero è che l’informità, così vicina al nulla, non può avere vicende temporali.
Vero è che la materia originaria di una cosa può anche in certe espressioni avere già il nome della cosa
originata, così che poté essere chiamata cielo e terra una qualunque massa informe, originaria del cielo e
della terra. Vero è che di tutte le cose formate nessuna si avvicina all’informe più della terra e dell’abisso.
Vero è che non solo le cose create e formate, ma anche tutte quelle che si possono creare e formare, sono
opera tua, poiché tutte le cose derivano da te. Vero è che ogni cosa formata da una materia informe prima
è informe, poi formata.
Alcune interpretazioni veritiere di: in principio
20. 29. Di tutti questi veri, dei quali non dubitano quanti ricevettero da te il dono di vederli con l’occhio
interiore e credono incrollabilmente che Mosè, tuo servitore, parlò con spirito di verità; di tutti, dunque,
ne prende per sé uno chi dice: “In principio Dio creò il cielo e la terra significa che Dio creò nel suo
Verbo, con lui coeterno, l’elemento intelligibile e sensibile, ossia spirituale e corporeo”; un altro chi dice:
“In principio Dio creò il cielo e la terra significa che Dio creò nel suo Verbo, con lui coeterno, l’intera
mole del mondo corporeo, con tutte le nature evidenti e note in essa contenute”; un altro chi dice: “In
principio Dio creò il cielo e la terra significa che Dio creò nel suo Verbo, con lui coeterno, la materia
informe dell’elemento spirituale e corporeo”; un altro chi dice: “In principio Dio creò il cielo e la terra
significa che Dio creò nel suo Verbo, con lui coeterno, la materia informe dell’elemento corporeo,
ov’erano ancora confusi il cielo e la terra che ora vediamo distinti con forma propria nella mole
dell’universo”; un altro chi dice: “In principio Dio creò il cielo e la terra significa che alla vera origine
della sua opera creatrice Dio creò la materia informe, ov’erano rinchiusi confusamente il cielo e la terra
che, di là formati, ora appaiono e spiccano con tutte le cose in essi esistenti”.
Agostino – Confessioni pag. 115 di 134