Page 116 - Confessioni
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trovarne.  Trascende  infatti  ogni  estensione,  ogni  durata  passeggera  di  tempo,  poiché  il  suo  bene  è  la
                  sempiterna unione con Dio. “È così”, rispondono. Ma allora, quale fra le verità che gridò il mio cuore al
                  mio  Dio  mentre  udiva  dentro  di  sé  la  voce  della  sua  lode,  quale,  infine,  accusate  di  falsità?  Forse
                  l’esistenza di una materia informe là dove, mancando qualsiasi forma, mancava qualsiasi ordine? E dove
                  mancava  qualsiasi  ordine,  doveva  anche  mancare  qualsiasi  successione  di  tempi.  Eppure  questo  quasi
                  nulla, che infatti non era del tutto nulla, era certamente da Colui, dal quale è tutto ciò che in qualche
                  misura è qualcosa. “Non contestiamo nemmeno questo”, dicono.


                  Una disputa serena

                  16. 23. Io voglio discutere alla tua presenza, Dio mio, soltanto con quanti ammettono come vero tutto ciò
                  che la tua verità manifesta dentro, nella mia mente. Quanti invece lo negano, abbàino a proprio piacere
                  fino a stordirsi. Mi sforzerò d’indurli alla calma e ad aprire il loro cuore alla tua parola. Se poi si rifiutano
                  e  mi  respingono,  ti  supplico,  Dio  mio,  non  tacere  tu,  allontanandoti  da  me.  Parla  nel  mio  cuore  con
                  verità. Tu solo sai farlo. Li espellerò, fuori, a soffiare nella polvere, a sollevare la terra nei loro occhi; e mi
                  ridurrò  nella  mia  stanza  segreta,  ove  cantarti  canzoni  d’amore  fra  i  gemiti,  gli  inenarrabili  gemiti  che
                  durante  il  mio  pellegrinaggio  suscita  il  ricordo  di  Gerusalemme nel cuore proteso in alto verso di lei,
                  Gerusalemme la mia patria, Gerusalemme la mia madre, e verso di te, il suo sovrano, il suo illuminatore, il
                  suo padre e tutore e sposo, le sue caste e intense delizie, la sua solida gioia e tutti i suoi beni ineffabili, e
                  tutti simultanei, perché unico, sommo, vero bene. Non me ne distoglierò, fino a che nella pace di quella
                  madre  carissima,  dove  stanno  le  primizie  del  mio  spirito,  donde  traggo  queste  certezze,  tu  non  abbia
                  adunato  tutto  ciò  che  sono  da  questa  deforme  dispersione,  per  formarlo  e  fermarlo  definitivamente  in
                  eterno, o Dio mio, misericordia mia. Vi sono però altri, che, pur non dichiarando falsi tutti questi veri,
                  anzi rispettando e ponendo come noi al vertice dell’autorità da seguire la tua santa Scrittura divulgata per
                  il tramite del santo Mosè, tuttavia ci muovono alcune obiezioni. Così rispondo a costoro. E tu, Dio nostro,
                  sii giudice fra le mie confessioni e le loro obiezioni.


                  Significato di cielo e terra: - l’universo;

                  17. 24. “Tutto ciò è vero, ammettono. Però Mosè non pensava a quei due enti, quando, illuminato dallo
                  Spirito Santo, diceva: In principio Dio creò il cielo e la terra. Col nome di cielo non designò la creatura
                  spirituale o intellettuale, che sempre contempla il volto di Dio; né col nome di terra designò la materia
                  informe”. Cosa intese dunque? “Ciò che noi diciamo quel grande pensò e ciò espresse con queste parole”.
                  Ossia? “Col nome di cielo e terra volle designare anzitutto in modo generico e conciso l’intero mondo
                  visibile, per poi ripartire, con l’enumerazione dei giorni, quasi per articoli, il complesso delle cose che
                  piacque  allo  Spirito  Santo  di  riferire  così.  Il  popolo  rozzo  e  carnale  cui  si  rivolgeva  era  composto  di
                  persone alle quali, secondo il suo giudizio, non si potevano presentare delle opere del Signore che le sole
                  visibili”. Invece per la terra invisibile e confusa, e l’abisso tenebroso, da cui si sviluppa organicamente
                  l’intero  mondo  visibile  a  tutti  noto,  creato  e  ordinato  in  quei  giorni,  costoro  ammettono  che  non  sia
                  assurdo vedervi la materia informe, di cui ho parlato.

                  - la materia informe; la natura invisibile e visibile;

                  17. 25. Però non potrebbero altri sostenere che la stessa idea di materia informe e disordinata fu introdotta
                  all’inizio, col nome di cielo e terra, poiché da essa fu tratto e perfezionato questo mondo visibile con tutti
                  gli oggetti che vi appaiono così distintamente, che spesso si usa designare col nome di cielo e terra? E
                  ancora, non potrebbero altri sostenere che cielo e terra non fu chiamata a sproposito la natura invisibile e
                  visibile,  e  che  quindi  in  questi  due  vocaboli  è  compresa  l’intera  creazione  effettuata  da  Dio  nella
                  Sapienza, ossia in principio? Però, poiché tutte le cose non furono tratte dalla sostanza medesima di Dio,
                  bensì  dal  nulla,  non  avendo  esse  la  medesima  sostanza  di  Dio,  ma  essendovi  in  ognuna  una  certa
                  possibilità di mutare, sia che restino stabili, quale l’eterna dimora di Dio, sia che mutino, quale l’anima e
                  il corpo dell’uomo; quindi la materia comune di tutte le cose invisibili e visibili, materia ancora informe
                  ma certamente formabile, da cui dovevano uscire cielo e terra, ossia la creazione invisibile e visibile, in
                  entrambi i casi già formata, sarebbe stata riferita con i nomi che incontriamo di terra invisibile e confusa,
                  e  di  tenebre  sopra  l’abisso.  Si  dovrebbe  anzi  intendere  distintamente  per  terra  invisibile  e  confusa  la
                  materia corporea anteriore alla determinazione formale, e per tenebre sopra l’abisso la materia spirituale
                  anteriore all’arginamento della sua, diciamo così, spropositata fluidità e alla sua illuminazione da parte




                  Agostino – Confessioni                                                   pag. 114 di 134
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