Page 114 - Confessioni
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finiscono perché sei sempre il medesimo? Da ciò dunque ogni anima che lo può comprenda quanto
lontana sia la tua eternità sopra ogni tempo, se una tua dimora, che da te non si allontanò, senza essere con
te coeterna, grazie alla sua unione incessante e ininterrotta con te non soffre alcuna vicenda temporale.
Questo fatto davanti ai tuoi occhi mi è chiaro, e sempre più chiaro mi sia, ti prego, e io rimanga
accortamente nella sua rivelazione sotto le tue ali.
L’informe senza tempo
11. 14. Certo, nei mutamenti degli esseri più bassi e infimi c’è qualcosa d’informe. Ma chi, se non i
dissennati erranti in compagnia delle loro fantasie tumultuose, chi, se non costoro, mi dirà che, eliminando
e abolendo ogni aspetto della materia e lasciando sussistere la pura informità, per cui le cose mutano e gli
aspetti si avvicendano, potrebbe questa esprimere le vicende del tempo? Essa non lo può affatto. Senza la
varietà dei movimenti non esiste tempo, e nessuna varietà esiste ove non esiste nessun aspetto.
Due le creature esenti dal tempo
12. 15. Per queste considerazioni, nella misura in cui lo permetti, Dio mio, e mi solleciti a bussare e apri a
chi bussa, due cose trovo, che tu abbia creato esenti dal tempo, sebbene né l’una né l’altra coeterna con te;
la prima, così formata, che contemplandoti indefettibilmente e ininterrottamente immutata, benché
mutabile, partecipa della tua eternità e immutabilità; la seconda così informe, che nulla può mutarsi in essa
da una forma di movimento o di quiete a un’altra, per cui cadesse sotto il dominio del tempo. Ma
quest’ultima non lasciasti informata: prima di tutti i giorni creasti in principio il cielo e la terra, i due
elementi a cui appunto alludevo. La terra era invisibile e confusa, e le tenebre sopra l’abisso: con queste
parole s’introduce l’idea di informe, per attrarre insensibilmente quanti non riescono a concepire una
privazione assoluta di aspetto, tuttavia lontana dal nulla assoluto. Dalla massa informe sarebbe poi
derivato un secondo cielo, una terra visibile e ordinata, l’acqua così bella e quanto la Scrittura ricorda che
fu via via creato non senza giorni durante la costituzione del mondo, tale da essere soggetto alle
vicissitudini dei tempi a causa delle ordinate successioni dei suoi moti e delle sue forme.
Creazioni fuori dal tempo
13. 16. Intanto, all’udire le parole della tua Scrittura, Dio mio: In principio Dio creò il cielo e la terra; la
terra era invisibile e confusa, e le tenebre regnavano sopra l’abisso, senza la menzione del giorno in cui
creasti queste cose; intanto io capisco che si tratta del cielo del cielo, cielo intellettuale, ove l’intelligenza
conosce tutto insieme, e non in parte; non in un enigma, non attraverso uno specchio, ma totalmente,
svelatamente, faccia a faccia; non ora una cosa, ora un’altra, ma, come si disse, conosce tutto insieme
senza successione di tempi; e capisco che si tratta della terra, invisibile e confusa, estranea alle vicende
temporali che portano abitualmente a succedersi cose diverse; poiché, dove non c’è alcun aspetto, non c’è
mai diversità. È per questi due corpi, dunque, l’uno formato sin dall’inizio, l’altro informe sino in fondo,
cioè il cielo, ma il cielo del cielo, e la terra, ma la terra invisibile e confusa, è per questi due corpi, capisco
intanto, che la tua Scrittura dice senza menzione di giorni: In principio Dio creò il cielo e la terra. Subito
aggiunge, invero, a quale terra alludesse; e poiché si ricorda che nel secondo giorno fu creato il
firmamento e chiamato cielo, suggerisce di quale cielo si parlava prima senza indicare i giorni.
Molteplici interpretazioni della Scrittura
Terribile profondità
14. 17. Mirabile profondità delle tue rivelazioni! Ecco, davanti a noi sta la loro superficie sorridente ai
piccoli; ma ne è mirabile la profondità, Dio mio, mirabile la profondità. Un sacro terrore ci afferra a
immergere in essa lo sguardo, terrore per onore, e tremore per amore. Odio violentemente i suoi nemici.
Oh, se tu li sterminassi con una spada a doppio taglio, affinché non vi siano più suoi nemici! Vorrei che
morissero per sé, onde vivere per te. Ma ecco altri che, anziché censurare, esaltano il libro della Genesi e
dicono: “Lo Spirito di Dio, che per il tramite del suo servitore Mosè, è il vero autore di questo scritto, non
volle che queste parole fossero intese così. Non volle che fossero intese come tu dici, ma diversamente,
come noi diciamo”. A costoro e sotto il tuo giudizio, o Dio di tutti noi, rispondo nel modo seguente.
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